Capitolo 11

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I suoi occhi castani erano ridotti a fessure. Stringeva qualcosa in mano e le sue nocche erano diventate bianche.
Non so perché ma dentro di me qualcosa si spezzò e per poco non mi cedettero le gambe.
Provammo quella scena e le seguenti per le 2 ore successive.
Ormai era la 5 volta che baciavo Oliver ed era quasi diventato normale.
Jace era sempre in quell' angolo, dove doveva stare e il professore lo lodò perché era così che voleva che reagisse il migliore amico quando mi vedeva baciarmi con l' altro, ma i suoi occhi rimasero fessure anche dopo quei complimenti.
Uscimmo e mi preoccupai quando non vidi mio fratello piazzato li davanti con la sua moto.
< ehi pronto>
< ma dove diavolo sei ?>
< oh...hai finito?>
< si ma tu dove sei?>
< oggi non posso torna a casa in autobus ma non fare cazzate>
< ok ciao >
< ciao>
Corsi verso la fermata dell'autobus che stava arrivando.
Una volta entrata mi accorsi che effettivamente non c' era quasi nessuno... Come sempre tra l' altro.
Mi sedetti e facemmo pochi metri quando l' autobus si fermò di nuovo.
Non vidi chi salì o almeno non subito.
Quando alla fine finì nel posto accanto al mio sospirò si alzò e si spostò.
Io rimasi colpita da quel comportamento e mi voltai a guardarlo e capii perché si era comportato così.... Era Jace.
Mi spostai vicino a lui.
< ehi.>
Non mi rispose e e continuava a guardare fuori dal finestrino con entrambe le cuffiette.
Io gliene tolsi una delicatamente, con molta dolcezza e calma e lui si voltò, si voltò piano come se davvero non mi avesse notata prima.
< ehi.>
< ciao.>
Non si tolse anche l' altra cuffia ma il fatto che adesso mi stesse ascoltando era già qualcosa a parer mio.
< come stai?>
Si voltò di nuovo verso di me.
<come vuoi che stia ?>
< bene .>
< sto bene si. Ora ti senti meglio?>
< sei tornato stronzo?>
< magari ... Anche se fosse? Tanto con te comunque non c' è differenza.>
Questa volta aveva ragione.
Io mi abbandonai allo schienale
Voltando la testa dall' altra parte.
Ero troppo immersa nei miei pensieri e poi il fatto di averlo così vicino mi faceva spesso dimenticare certe cose... Tipo di scendere alla mia fermata.
Neanche jace scese ... Ormai era buio.
Mandai un messaggio a mia madre dicendole che ero andata da Greta anche se ovviamente non era vero dato che io e Greta non parlavamo da molto tempo.
< non sei scesa.>
< nemmeno tu se è per questo.>
Mi guardò per un secondo sempre con quei suoi occhi indifferenti.
Come se non gli importasse nulla.
Non gli importasse del fatto che eravamo solo io e lui.
Non gli importasse del buio fuori dai finestrini.
Non gli importasse del fatto che ero rimasta per lui.
E non gli importasse neanche più che avessi baciato Oliver. E non lui.

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