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-Mh niente male.-
Sto osservando Nathan che fa il beat box a ritmo di musica, non so con che canzone, ma sta andando bene; mi sono sempre piaciuti i ragazzi con delle doti musicali, soprattutto se qui si parla di Nathan Ross. Chi sa che altro riesce a fare con quelle labbra...
Con il sottofondo della pioggia, Nathan continua a muovere la bocca in un modo troppo eccitante e sexy che quasi mi viene nuovamente voglia di baciarlo. Ma purtroppo ritorno alla realtà e mi squilla il telefono. È mia madre. Perfetto.
-Ciao mamma.-
-Ciao tesoro, come va dalla zia?-
-Si...ehm, tutto bene.-
-Bene bene sono felice, salutamela.-
Accidenti deve essere proprio impegnata per non accorgersi delle pause che ho fatto mentre le parlavo. Solitamente se ne accorge sempre quando mento spudoratamente. Meglio così.
Ci stiamo avvicinando sempre di più a Las Vegas e appena saremo li abbiamo deciso di fermarci qualche giorno. Spero solo che non prenderemo una stanza sola per due, perchè sarebbe davvero troppo imbarazzante.

Nathan ha continuato a fare il beat box anche quando ero al telefono; secondo me non se ne è nemmeno accorto.
-Allora Bionda, chi era al telefono?- Ok se ne è accorto.
-Era soltanto mia madre.-
Non dice niente. Ora vorrei parlare con lui di suo padre, penso che sia il momento.
-Nathan... Quando vai trovare tuo padre in ospedale?-
Aspetta un po' prima di rispondere.
-Penso mai. Perchè?-
-Non puoi non andare a trovarlo.-
-Bionda non servirebbe a nulla vederlo in coma. Tanto non mi dirà niente.-
-Nathan, non centra e poi non è giusto.-
-Scusa adesso tu chi sei per dirmi cosa devo fare con mio padre?-
-Scusa Nathan... Io non volevo. Peró penso che sarebbe rispettoso se lo andassi a trovare. Ricordo che mi hai detto che per lui nutri un grande rispetto e che per te è sempre stata una figura molto importante. Perció mi sembra strano che tu non voglia vederlo. Quindi c'è un'altra ragione per cui non vuoi andare in ospedale, che mi nascondi.-
-Emi...-
-Quindi ora tira fuori le palle e parlamene per favore.- Ok, non mi sarei mai permessa né di interromperlo né di parlargli in questo modo, ma mi sembrava assolutamente il caso.
-Va bene te lo dico. Penso sia meglio che tu lo sappia. Mio papà pensa che chi piange è un debole. Io so di non essere un debole, perció non mi sono mai permesso di crollare davanti a lui. Se vado in ospedale e lo vedo sul letto in coma mi sembrerà di svenire. Io non ce la faccio a vederlo così. Non posso permettermi di crollare in sua presenza. Potrebbe essere l'ultima volta che lo vedo e non voglio mancargli di rispetto così.- Oddio si sente a pezzi; mi dispiace tantissimo che la pensi in questo modo. Ma cercheró di stargli il più vicino possibile.
-Oh Nathan... Non è affatto vero che chi piange è un debole. Anzi è assolutamente normale che tu ti lasci andare in presenza di tuo padre in coma. Se vuoi che ti accompagni lo faccio volentieri.-
-È che non mi va di vederlo morire.-
-Se vuoi io saró li con te. Ti ricordo che passeremo questo brutto periodo insieme.-
-Ci penseró.-
-Ok.-
-Grazie comunque.- Mi guarda e mi sorride. Io ricambio.

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