Capitolo 12.

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Eravamo quasi al capolinea quando presi la mia roba e mi spostai.
< che diavolo stai facendo ?>
< mi sposto.. Non si vede?!? Mi da fastidio anche solo starti vicina.>
< ma non dire cazzate.>
< come prego?>
Si era alzato e veniva verso me.
< ho detto che sarebbe meglio se tu evitassi di dire cazzate.>
< peccato che questa sia la verità >
Feci un sorrisetto di scherno al quale lui rispose alzando gli occhi al cielo.
< forse era meglio se continuavo ad insultarti.>
< già credo anche io>
< che stronza.>
< disse.>
< io non sono andato in giro a baciare altre ragazze >
Aveva l' espressione di chi ha appena detto quello che voleva dire da tanto, tanto tempo.
Anche se non guardava me.
< spero che tu non ti riferisca a
Oliver>
< a no e a chi se no?>
< bho ce ne sono stati tanti..>
Stavo mentendo ovviamente ma la tentazione era troppo forte. Per me che io lo volessi o meno c' era solo lui.
< sei proprio stronza>
Prese la sua cartella e uscì dall' autobus.
Quando si alzò e scese senti come qualcosa divorarmi da dentro.
Una sensazione che provavo un pò troppo spesso da quando...beh ... Da quando ero innamorata di lui.
Scesi al capolinea e camminai per tornare a casa. La strada in fondo non era così lunga.
Si allungava sotto i miei piedi sotto la luce gialla dei lampioni.
Dovevo decidere cosa fare.
Se la mia testa diceva Oliver
Il mio cuore diceva Jace.
Aveva sempre detto Jace.

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