Capitolo 8

7.9K 351 25
                                    

Silvia

Il giorno dopo, andai a scuola e mi diressi subito verso Elena, il mio primo pensiero, ma lei appena mi vide si allontanò e mi guardò male. Che le sarà preso? Ho l'ansia dentro di me... Sicuramente c'entrerà con me questo fatto, non ne avevo alcun dubbio.
Tristemente e col cuore che stava per spezzarsi, andai a sedermi su una panchina e abbassai lo sguardo.
Stavo quasi per piangere, ma una mano sfiorò la mia e mi alzò il mento: incontrai subito gli occhi color cioccolato di Francesco, dolci e amichevoli, nonostante il mio rifiuto. Lo sapevo che lui sarebbe sempre rimasto al mio fianco, anche se ormai io l'avevo rifiutato.
«Buondì, amica mia.» mi sussurrò senza lasciarmi la mano, poi si sedette vicino a me e mi diede un bacio sulla guancia.
Il vuoto nel mio cuore si ricolmò e gli sorrisi.
«Buongiorno Fra'.» ricambiai il saluto.
Intanto, Elena mi inceneriva con lo sguardo da lontano e riduceva gli occhi a due piccole fessure.
«Prima ti vedevo triste... Che è successo?» Francesco diventò subito più serio.
Mi conveniva dirgli tutta la verità per sfogarmi un po'.
«Fra', Elena mi ignora e mi guarda male... So che non puoi farci niente, ma visto che vuoi saperlo...»
«No... C'entro io in questo fatto!»
Lo guardai confusa.
Come poteva c'entrare anche lui in questa storia, se riguardava solo me ed Elena?
«Beh... Elena è arrabbiata con te perché io sono innamorato di te, ma lei vuole me... Quindi è come se le avresti fatto qualcosa anche se non le hai fatto niente.»
Ci mancava solo questo triangolo amoroso a rovinare tutto...
«Ma io non c'entro niente! Non è colpa mia! Io non la capisco!»
«Ecco, appunto... Ma pensaci un attimo se tu fossi lei in questo momento... Reagiresti allo stesso modo, vero?»
Ci pensai un attimo su, la risposta era ovvia.
«Sì, devo ammetterlo... Devo parlarle.»
Feci per alzarmi e andare da lei, ma suonò la campanella e dovemmo tutti entrare.
Durante le lezioni non mi parlò mai e io mi sentivo sempre più male.
Alla fine delle lezioni, uscii e le andai incontro, fermandola per un polso. I nostri sguardi si incrociarono: il mio implorante e il suo incazzato.
«Elena, io...»
«Non aggiungere altro! Sai già tutto ed è solo colpa tua!»
«Ma come "colpa mia"?! Che c'entro io!»
«Esisti, ecco qual è la tua colpa!»
Detto questo, fece una smorfia e se ne andò.
Sentendo quella cattiveria verso di me, mi misi a piangere e scappai a casa mia.
Non volevo vedere più nessuno, volevo stare da sola!

-G.✨

Amore o amicizia?-1.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora