Capitolo 17

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Oggi devo andare a vedere i risultati dell'esame fatto una settimana fa. Non sono molto agitata, come se già sapessi il risultato.

Sto alla fermata dell'autobus con alcuni ragazzi della mia stessa scuola, che hanno fatto l'esame di recupero. Li sento bisbigliare alle mie spalle, non li conosco di persona, solo di vista e le loro chiacchiere iniziano già a infastidirmi.
Già sanno tutta la storia di Dylan e ora cercano di provocarmi o di sapere di più chiedendomi come sto;rispondo con un semplice 'Bene' e salgo sul pullman.

Mi siedo su un sedile vicino alla seconda porta, così da poter scappare subito e occupo il sedile accanto a me con il telefono e le cuffie. Ho dimenticato la borsa.
Sale tanta gente, molte persone non le conosco e come sospettavo il gruppetto della scuola occupa i 5 posti dietro. <<menomale >>penso sospirando.

Salgono vecchiette che portano mazzolini di fiori, sicuramente si fermano al cimitero, chi per il figlio, chi per il marito, per i genitori e poi sale anche quel ragazzo della biblioteca. Occupa il primo sedile, non mi ha vista e non posso attirare neanche la sua attenzione siccome ha le cuffie per la musica e poi cosa mai avrei dovuto dirgli. Siamo stati allo stesso tavolo soli in una biblioteca per mezz'ora e non mi ha rivolto neanche uno sguardo.
Chissà forse ha già una ragazza o forse si è comportato così perché è timido e c'era la presenza del nonno, al quanto sgorbutico. Penso mostrando una smorfia.

Le porte del bus si chiudono e tutti prendono posto, il ragazzo prende il telefono dalla tasca e sembra cambiare musica ma poi si pone le cuffie sul collo. Forse lo avrà spento.
Il tratto da casa mia e la scuola non dura molto, forse 15 minuti quindi non potrò sapere molto su di lui ma è anche un sollievo nel sapere che potrò scappare al più presto dalle risate sgradevoli provenienti dai 5 posti.

Eccomi arrivata, appena si aprono le porte mi fiondo giù e mi scontro col ragazzo, noto dal suo volto che mi ha riconosciuta, così colgo l'occasione e lo saluto con 'ciao' ma mi guarda negli occhi e mi fa un mezzo sorriso, poi sistema lo zaino sulle spalle e scappa nella mia direzione opposta. È un vero peccato anche se è molto timido ha bei occhi;no, non sono celesti ma sono di un verde scuro e quando sorride gli occhi gli si fanno a cinesino. È 5 o 6 centimetri più alto di me, ha i capelli molto corti e castano chiaro ma quello che mi ha colpito tanto è il suo sorriso, sembra che ne regala tanti e penso che sia davvero bello siccome i suoi denti sono molto curati e bianchi. Si tipo la pubblicità dei dentifrici.

Mentre fisso nella mia mente l'immagine del ragazzo 'ignoto' mi faccio strada tra i ragazzi che spingono, esultano e piangono davanti ai risultati esposti fuori il cancello della scuola. Nel leggere 'ammessa' accanto al mio nome inizio a sentirmi più sollevata e chiamo subito mamma per darle la bella notizia, che mi promette una sorpresa. In realtà non voglio nessun regalo ma apprezzo il suo sforzo nel coccolarmi e dimostrarmi che mi è accanto. Chiamo papà ma mamma gli aveva dato già la notizia tramite sms così subito si congratula con me e inizia a dirmi quanto mi vuole bene e quanto è orgoglioso di me, ma io lo fermo affrettando i ringraziamenti e le fusa per salutarlo e correre verso la fermata dal ragazzo ignoto.

Mi siedo accanto a lui e porgendogli la mano destra dico 'piacere Mary', lui si gira mi guarda e mi ricambia il sorriso ma poi ripone le cuffie sul collo e si appoggia a un palo un po' distante da me. Sembra che do fastidio così rimango in silenzio e attendo 5 minuti l'arrivo del bus, che ovviamente fa un ritardo di 5 minuti e inizio ad innervosirmi nel sentire gli occhi delle ragazze della scuola e la respinzione del ragazzo. Ormai penso solo <<fottetevi>>ma nessuno ascolta i miei pensieri.

Salgo sul pullman e occupo lo stesso sedile di prima, stavolta il ragazzo si siede sul sedile accanto al mio e mi guarda, ma faccio la parte dell'offesa quindi volto lo sguardo verso la strada e poi con lo scermo buio del telefono cerco di guardare se mi sta ancora osservando. Nel trovare il suo sguardo arrossisco, così mi giro ma lui si volta verso il finestrino.
Sto per alzarmi e andare verso di lui ma l'autobus d'improvviso si ferma e costui scappa, lo rincorro ma non si firma e gli grido 'DOBBIAMO GIOCARR A NASCONDINO?', ma imbocca la prima traversa, come se non mi avesse sentita.

Ritorno a casa e ad accogliermi c'è solo un biglietto dei miei.
Siamo orgogliosi di te e stasera andiamo a festeggiare. Buon pranzo amore nostro.
Con il disegno di un polpettone nel forno.
Odio stare sola, ma loro devono lavorare e quindi mi faccio compagnia con le mie canzoni.

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