Rapimenti

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L'ospedale era pieno di persone, ma era lì che avrebbero colpito...lo sapevano. Kira era seduta sulle poltroncine del primo piano in mezzo ai pazienti; Liam, Scott e Stiles invece erano a piano terra, accanto al bancone delle informazioni subito dopo l'ingresso

«Malia?» chiese Stiles preoccupato

«Sta controllando i sotterranei» rispose Scott

«Lydia?» chiese invece Liam

«Sta controllando il secondo piano con Isaac»

«Rachel?» chiesero contemporaneamente i due all'alpha

«È sul tetto».

~~~

Tutto tranquillo.
Tutto troppo tranquillo.
Rachel annusò l'aria in cerca di un odore che potesse segnalare la presenza di un intruso, ma non sentì niente, se non tensione. Era vicina ai generatori dell'ospedale...era normale che ci fosse elettricità nell'aria...o forse no. Nel momento in cui l'immagine di Donovan le passò per la mente, una forte scarica elettrica le pervase il corpo partendo dalla schiena. Non riuscì neppure a gridare. Cadde a terra priva di sensi con gli artigli della chimera conficcati nelle scapole.

~~~

Lydia svoltò l'angolo seguita da Isaac, ma si bloccò di colpo, facendolo quasi sbattere contro la sua schiena. Il corridoio era trafficato da pazienti e dottori, nulla di strano, ma la ragazza sembrava in trance

«Lydia?» la chiamò Isaac.

Nessuna risposta. Il giovane si piazzò davanti a lei e cercò di attirare la sua attenzione inutilmente. Si guardò intorno sperando che nessuno lo vedesse e fece brillare i suoi occhi di giallo

«Lydia!».

La Banshee sembrò riscuotersi e posò i suoi luminosi occhi verdi su di lui

«Ti senti bene?»

«Ho sentito qualcosa...» ammise la rossa tornando indietro

«Qualcosa?»

«Non te lo so spiegare Isaac. Non era la sensazione che ho quando qualcuno sta morendo, era diversa. Non vedevo una scena. Non sentivo dolore» spiegò aspettando che le porte dell'ascensore si aprissero per poter entrare

«A che cosa puoi associare quello che hai provato?»

«Una richiesta d'aiuto».

~~~

Malia attraversò l'ennesimo corridoio semi illuminato dai neon sul soffitto, attraversato anche dalle tubazioni malmesse dei reparti soprastanti dell'ospedale. Qualche pozzanghera d'acqua in terra ricopriva gli avvallamenti del pavimento ormai decripto e consumato dal tempo. L'umidità rendeva persino l'aria densa e putrida. Il silenzio era interrotto da qualche goccia d'acqua che cadeva dal soffitto e dal suo respiro ansioso. Sapeva che sarebbe successo qualcosa. Se lo aspettavano tutti.
Un fruscio alle sue spalle la fece voltare di scatto. Si abbassò giusto in tempo per schivare la coda velenosa di Tracy e saltare all'indietro per schivare l'attacco successivo. Non ci mise più di tre secondi a sguainare zanne e artigli e far brillare gli occhi del suo solito azzurro ghiaccio.
Le giovani cominciarono a lottare senza esclusione di colpi, con quando la chimera non riuscì a scaraventarla contro un muro del corridoio in cui si trovavano. Malia sapeva che se fosse stata ferita, non avrebbe potuto avvisare il branco dell'arrivo delle chimere, perciò fece l'unica cosa che venne in mente: ruggì. Ruggì con tutto il fiato che aveva in gola.

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