Capitolo 13

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Una volta tornata a casa notai che mio fratello non c'era e quindi non avrei dovuto sentire nessun rimprovero. Anche perché non ne avevo davvero voglia.
Le passeggiate dicono che servono a schiarirsi la mente, a me però avevano fatto l' effetto contrario.
Non c'era niente di jace che mi facesse scegliere lui, mentre Oliver era sempre stato carino e gentile e in un certo senso se lo meritava, tutte le volte che però mi decidevo che quello giusto era lui e glielo avrei detto il mio stomaco comincia a contorcersi.
È un po' come quando lanci una moneta.
Non sai cosa scegliere fino al momento in cui la vedi per aria e incominci a sperare per quello che vuoi veramente.
Alla fine decisi.
Volevo chiamarlo.
Erano le 2 di mattina.
Ma non mi importava.
< pronto?...>
Dall' altro capo del telefono la sua voce assonnata mi fece venire la pelle d'oca.
< ciao... Scusa per l' ora. Ah sono alice ...>
<lo so...>
< davvero ? Come fai a saperlo? Va bhe senti non è che tra 20 minuti potresti essere alla stazione ?>
< si, non c' è problema.>
< ok a dopo allora >
< a dopo>
Non mi aveva mandato a cagare.
E me lo sarei aspettato da uno come lui.
Ero davanti alla stazione.
A congelare dentro il mio maglione,
Poi lo vidi in lontananza, con la sua camminata leggera.
Sembrava quasi che volasse.
E poi era bello, dio se era bello.
< Ei>
< ciao >
< dovrei organizzare tutti i miei appuntamenti alle 2 e mezza di mattina >
< hahaha si lo so scusa. È che ti dovevo parlare>
< no problem >
< senti vorrei trovare le parole giuste per dirtelo dato che sono le due della mattina e potremmo ricordarcelo per tutta la vita..>
Mi bloccai pensando che ero davvero li, davanti a lui e le parole mi morivano in gola.
< ....oppure potresti non pensare a cosa dire e provare a baciarmi...>
io rimasi pietrificata.
Avrei indietreggiato ma i miei piedi erano incollati al pavimento e i miei occhi erano  appiccicati ai suoi e non riuscivo a capire se mi aveva davvero chiesto di baciarlo.
< ti dovrei baciare ?>
< oh avanti alice si capisce che ti piaccio>
Rimasi spiazzata.
Più quella conversazione andava avanti più mi sentivo una stupida ad aver scelto lui.
< non mi piaci jace>
< e allora cosa siamo qui a fare?>
< non lo so>
< non ti ho chiesto io di uscire >
< Lo so e ho sbagliato mi spiace.>
Davvero avevo scelto lui?
Era arrogante, presuntuoso, eppure morivo dalla voglia di baciarlo.
La situazione stava diventando imbarazzante.
Lui non distoglieva lo sguardo da me e io non sapevo più come muovermi.
Mi avvicinai abbastanza e presi il suo viso tra le mie mani  e entrambi rabbrividimmo.
Ci baciammo si.
Ma era un bacio leggero, senza pretese, come se lo facessimo da una vita.
Come se fosse una cosa normale.
Anche se era tutto tranne che normale.
< scusa... Dovevo farlo..>
< lo so, lo so... >
< mi dispiace >
< a me no.>
Il suo sorriso fece sorridere anche me.

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