Capitolo XXII

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" Compromessi "

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Edward stava controllando delle carte assieme ai suoi alleati. Il suo studio ospitava solo i tre Alpha alleati ed il padrone di casa sembrava il più tranquillo di tutti, al contrario di Kaspersky che sembrava contenere a stento il suo lupo.
La porta venne spalancata all'improvviso e Amanda fece la sua comparsa, accompagnata dalle urla di rimprovero di Theresa.
-Che cosa significa che non vuoi lasciarmi combattere?! È un mio diritto!- il padre la guardò con uno sguardo fermo. In quel momento era in modalità Alpha.
-Amanda, ne parleremo dopo. Se permetti, noi staremo organizzando un esercito. Stasera ne riparleremo con calma.-
-Col cazzo.-
-Amanda Evans!- la riprese Edward scandalizzato.
-Amanda Evans un corno. È un mio diritto e dovere combattere.- esclamò la mora, stringendo le mani a pugno. -Non posso credere davvero che tu mi voglia escludere quando in realtà io sono la diretta interessata e ti giuro che se tu non mi darai il permesso, farò a modo mio.- concluse, dandogli le spalle e uscendo dallo studio sbattendosi la porta alle spalle.
-Si vede che è proprio tua figlia. Buon sangue non mente.- disse ironicamente Evelyn, facendo scoppiare a ridere gli altri due uomini. Il Signor Evans li fulminò con lo sguardo, sbuffando rumorosamente.
-Che ne dite di tornare alle cose più importanti?-
-Come vuoi Edward.- affermò Jack, alzando le mani in segno di resa.

Amanda era talmente tanto arrabbiata da non riuscire più a dominare la sua parte animale, così decise di rifugiarsi nella natura. Sperava che stare a stretto contatto con il suo elemento la tranquillizzasse e che la caricasse adeguatamente per affrontare una lunga e intensa discussione con suo padre, che era sicura fosse incazzato nero.
Raggiunse il bosco e si trasformò. Non era ancora del tutto abituata a quella forma, ma ogni volta le sembrava di sentire il suo cuore alleggerirsi. Si guardò intorno, meravigliata da tutti i dettagli che riusciva a notare con i suoi sensi sviluppati. Si incamminò verso un sentiero che conosceva più che bene, quello che l'avrebbe portata alla capanna.
Quando avvistò da lontano la piccola radura sorrise, per quanto potesse sorridere un lupo alto quanto un cavallo e con i denti più affilati delle lame di un rasoio. Raggiunse la piccola costruzione in legno e si sdraiò davanti alla soglia della porta, sull'erba fresca. Chiuse gli occhi e si abbandonò ai ricordi, ricordi felici.
Si rivide alcuni anni prima, quando di nascosto assieme a James e i suoi amici decisero di fare una passeggiata nel bosco. Quando avevano trovato per caso quel luogo avevano deciso di riposarsi, sdraiandosi sul prato per prendere il sole e gustandosi i fantastici sandwich fatti da Logan, che puntualmente Mike faceva sparire in pochi morsi.
Ripensò a quando, con suo fratello, ebbe l'idea di costruire quella capanna, solo perché da bambini non avevano mai avuto una casa sull'albero dove nascondersi quando combinavano qualche marachella. Avevano deciso di comune accordo di dividerla con gli altri del gruppo, così che chi mai avesse avuto bisogno di un attimo di tranquillità o di ricercare la pace interiore persa aveva la possibilità di venire qui e rilassarsi, ascoltando la natura circostante. Tuttavia gli unici che avevano continuato a venire spesso erano James ed Amanda, ben presto il resto del gruppo si dimenticò di quel luogo, ma non loro due che avevano faticato, e non poco, per ottenere quel piccolo rifugio immerso nel verde.
Amanda ripensò a quando scoprì la sua vera natura e il suo primo pensiero era stato scappare da quella realtà che tanto le sembrava un film diretto dal regista con la più fervida immaginazione che avesse mai visto. Si era nascosta proprio in quello stesso luogo, dove quella mattina cercava la calma che lei aveva perso.

Continuò a tenere gli occhi chiusi e a concentrarsi su quello che la circondava fino a quando non avvertì un profumo conosciuto. Si tirò subito su, scruttando con sguardo attento e curioso intorno a lei, finché la sua attenzione non venne catturata dal un lupo dal pelo colore caramello e gli occhi gialli, tanto da sembrare quasi finti.
La lupa osservò il nuovo arrivato e solo alcuni secondi dopo si rese conto di chi fosse. Si rilassò e si sedette sulle zampe posteriori mentre l'altro animale si faceva a mano a mano sempre più vicino, fino a quando furono uno di fronte all'altro. E solo in quel momento si accorse che tra le fauci teneva un piccolo zainetto.
Amanda inclinò l'enorme muso verso destra, con fare incuriosito.
-Che ne dici se ti giri? Così almeno non ti imbarazzi a vedermi completamente nudo.- le suggerì Logan appena ritrasformato. La lupa gli diede le spalle e aspetto che si fosse rivestito.
-Okay, sono pronto. Senti, ho dei vestiti per te così puoi trasformarti anche tu.- le propose, allungandole la sacca. Lei la prese e si nascose dietro la capanna, ritornando pochi secondi dopo con addosso una tuta più grande di alcune taglie, ma sempre meglio di girare nuda.
"Devo iniziare a portarmi anch'io un cambio" si appuntò mentalmente.
-Allora, che ci fai qui da sola?- le chiese l'amico, sedendosi su una roccia poco distante.
-Avevo bisogno di calmarmi e pensare.-
-Che succede? Casini con Luke? No perché se vuoi ci penso io a dargli una bella lezione.- quando lo disse i suoi occhi castano chiaro furono illuminati da una piccolissima scintilla, ma Amy lo bloccò subito.
-Luke non c'entra. Quello che mi fa arrabbiare è che mio padre non vuole farmi combattere, ha detto che non mi vuole suo campo di battaglia ma assieme al resto di noi che non può lottare perché o troppo giovani o troppo anziani. Ed io l'ho scoperto per caso, lui non ha avuto nemmeno il coraggio di dirmelo in faccia.- affermò, prendendo un sasso e scagliandolo lontano con tutta la sua forza.
-Ascolta, posso capire che tue furiosa per questa situazione però prova a capirlo. In una guerra non può mai sapere quello che può capitare e se tu venissi ferita, lui che cosa potrebbe fare? Nulla, perché è impegnato non solo a difendere la sua famiglia ed il suo branco, ma anche la propria vita.- le spiegò Logan, affiancandola. -Pensa, se tu fossi una madre cosa faresti al suo posto? Io credo che faresti lo stesso. Edward vuole solo proteggerti, certo magari sta sbagliando, ma è solo quello il suo intento.-
-Lo so che lui vuole proteggermi, ma deve capire che io mi sento pronta a combattere, voglio chiudere una volta per tutte con questa storia. Vorrei solo vivere la mia vita in pace senza dover pensare, menomale oggi non ho ricevuto messaggi ambigui da sconosciuti o nessuno è sparito per colpa mia. Tanti me l'hanno ripetuto più e più volte, ma io so che almeno un po' è colpa mia. Va bene così, me ne farò una ragione, ma non voglio assistere ad una guerra che, purtroppo, farà dei morti stando seduta in un angolo. Questo è anche il mio branco, è anche la mia famiglia e ci sono persone che si stanno sacrificando pur non essendo stato colpiti direttamente. Quindi no, non accetto questo suo comportamento. Deve capire che ormai non sono più una bambina.-

-Oh lo so bene.- disse una voce profonda. Amanda e Logan si guardarono intorno, intercettando la figura possente di Edward. Sua figlia lo osservò meglio e poté notare delle ciocche grigie tra la sua folta chioma castana. I suoi occhi verdi sembravano stanchi e sotto di essi facevano bella mostra di sé delle stupende occhiaie profonde. Guardando il suo aspetto, Amy si sentì un po' in colpa per come l'aveva trattato, ma solo un po'.
Logan osservò i due, sorridendo. Conosceva Edward da tanti anni e sapeva bene la sua difficoltà nel mettere da parte il proprio orgoglio per andare a risolvere con la sua Amy.
-Avete bisogno di parlare, noi ci possiamo vedere quando vuoi.- le fece l'occhiolino. -Mi raccomando, non scaldarti troppo e lasciagli il modo per spiegarsi.- le sussurrò ad un orecchio, banciandole la guancia.
Attimi di lungo silenzio caddero tra padre e figlia. La mora se ne stava con le braccia incrociate al petto aspettando che lui prendesse la parola.
Edward sospirò pesantemente prima di avvicinarsi a lei.
-Senti, posso capire che tu sia arrabbiata per essere stata messa da parte, ma devi anche capire che io non l'ho fatto per male o chissà cos'altro. È solo che...- l'uomo si passò una mano sul viso, cercando le parole giuste. -Non volevo offenderti, ma non voglio e non posso vederti in mezzo a quella bolgia di lupi pronti a tutto.- Amanda si lasciò accarezzare dolcemente la guancia, chiudendo gli occhi e lasciandosi quasi cullare dalla malinconia che suo padre stava provando in quel momento. Era un sentimento che sapeva quasi agrodolce.
-Per me sei e resterai sempre la mia bambina e non vorrei che ti capitasse qualcosa. Su quel campo di battaglia non potrei difenderti e questo mi fa uscire fuori di testa.- concluse il Signor Evans, guardandola negli occhi e poggiando le mani sulle sue spalle.
-So che vuoi proteggermi, ma devi anche riconoscere che ormai è tardi, sono dentro a questa cosa più di quanto pensassimo. Devo esserci, è anche una mia responsabilità.-
-So che stai diventando grande, ma non lo so se sono pronto a lasciarti lì in mezzo. Sarai da sola e non hai le basi della lotta.-
-Insegnami tu.- lo interruppe. -Sei il più forte, non avremo molto tempo ma tu sei potente e potresti insegnarmi le cose più importanti.-
-Se vuoi imparare da me, ti devi impegnare affondo e sappi che non sarò clemente.-
-E dopo potrò partecipare anch'io?- domandò Amanda, notando il padre ancora un po' riluttante.
-Vedrò alla fine dei nostri allenamenti. Se ti reputerò all'altezza, allora si potrai venire anche tu con noi.- Amy sorrise e si gettò tra le braccia del padre.
-Vedrai che sarò la tua alunna migliore.-

