-Capitolo 1-

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Non avevo mai visto un posto così bello.
Davvero, il mare limpido, la spiaggia, i gabbiani, io e la solitudine. Nient'altro. Non desideravo altro che questo.
E si, era sempre stato il mio desiderio più grande fin da piccola, vivere in una spiaggia, su una piccola isoletta, da sola, io e nessun altro. Più che altro era stato il mio desiderio dopo quel maledetto 2 luglio, il giorno in cui lui aveva iniziato a far parte della mia vita.
Ad un tratto qualcosa mi strappó dai miei pensieri e dai ricordi, e quel qualcosa si riveló essere proprio un cuscino, in faccia per di più.
Ma che..!?
"Lia! Alzati dal letto immediatamente" urló mia madre dopo essere entrata in camera come un uragano.
Scesi dal letto cercando di convincermi che quella sarebbe stata una bella giornata.. va bene, era iniziata già male; ma poteva sempre migliorare no?
Il caldo soffocante di agosto, mia madre che urlava di lunedì mattina, e mio padre in giardino in procinto di caricare la mia valigia in macchina.
Aspetta, cosa? Che ci faceva mio padre con la mia valigia in mano? E perchè la stava mettendo in macchina?
Scesi di sotto come una furia, urlando un "e questo cosa significa?" a mia madre, indicando l'auto di papà in giardino.
"Sei ancora in pigiama? Oh santo cielo Lia! Non vorrai presentarti in questo stato a casa del signor Styles! Và subito a lavarti e cambiarti!", disse la donna starnazzando.
All'affermazione di mia madre sbarrai gli occhi. Oggi era il primo giorno di agosto, o meglio conosciuto come il giorno in cui io dovevo partire per Londra, per andare a casa di un amico di mio padre che non avevo mai visto nè sentito, per tre mesi esatti; mentre i miei genitori sarebbero andati a New York per un viaggio di lavoro.
Corsi al piano di sopra, e dopo aver preso un paio di mutandine e un reggiseno puliti, entrai in bagno per farmi una doccia al volo.
Mi lavai e mi vestii, e dopo essermi messa un filo di mascara sulle ciglia e un leggero lucidalabbra, tornai al piano di sotto e iniziai a prepararmi psicologicamente per passare tutto quel tempo a casa di un ventunenne sconosciuto.
Avevo paura. Tanta paura. Non perchè 'mi sarebbe mancata la mamma' o cose simili; avevo 14 anni, ma ero comunque capace di badare a me stessa senza i genitori dietro.
E, mentre entravo in macchina, sperai con tutta me stessa che questa 'vacanza' come amavano chiamarla i miei genitori, sarebbe andata meglio dell'ultima volta.

Tre mesi con Mr. StylesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora