Capitolo IX

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" Prima Trasformazione "

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Quel pomeriggio, dopo scuola, Amanda si sentiva strana. Non aveva mangiato niente per tutto il giorno perché avvertiva una specie di stretta allo stomaco. Si sentiva spossata e le ossa le dolevano da morire. Aveva provato a bere della camomilla per combattere il mal di stomaco, ma l'aveva dovuta lasciare per scappare in bagno e rimettere quelli che erano soltanto succhi gastrici.
Ritornò in camera sua, strisciando i piedi, e si nascose tra le coperte, sdraiandosi sul fianco per dare le spalle alla porta.
La stanza era nel buio più totale visto che anche semplicemente il fascio più flebile di luce non faceva altro che accentuare il bruciore agli occhi. Per fortuna il sonno la trascinó in uno stato di rilassamento totale, almeno finché la porta non si aprì.
Sua madre entrò confusa, non capendo come mai Amanda fosse già a letto. Erano rare le volte in cui la giovane faceva il pisolino pomeridiano.
-Tesoro? Tutto bene?- la voce dolce della donna la costrinse a guardarla.
-Onestamente no, mamma. Penso di essermi presa qualche virus.- disse, sforzandosi per restare lucida. Sentiva la tempie pulsare, il dolore alle ossa stava via via aumentando, tanto da non permetterle di restare per più di un paio di minuti nella stessa posizione.
Theresa avvertì una strana sensazione, il suo istinto cercava di avvisarla che qualcosa non quadrava. E quando si avvicinò ad Amanda, finalmente collegò il tutto.
-Tesoro adesso mi devi ascoltare, okay?- affermò la donna, stringendo la mano alla figlia, che con grande sforzo riuscì ad annuire. -Non ti devi addormentare, va bene? Tuo padre sarà qui a breve, ma tu non devi dormire mi hai capito?-
-Sì. Ma che cosa c'entra papà?- chiese confusa la mora, cercando di non cedere alle lusinghe di Morfeo.
-Adesso pensa solo a restare sveglia, poi capirai tutto al momento giusto.- le sorrise dolcemente.
La porta di casa venne sbattuta violentemente e fu seguita da una colorita imprecazione da parte di James.
-Amy? Mamma?-
-Siamo di sopra!- gridò Tess, ringraziando gli spiriti per averle mandato il giovane. Un altro paio di mani le serviva proprio.
-Mamma? Che succede?- chiese il castano, guardando prima la donna e poi la sorellina.
-James, resta qua mentre io vado a chiamare vostro padre.-
-Per...-
-Non c'è tempo!- lo interruppe bruscamente. -Non devi farla addormentare, ci siamo quasi.- gli disse, guardandolo attentamente negli occhi.
-Che cosa?! Ma non è troppo presto?- chiese allarmato.
-Se lei è pronta non è troppo presto.- esclamò Theresa dandogli una pacca sulla spalla, uscendo velocemente dalla stanza.

Quando arrivò la chiamata, Kate era appena rientrata da un lungo ed estenuante allenamento. Lanciò uno sguardo distratto al cellulare e leggendo il nome contatto Lizzie decise di rispondere.
-Hey baby, successo qualcosa? Ho poco tempo.-
-Riguarda Amy.- rispose la ragazza dall'altra parte. -È il momento. L'Alpha ha detto di incontrarci al limitare del bosco.
-Arrivo.- disse, gettando malamente il borsone e scendendo le scale di casa. -Gli altri sono stati avvisati?-
-Sì, ti stiamo aspettando di sotto.-
Kate chiuse la chiamata e prese al volo le chiavi.
-Signorinella! Dove credi di andare a quest'ora?- la voce di suo padre la fece fermare.
-Amanda. È la sua notte.- disse semplicemente, uscendo poi di corsa.
Quando raggiunse il resto della cricca, l'aria era ricca di tensione tanto che poteva sentire la pelle d'oca sulle braccia.
Dopo pochi minuti di camminata, arrivarono al punto di ritrovo, ad aspettarli c'erano Luke e James. Il primo era già nella sua forma animale, mentre l'altro indossava soltanto un paio di jeans.
-Ragazzi, abbiamo i tempi stretti. Trasformatevi e seguiteci. Facciamo in fretta.- il maggiore degli Evans mutò e ululò, avvisando il branco e suo padre del loro imminente arrivo.