-Avanti! Ancora.- la incitò, vedendola vacillare. -Dai forza.- Amanda sbuffò dal naso, levandosi dal volto una ciocca sudata, riprendendo la posizione. Alzò le braccia come le aveva insegnato suo padre e studiò attentamente il suo avversario.
Erano passati esattamente quattro giorni da quando Edward aveva accettato di allenarla e quella sera aveva chiesto aiuto a James per mostrarle un vero combattimento corpo a corpo. Voleva chiedere anche a Luke, ma era sicuro che vedendo la sua compagna ci sarebbe andato leggere e non le sarebbe servito a nulla, invece suo figlio era perfetto. Inizialmente si era infuriato, ma poi aveva deciso di aiutarli così che la sua pulce fosse pronta a qualsiasi evenienza.
Avevano deciso che con James si sarebbero occupati del corpo a corpo, mente con il padre della lotta in forma lupa.
Amy anticipò il pugno del giovane, schivandolo e cercando di assestargli un calcio. Lui le prese la gamba, ma la mora non perse tempo e gli regalò un bel calcio con salto. James indietreggiò, mentre lei cadde e rotolò poco distante, già pronta a mettersi in piedi. Vedendolo distratto si lanciò sul ragazzo, un pugno colpì la sua mandibola prima di venire bloccata e buttata in terra.
-Alpha!- una voce ruppe quel momento, facendo bloccare i due fratelli, che si voltarono verso il padre, che sembrava scocciato da quella interruzione. James si avvicinò alla sorella e la aiutò a tirarsi su.
-Usa i tuoi poteri.- le mormorò ad un orecchio. Amy annuì leggermente, per non farsi notare. Si concentrò sul nuovo arrivato e poté sentire più che bene la sua paura sulla pelle.
-Non sono buone notizie. Per niente.- riferì al maggiore, che le poggiò un braccio sulle spalle prima di avvicinarsi.
-Dimmi, che succede?- domandò Edward, aggrottando le sopracciglia.
-Abbiamo un problema.- disse la sentinella. -Stavamo facendo il solito giro di ronda, quando ci siamo accorti che c'era qualcosa che non tornava. Abbiamo fatto un altro giro e li abbiamo visti. Più a nord.-
-Quanti sono?-
-Non siamo riusciti a contarli.-
-D'accordo. E quando dovrebbero arrivare?-
-Al più tardi, domani sera.- rispose la sentinella, facendo battere più forte il cuore ad Amanda.
-Avvisa subito gli altri Alpha di incontrarci nel mio studio,- affermò il capobranco, voltandosi verso i due figli. -dobbiamo subito tornare a casa e avvisare gli altri.-
-Papà, che cosa facciamo?- chiese Amanda.
-Semplice, non ci faremo trovare impreparati.- le rispose, mettendola una mano sulla spalla. -Mi dispiace solo di non avere altro tempo per insegnati meglio a lottare.-
-Non ti preoccupare, basterà quello.- lo rassicurò, abbracciandolo.
"Oh almeno spero." Pensò, lasciandosi stringere dalle muscolose braccia del padre.

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