9 Capitolo.

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Stiles' pov;
La sera prima Malia si era addormentata accanto a me, sul divano, e quella mattina mi ero svegliato nella stessa identica posizione: la sua testa sul mio petto, un braccio che mi ricopriva l'addome e l'altro vicino al suo viso.
Cercai, per quanto umanamente possibile, di non svegliarla mentre mi svincolavo dalla sua presa.
Andai a controllare se mio padre fosse ancora in casa, e, come immaginavo, non era così.
La Domenica era uno strazio, non sapendo che fare cercai di chiamare Scott ma prima ancora mi arrivò un suo messaggio.
«Partita di lacrosse stasera, alle 20.00, ci stai?»
Esitai per un momento e poi iniziai a scrivere.
«Chi ci sarà?»
inviai velocemente prima di cancellare
la stupida domanda.
«Che vuoi dire? Io, tu, Liam e altri ragazzi della Beacon Hills High.»
non intendevo chi avrebbe giocato, ma non insistetti; subito dopo arrivò un altro messaggio.
«Allora, verrai?»
«Ovviamente.» e lanciai il cellulare sul divano.

———

Malia rideva di me perchè mi ero appena rovesciato dell'acqua sulla maglia mentre cercavo le chiavi dell'auto sulla cucina.
«Ma dove diamine sono?» dissi spazientito ma con una nota d'ironia.
«Una visitina dall'oculista..» le sentii dire mentre mi sventolava le chiavi davanti al viso, le afferrai e scattai fuori casa, lei mi seguì poco dopo.
«Allora, come mai una partita di Domenica? Di solito le organizzate il Sabato.» mi chiese sorridente.
«A dire il vero non era nemmeno organizzata questa.» le sorrisi anch'io.
«Allora siamo messi male.
Non ti alleni da un pò e non è che tu sia un portento nel lacrosse.» scoppiò a ridere.
«Che stronza.» risi anch'io.

Arrivati al campo lasciai Malia tra la folla non appena trovò posto a sedere e corsi negli spogliatoi, dove incontrai Scott e Liam.
«Se non sei in ritardo non dormi bene la notte, eh?» sghignazzò Scott.
Erano già pronti e io dovevo ancora spogliarmi.
«Non riuscivo a trovare le chiavi dell'auto.» borbottai e sfilai la maglia velocemente.
Entrambi si avviarono al campo ma Scott si girò improvvisamente.
«Ah, Lydia ti cercava.» disse distrattamente e annuii senza troppa enfasi.

Lydia's pov;
«Davvero, lo giuro.» rideva con gusto.
«Ma è impossibile, non ci credo.» iniziai a ridere anch'io.
«Chiederai a lei stessa quando la conoscerai.» disse con convinzione.
Parrish mi stava raccontando di sua sorella maggiore, Hayley, che si era dimenticata un piccolo Parrish in un supermarket, mentre erano in vacanza.
Si sentiva il ronzio della gente parlare, lamentarsi perchè la partita non era ancora iniziata.
Le luci dei lampioni erano concentrate sul campo mentre i giocatori arrivavano.
Una ventina di minuti prima avevo incontrato Scott e gli avevo chiesto di Stiles: volevo scusarmi, per come avevo reagito al bacio di qualche sera fa e per l'imbarazzo che c'era stato negli ultimi giorni.
«Mi senti?»
«Certo. - sorrisi - Sta iniziando.» gli dissi sorridente.
I giocatori erano in posizione e la partita iniziò.
Subito dopo l'inizio, un giocatore inciampò slittando lungo il terreno.
Quel giocatore era Stiles e non fu difficile predire come sarebbe finita la partita.

——

15 - 21.
La nostra squadra aveva perso.
La folla si distribuiva in modo omogeneo sul campo, chi per salutare i vincitori e chi per consolare la nostra squadra.
«Vado a prendere l'auto e andiamo?»
annuii distrattamente a Parrish e mi diressi verso Scott.
«Hai visto Stiles?» chiesi un pò troppo in ansia.
«Laggiù.» mi disse indicandolo.
Cercai di non prenderlo alla sprovvista alle spalle, così mi spostai a camminare in modo che mi vedesse arrivare.
Camminavo lentamente, con gambe tremanti, e a testa alta.
Non sentivo più niente, solo il suono dell'erba che veniva calpestata dai miei piedi, il resto erano solo futili ronzii.
Poi mi vide.
Iniziò a camminare anche lui e alla fine ci trovammo a una distanza non troppo discutibile.
«Ciao.» sorrise e si passò una mano a strofinarsi la nuca.
«Ciao.» replicai con un filo di voce.
«Senti, Lydia, io--» lo interruppi.
«Non qui, per favore.
Possiamo camminare?» chiesi sorridendo leggermente e girandomi, indicai con un gesto generale della mano il bosco.
Annuì senza dire niente.
Il che era un brutto segno.
Usciti dal campo e allontanatici abbastanza, lui incalzò.
«Allora, di cosa volevi parlarmi?» fingeva palesemente di non sapere, dato che poco prima era stato lui ad iniziare a parlarne, e se non l'avessi interrotto avrebbe continuato.
Lo guardai male, incenerendolo con lo sguardo.
«Okay, scusa.» si fermò un momento per respirare e sospirò.
«Mi dispiace.»
alle mie orecchie sembrava così tanto banale che potei sentire la rabbia montare in me.
«Tutto qui?» dissi alzando notevolmente la voce, ma non troppo da farmi sentire.
«Non so che altro dire, che altro fare.
Era tutto così..» si fermò a cercare l'aggettivo giusto, e quando lo trovò ricominciò: «..semplice.» disse in fine.
«Tutto così semplice prima di quel fottuto bacio, intendi?» ero scazzata, tanto, lui restò in silenzio.
Eppure era terribilmente egoistico da parte mia nei suoi confronti essere arrabbiata; ero stata io ad avvicinarmi a lui in quel mio momento di debolezza, e così lui mi aveva baciata.
Il solo ricordo di Allison mi colpì allo stomaco e mi girai strozzando un suono alla gola, non riuscendoci alla meraviglia, se ne accorse e, afferrando delicatamente il mio braccio, mi fece voltare.
Al quel tocco, a quel gesto, mi resi conto di non essere stata egoista solo nei suoi confronti, ma anche nei miei, per non aver mai ammesso a me stessa di provare dei sentimenti per lui.
Non so precisamente cosa, ma qualcosa; il che mi rendeva ancora più vulnerabile, e lo odiavo profondamente.

Autrice;
Scusatemi se il capitolo non è troppo lungo, guys! <3
Come sempre il prossimo capitolo ad un certo numero di visualizzazioni e di ⭐️. <3

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Stydia; &quot;He still likes her, doesn't he?&quot; - Italian FanFiction.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora