capitolo 19

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Lo seguo di corsa,facendo cadere un altro sgabello e uscendo dalla porta principale con un altro richiamo del vecchietto.

'Hey per favore aspetta!'
Ma le mie grida sono in vane, lui si ferma per prendere la sua bicicletta,come se non si fosse accorto di me e quando gli compaio alle spalle fa una faccia buffa e divertente, beh non per lui che si era spaventato.

'Mi dispiace,non volevo spaventarti,ma tu sei fuggito all'improvviso'

Ha un'espressione assente,ma lo sguardo molto attento eppure non mi ha detto una parola.Non credo di essergli antipat

'Sai non mi hai ancora detto il tuo nome'
Gli faccio notare sorridendo.
Lui abbassa il capo come se fosse dispiaciuto e imbarazzatto.
Leva la catena dalla bici e con gesto violento mi sposta indietro.
Gli blocco un braccio e gli dico

'Posso sapere qual'è il problema?e comunque si chiede scusa o permesso'ammetto di aver alzato un troppo il tono.

Scende dalla bici e la fa cadere a terra come segno di nervosismo
Mi si avvicina e con un dito indica le orecchie e la bocca e poi fa segno di 'no'.
L'osservo con sguardo interrogativo,ma quasi incomprensibile.
Lui non può essere sordo-muto.
Ma riflettendoci ora tutto aveva un senso,ecco perché cercava di evitarmi e spesso sembrava non ascoltarmi o meglio sentirmi.

Cambio subito espressione,rendendola il più normale e comprensiva.Lo guardo negli occhi e dico,questa volta più lentamente e con tono normale.

'E allora? Solo perché sei sordo-muto non porti rispetto?'
Mandandogli un occhiolino e ricevendo un semplice sorriso.

Mi guarda come per dirmi di mostrargli attenzione.
Si indica e poi con le mani a mo di pugno finge di piangere.

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