Pioveva da più di due ore ormai.
Era tutto buio. Faceva freddo.
L'unica cosa che sentiva erano le gocce di poggia che battevano sul vetro della finestra e il battito del suo cuore.
Aveva paura.
Suo padre era lì davanti a lei che urlava, ma non lo sentiva. Né sentiva le sue parole né il tono sprezzante che usava.
L'uomo le afferrò i polsi con forza e il suo cuore cominciò a battere sempre più lentamente.
Non sentiva più neanche la pioggia.
Teneva gli occhi chiusi per non vedere. Le bruciavano e il bruciore aumentava sempre di più, fino a farle male.
Quando li aprì, vide il volto di suo padre deformarsi dal disgusto e dalla paura. Le lasciò andare i polsi e lei, con tutto il fiato che aveva in corpo, urlò di frustrazione, paura e rabbia. Tanta, incontenibile e pura rabbia.
Il tempo sembrò fermarsi e dal suo corpo uscì qualcosa. Qualcosa che scaraventò suo padre e tutti gli oggetti intorno a lei ai muri della stanza, il vetro della finestra esplose, come tutte le altre cose di vetro che si trovavano lì. Imboccò l'uscita di casa senza neanche rendersene conto e corse. Corse sotto la pioggia senza una meta per un tempo indefinito, prima di svenire ai piedi di Derek che la guardava spaventato.~~~
Si svegliò nel cuore della notte con il fiatone.
Si guardò intorno ancora spaventata prima di rendersi conto che era nella stanza di Derek aggrovigliata nelle coperte.
Si liberò velocemente e si alzò per aprire leggermente la finestra e prendere aria, solo allora si accorse di essere osservata; si voltò di scatto incrociando due occhi rossi che avanzavano nell'oscurità. Sapeva bene che era lo stesso ragazzo che l'aveva salvata dieci anni prima, ma se ne era andata senza dire una parola, senza lasciare un biglietto... non aveva più avuto incubi, ma tornare a Beacon Hills voleva dire portare alla memoria ricordi poco piacevoli.«Cosa hai visto?» le chiese Derek arrivando accanto a lei.
Strano che non avesse usato il verbo "sognare", ma dopotutto lo aveva fatto volontariamente...perché lei non sognava, lei vedeva e lo sapevano entrambi.
«La notte in cui mi trovasti. L'ho rivissuta momento per momento»
«Mia madre disse che quel che avevo visto quando ti ho trovata era antico...potente e antico. Non disse pericoloso»
«Tua madre non aveva visto quello che ho fatto»
«Ne ha viste le conseguenze. Tutti ne abbiamo visto le conseguenze quando siamo andati a casa tua. Pensavano tu fossi una Banshee, ma non esiste Banshee che possa essere un lupo e viceversa. Sei qualcosa di più evidentemente».
Calò il silenzio.
«Mi ricordo di un professore- si decise a parlare la ragazza- mi disse che ero speciale dal primo momento che mi vide, penso sia ancora qui a Beacon Hills. Tu pensi che possa aiutarmi? Sai bene che l'ultima cosa che voglio é fare del male a coloro a cui tengo»
«Deaton. Si, ha una clinica veterinaria. Ti ci accompagnerò domani pomeriggio dopo la scuola- le disse scompigliandole i capelli, lei fece per ribattere, ma lui glielo impedì- Non voglio che lo sceriffo mi venga a cercare per colpa tua. Quindi domani vai a scuola e ora torna a dormire»
«E tu dove dormi?»
«Il divano lo occupa Peter, Isaac dorme da Scott, che conoscerai domani, e tu occupi il mio letto. La poltrona va bene»
«Derek...questo letto é per due persone. Se hai paura che ti salti addosso, ti assicuro che non ho alcuna intenzione di farlo» disse Rocket lanciandogli il cuscino.
Derek sbuffò e si stese accanto a lei
«Adesso dormi» non dovette ripeterglielo, perché, come annuì, sprofondò di nuovo in un sonno profondo.
La guardò per qualche minuto prima di addormentarsi a sua volta. Gli occhi che fino a poco prima aveva visto gialli e brillanti sul volto di lei, furono sostituiti da quelli che aveva visto dieci anni prima un attimo prima che svenisse: erano gli stessi occhi, ma erano viola.
~~~
La mattina seguente ad Isaac per poco non andò la colazione di traverso quando vide Rocket scendere le scale
«Buongiorno» disse la giovane seguita da Derek, il quale fulminò con lo sguardo il giovane lupo, che si affrettò a rispondere e chiudere la bocca prima che la mascella gli cascasse sul tavolo
«B..b...buongiorno...».
In effetti si era messa in tiro per il suo primo giorno di scuola a Beacon Hills: stivaletti neri che le arrivavano fino al ginocchio, jeans neri strappati, maglietta bianca aderente con un classico scollo a V e una giacca di pelle nera; i capelli sciolti le ricadevano mossi sulle spalle e le incorniciavano il viso. Si era messa un po' di eye-liner sugli occhi e un po' di mascara, nulla di più, ma l'effetto era sicuramente visibile da chilometri.
Afferrò una brioche al volo dal tavolo dove Peter la squadrò dalla testa ai piedi
«Ma tu sei quella cosetta rognosa che girava per Beacon Hills come una matta a sette anni?»
«Vaffanculo Peter» gli rispose lei con un sorriso prima di rivolgersi ad Isaac
«Andiamo?»
«Si, arrivo» disse il ragazzo alzandosi subito e prendendo la sua felpa beige prima di essere fermato da Derek
«Presentale gli altri. Tu e Scott salvate tutti quelli che cercheranno di avvicinarla. Se la toccano c'è il rischio che spezzi loro tutte le ossa, intesi?»
«Intesi» rispose il ragazzo prima di uscire e scomparire con Rocket che lo aspettava alla porta.
«Si, decisamente é quella cosetta rognosa che girava per Beacon Hills come una matta» disse Peter addentando un toast
«Sai bene che é più forte di quello che sembra»
«Ci puoi giurare! Quel giorno in cui tentò di scappare e la fermai per miracolo per poco non mi uccise...a sette anni! Non oso immaginare che cosa riesca a fare adesso che ne ha diciassette»
«Non penso voglia saperlo nemmeno lei...».
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Blackrode
FanfictionRocket Blakrode é una diciassettenne che torna a Beacon Hills dopo dieci anni di assenza e si rifugia dal suo unico amico d'infanzia ormai diventato alpha: Derek Hale. La giovane lupa verrà travolta dai problemi della cittadina e da quelli del branc...