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《Caro Patrick,
oggi è il primo giorno che passo senza te, senza vederti, senza il tuo cuore che batte. Mi fa male pensare che non ti avrò più accanto a me, ma so che mi aspetterai per tanti anni lassù, ansioso di passare l'eternità insieme a me, come mi protettesti quando ci mettiamo insieme. Ho deciso di scriverti una lettera ogni giorno. Non so se mi farà bene o meno, ma tentar non nuoce e poi tua sorella, Nicole, crede che possa farmi bene; alla fine è come se io stessi parlando con te, solo che scrivo al posto di parlare. Adesso è notte fonda, sono le tre e mezza, e il sonno non vuole proprio arrivare. Prima ho finto di dormire per non far preoccupare Nicole e, quando ha creduto che stessi effettivamente dormendo, ha iniziato a parlare in silenzio. Probabilmente parlava con te. Ho sentito tutto ciò che ha detto, anzi, sussurrato. Ho sentito quando ha iniziato a piangere piano piano e a dire che le manchi, nonostante tu sia sparito da circa ventiquattro ore. Appena ha iniziato a piangere mi sono voltata verso di lei, sempre fingendo di dormire, e mi sono accoccolata al suo petto. Lei mi ha accarezzato il braccio e poi è crollata in un sonno disperato. Giuro che non avrei mai voluto ascoltare di nascosto, ma non avrei potuto far altro. Adesso sto scrivendo questa lettera sullo scrittoio della nostra camera, quella che ormai divido con Nicole, perché nessuna delle due vuole restare da sola durante la notte, e sto guardando tua sorella. È così calma quando dorme, sembra così rilassata, ma non lo è affatto. Ma adesso cambiamo argomento, dai! Pensiamo ai nostri momenti più belli che abbiamo passato insieme! Come quando ci conoscemmo; mi dicesti che mi guardavi da un mese circa, per caso eri uno stalker?! Ahahah, no dai, scherzo. Ricordo quando salimmo insieme sul tetto di quel condominio accanto alla stazione a guardare le stelle, quando sei andato via che mi avevi stampato un bacio sulla guancia dopo vermi chiamata "stellina", quando ci vedemmo nei giorni successivi, quando mi baciasti la prima volta, che non fu l'ultima. E adesso ricordo anche di quando si suicidò Ben, di quando morì il nostro bambino, di quando hai avuto quell'incidente, di quando sei stato in coma, di quando sei andato via e non sei più tornato.》

Arrivai a quella parola e mi addormentai sullo scrittoio.

Mi risvegliai la mattina alle otto, Nicole dormiva ancora.

Presi la lettera, la chiusi e la imbucai senza scrivere mittente e destinatario, scrissi solo la data.

Arrivai a casa verso le dieci, dopo aver passato un'ora seduta sulla panchina della stazione dove mi mettevo sempre la notte.

《Dove sei stata? Al mio risveglio non c'eri e mi sono preoccupata》mi disse Nicole, tra uno sbadiglio e l'altro.
《Ho preso i cornetti》le risposi io, mostrandole la busta con i cornetti ancora caldi al suo interno.
《Hai imbucato la lettera?》mi disse, mentre sorseggiava lievemente il suo caffè.
《Come sai della lettera?》le risposi io, incredula.
《Ne parlammo ieri mattina e poi stanotte mi sono svegliata e ti ho vista addormentata sullo scrittoio. Curiosa, mi sono avvicinata a te e appena ho letto "Caro Patrick," ti ho lasciato un bacio sulla fronte e sono andata a dormire》mi rispose lei, tranquillamente. Non volevo dirle che l'avevo sentita ieri notte, quindi avevo preferito tacere.
《Ah okay. Vabbé, mangiamo i corretti adesso, prima che si raffreddino!》le dissi io, cercando di cambiare discorso.
《Sì!》rispose lei, con un grandissimo sorriso.

Quella ragazza mi trasmetteva una grande forza, chissà cosa avrei fatto in quei giorni senza lei.

Nei giorni successivi crollai.

《Calmati, Heather, ti ammalerai se continui a disperati così!》mi disse Nicole.
《No, io non ce la faccio senza di lui! Era tutto il mio mondo ed ora non è più niente. Insieme a lui è morta la maggior parte della mia anima. Io lo amo, non voglio iniziare una nuova vita senza di lui, non voglio vivere senza le sue braccia sui miei fianchi. E magari adesso starò facendo un discorso da stupida, da ragazzina innamorata, ma è quello che provo adesso e niente mi farà star meglio in questo triste periodo, se non lui》le risposi io, piangendo e urlando per la disperazione.

《Dottore, sono Nicole, la cognata di Heather. Ho bisogno di lei adesso, venga a casa di Heather, la prego! Confido nella sua seconda laurea in psicologia》disse Nicole, al telefono.
《Arrivo!》rispose il medico del mio Patrick.

《Eccomi!》disse il dottore sulla soglia della porta. Ecco, adesso non mi mancava neanche lo psicologo.
《Grazie di essere qui, dottore! La guardi, per favore》rispose Nicole, impotente.

Arrivarono nella camera da letto dove c'ero io, con la testa tra i due cuscini, in lacrime da giorni.

《Non vuole mangiare, è a digiuno da tre giorni... ogni tanto beve un sorso d'acqua》
《Stia tranquilla, ci penso io》

Dopo due ore e mezza, il dottore andò via.

Avevamo fatto una seduta per farmi star meglio, ma io non stavo meglio senza Patrick.

Il dottore parlò a Nicole di una grave firma di depressione, causata dalla morte di mio marito, e che non c'era nulla da fare, se non attendere miglioramenti.

Ma, più che miglioramenti, ci furono solo grossi peggioramenti sul mio stato di salute mentale.

Ho la mia vita tra le bracciaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora