" Conoscenze Riscoperte "
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Luke allungò il casco ad Amanda, che dopo averlo indossato salì in sella senza lamentele. Il castano la guardò dallo specchietto e l'avvisò di tenersi forte.
Un quarto d'ora dopo si fermarono davanti ad una vetrina decorata da una scritta in corsivo che recitava: Club 77, " La vita è come il cioccolato, è l'amaro che fa apprezzare il dolce."
-Xavier Brébion.
Amanda osservò affascinata il locale, tanto da non accorgersi che il suo accompagnatore le stava tenendo la porta aperta.
-Beh? Vuoi entrare?- le domandò, facendola tornare con i piedi per terra. Scosse la testa e lo raggiunse, ringraziandolo.
Si sedettero in un tavolino appartato e aspettarono di essere serviti.
-Senti, so che abbiamo iniziato con il piede sbagliato, sono stato un vero idiota e mi dispiace, quindi che ne diresti di iniziare da capo?- le sorrise allungandole una mano. La mora lo guardò perplessa, non capendo dove volesse arrivare. Lui le fece cenno di stringerla e così fece.
-Piacere, Luke Leonard.- la giovane scosse la testa, mordendosi il labbro per non scoppiare a ridergli in faccia.
-Amanda Evans.-
-Bene Amanda, parlami un po' di te.-
-Oh beh, non c'è molto da sapere. Sono sempre stata una ragazza tranquilla, l'unica volta che ho provato a fare qualcosa di azzardato sono incappata in Alexander, quindi potremo dire che di certo io e la fortuna viaggiamo su due binari diversi. Tu invece? Mi hanno riferito che sei un grande amico di mio fratello, ma non mi era mai capitato di vederti.- disse curiosa, prendendo un sorso della sua cioccolata calda che il cameriere aveva appena portato.
-Beh, ho conosciuto tuo fratello alle medie. Eravamo in classe insieme e abbiamo legato subito, ti posso anche dire con assoluta certezza che eravamo dei veri e propri casinisti. Non so perché, ma ogni volta l'unico che si prendeva i cazzettoni ero io, James con il suo viso da angelo veniva sempre graziato. Poi per vari motivi ci siamo persi di vista,- l'ultima frase la disse con un tono di voce più basso e roco, tanto da schiarirsi la gola prima di continuare. -e comunque sia il rapporto è rimasto quello di un tempo.-
Amanda lo studiò con occhi attenti, esaminando non solo i segnali del suo corpo ma anche le sue emozioni, mettendo in pratica gli insegnanti di suo padre.
Dopo aver scoperto la sua vera natura, il Signor Evans aveva deciso di allenare il suo piccolo potere, ritenendolo molto utile. Se fosse stata in grado di manipolare le emozioni sarebbe stata un arma perfetta in un probabile combattimento.
Guardando in quel momento nelle iridi color ossidiana del ragazzo davanti a lei poté vedere più che bene muoversi qualcosa, qualcosa che l'aveva segnato nel profondo. Si sporse in avanti, così da essere più vicina e sganciò la bomba.
-Cos'è successo di così grave da farti diventare freddo come il ghiaccio? Cosa ti ha ferito così tanto nel profondo da farti provare questo senso di nostalgia e malinconia quasi soffocante?-
Luke trattenne il fiato, allontanandosi di scatto.
-Come fai a percepirlo?- mormorò quasi ringhiando.
-Ognuno di noi ha un segreto o due e questo ci rende diversi l'uno dall'altro. Il bello sta nello scambio di questi segreti, piccoli o grandi che siano, perché la nostra coscienza si libera di un peso. La condivisione può aiutare, il più delle volte.- disse Amy, con un sorriso quasi materno. Il castano ingoiò a vuoto, non sapendo che fare. Le affermazioni della più piccola l'avevano spiazzato, riuscendo così a lasciarlo senza parole, cosa molto rara.
Si passò una mano sul viso, poi sui capelli e infine iniziò a martoriare il bracciale in cuoio che portava al polso sinistro, un vecchio regalo di suo nonno.
-Se non ti senti pronto non sei obbligato a raccontarmi nulla, mi dispiace si essere stata indelicata e capirò se non ti va di riaprire una ferita non del tutto cicatrizzata.- affermò lei, senza smettere di sorridegli e stringendo la sua mano per tranquillizzarlo. Luke la guardò in quegli occhi color ghiaccio e rimase colpito dalla loro profondità.Quando l'aveva vista per la prima volta era stato molti anni prima, alla festa di compleanno di James. Lui aveva undici anni mentre lei otto, ad averlo colpito era stata la sua somiglianza con il migliore amico, ma era ancora troppo piccolo per percepire il suo lupo o avrebbe immediatamente sentito il legame che li univa. Da quel giorno erano passati si e no otto anni e quando aveva incriociato il suo sguardo in mensa non aveva potuto non sentire il suo lupo agitarsi irrequito. Era stato con la testa fra le nuvole per il resto del pranzo, tanto da non riuscire a seguire i discorsi dei suoi amici. Poi il fato aveva deciso di scendere in campo facendoli incontrare, però lui aveva deciso di comportarsi da emerito coglione, bruciandosi l'unica chance che aveva avuto, o almeno così pensava.
La sera della sua piccola bravata, quando era fuggita e l'aveva trovata in quella specie di capanna in mezzo al bosco, giurò che non avrebbe commesso un altro errore.
Ma poi il destino aveva deciso di assestare un colpo basso.
Era già pronto a parlare con Alpha Edward e tuttavia quello che Amanda aveva raccontato non fece altro che aumentare questo suo bisogno. Aveva messo in chiaro le cose fin da subito. Era addirittura pronto ad un duello con quel King dei suoi stivali se fosse stato necessario. Il Signor Evans lo aveva rassicurato ed aveva anche accettato il fatto che Luke volesse andare con i piedi di piombo con sua figlia.
Voleva fare tutto per bene, senza correre, lasciando che Amanda comprendesse appieno quello che li univa e che non si sentisse obbligata o chissà cos'altro. E la prima cosa da fare era mettere in chiaro le cose, come dice il detto: patti chiari, amicizia lunga, anche se lui sperava in qualcosa di più.
-Non ti dispiacere, va bene.- disse, ricambiando il sorriso. -Hai ragione, parlare con qualcuno può aiutare, ma è difficile trovare le parole giuste.-
Amanda si sedette composta, bevve un sorso di cioccolata e tenne la tazza tra le mani per riscaldarsi.
-Non avere fretta, prenditi tutto il tempo che ti serve tanto non mi muovo.- mormorò con tono pacato. Il silenzio li avvolse per alcuni istanti prima che Luke, dopo un respiro profondo, riuscisse a prendere la parola.
-Fin da piccolo ho sempre saputo di essere un lupo. Vivevamo a pochi isolati da casa tua, in una villetta bifamiliare. Io e mio fratello Greg, più grande di me di cinque anni, avevamo il vizio di andare a zonzo per il bosco e fu sempre lui a insegnarmi la base della lotta.
Quando ho subito la mia prima trasformazione, i miei genitori e Greg mi sono stati accanto spiegandomi passo passo cosa avrei dovuto fare. Durante la prima trasformazione, l'Alpha del branco deve assistere e quando è toccato a me era l'ultimo anno che tuo nonno, Alfred Evans, era al potere.
Tremavo come una foglia, non so se a causa dell'ansia o della febbre alta, una controindicazione dovuta al risveglio della tua parte animale. Avevo una fifa blu. Cercai di concentrarmi su qualcosa di bello, ma puntualmente i miei pensieri deragliavano sulle ipotesi più pessimiste, come ad esempio il non riuscire a mutare in lupo o non riuscire a tornare umano. Mi ricordo che pensai, "Se non riesco a tornare più umano, dove andrò a vivere? Che cosa farò?" Il panico si stava impadronendo velocemente della mia mente, non facendomi più ragionare lucidamente. Mio padre allora mi posò una mano sulla spalla per rassicurarmi, dicendomi di seguire la voce dell'Alpha e che tutto sarebbe andato bene, sussurrandomi infine di essere fiero di me.
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The Daughter Of The Alpha
Werewolf" The Daughter Of The Alpha " ; primo libro del genere: "Werewolves" Quando sei una normale sedicenne le uniche cose a cui puoi, e devi, pensare sono la scuola, le uscite con gli amici, a divertirti, a realizzare i tuoi sogni più segreti, a superare...