Amanda si sentiva tremendamente confusa. Non riusciva ancora a comprendere quello che di lì a poco sarebbe successo. Sentiva le ossa farle un male cane e le sembrava di andare a fuoco.
Dopo che sua madre era uscita dalla stanza, lasciandola con James, aveva dovuto lottare con tutte le due forze per non cedere al sonno e aveva dovuto sopportare in silenzio lunghi attimi di puro dolore. Suo fratello avrebbe desiderato tanto aiutarla, ma non aveva potuto fare altro che rimanere con le mani in mano a guardarla soffrire.
Suo padre li aveva raggiunti alcuni minuti dopo. Provò a parlarle anche se la giovane non riusciva a seguire il filo del discorso. Le uniche parole che le rimasero in testa tutto abbiamo poco tempo, trasformazione e bosco.
Quando cercò di alzarsi dal letto per poco non rischiò di crollare rovinosamente a terra. Per fortuna i riflessi di suo padre le impedirono di avere uno spiacevole incontro col pavimento.
Edward fu costretto a prenderla in braccio per portarla nel bosco.
Amanda chiuse gli occhi e cercò di rilassarsi, anche se il dolore stava diventando più forte. All'improvviso tutti gli odori intorno a lei diventarono così persistenti che le sembrò di poterli sentirli anche sulla punta della lingua. I rumori si intensificarono tanto che le pareva di sentire addirittura il suono di un cervo che correva a svariati metri di distanza.
Quando sentì suo padre fermarsi, aprì gli occhi e osservò il luogo dove si trovava. La piccola radura era delimitata da grosse querce, al centro della quale spicca una grossa pietra con un simbolo che sembrava antico. Altri simboli erano incisi sull'erba, le sembrava di aver già visto quei disegni nel libro che i suoi genitori le avevano consegnato quando avevano dovuto spiegarle la verità sulla sua natura.
-Papà che cosa devo fare?- chiese con voce sottile, appena posò i piedi per terra. L'uomo le strinse la vita con un braccio e l'aiutò a camminare fino al centro della radura.
-Oggi ti trasformerai per la prima volta. L'unica cosa che devi fare è seguire la mia voce.- le disse, accarezzandole una guancia. -Ti avviso che farà male, mi dispiace.-
Amanda gli strinse la mano e gli sorrise delicatamente. Il rumore di zampe e passi la fecero voltare e sbarrò gli occhi. Una ventina tra persone e lupi si radunarono al limitare dello spiazzo erboso e chinarono tutti contemporanea il capo come saluto.
-Carissimi, questa sera siamo qui per celebrare l'arrivo di un altro dei nostri. Mia figlia Amanda oggi subirà, sotto la nostra protezione, la sua prima trasformazione ed è per questo motivo che vi ho richiamati. Vi ringrazio di essere qui, e adesso lasciamo che un'altra nostra sorella si unisca a noi.- disse Edward, parlando come Alpha.
Amy osservò i presenti e non poté non riconoscere Luke nella sua forma lupo. Si scambiarono un lungo sguardo, finché la bestia le fece un inchino.
-Bene Amanda. Fai un passo avanti.- le ordinò il padre, così che fossero uno di fronte all'altro. -Inginocchiati e chiudi gli occhi. Devi seguire la mia voce, per il resto ci penserà il tuo lupo.- le spiegò. La mora annuì ed eseguì quanto richiesto.
Con le palpebre abbassate cercò di visualizzare la figura di suo padre. Il dolore alle ossa aumentò di botto, costringendola a stringersi le braccia intorno al busto e a rannicchiarsi.
-Respira piano. Devi trovare il tuo lupo, poi ci penserà lui. Trovarlo è il tuo obbiettivo. Libera la mente e concentrati affondo.- la voce del Signor Evans le arrivò ovattata, come se fosse lontanissimo.
Piano piano inspirò ed espirò, finché non riuscì ad alleviare almeno leggermente il dolore.

The Daughter Of The AlphaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora