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-Ehi piccola. Svegliati. È ora di pranzo.- La dolce voce di Nathan mi sveglia. Mi sono addormentata in macchina.
-Ehi di già?-
-Sono passate due ore da quando dormi.-
-Ups.- Mi metto a ridere anche se sono ancora un po' assonnata. Talmente assonnata che non mi accorgo nemmeno che mi ha appena chiamato "piccola".

I miei unici pensieri ora sono: perchè ho voluto accettare di venire con lui? Devo essere completamente pazza. Ho lasciato la scuola soltanto per fare un giretto in macchina con una persona che a malapena conosco. Mi sento a disagio. Sembrerà una pazzia, ma a me sta piacendo molto.
Nathan ha appena immerso il suo dito nel ketchup e se lo sta leccando. Che schifo.
-Ma che fai?- Sbotto divertita.
-Tu non lo fai mai?- Mi chiede come se fosse una cosa normale.
-Ehm; veramente no.-
-Dovresti provare Bionda.- Lo guardo incerta. Poi immergo anche io il mio dito nella salsa. Bleah. È tutto appiccicoso.
-Ok. Accontentato.-
-Ora leccalo.-
-Ma non ci penso neanche.-
-E cosa vuoi fare col dito sporco di ketchup?-
-Lo pulisco? Ovvio.-
-Se ti lecchi il dito, ti faccio vedere una foto che ti ho scattato. Se no la pubblico.- Stronzo. Ma accetto la sfida.
-Che foto mi hai scattato?- Mi lecco il dito. Lui sorride e mi mostra il cellulare. Sullo schermo c'è una mia foto in cui dormo in macchina con la bocca aperta.
-Sei uno stronzo!- Rido e gli do uno schiaffo sul braccio. È la prima volta che gli do dello stronzo, ma inizio davvero a fidarmi di lui.
-Mi sembravi fotogenica e ho deciso di scattarti una foto.-
-Si, divertente.-
Ad un certo punto gli squilla il cellulare. Risponde, ma non voglio origliare.
Dall'espressione è abbattuto e triste. Sarà sicuramente qualcosa su suo padre.

Cinque minuti dopo sembra completamente cambiato.
-Mio padre é entrato in coma.- Perfetto.
-M-Mi dispiace Nathan.-
-Succederà presto.- Non rispondo. -Spero che succeda il più presto possibile.-
-Oh Nathan.- L'unico verso che mi viene in mente di dire.
Facciamo tutto il pranzo in silenzio e lui mi sembra afflitto. Come biasimarlo.

In macchina, poco dopo esserci sistemati, si riaccende di nuovo. E quel sorriso brillante e speranzoso riappare sul suo volto.
-Andiamo mettiamo un po' di musica.-
-Niente Rock. Ti prego.-
-Come no? Sembrava ti piacesse.-
-Veramente no. Non sono il tipo.-
-Vedrai che inizierà a piacerti. Perchè che tipo sei?- Mi chiede curioso.
-Beh mi piace... Taylor swift, Jessie J... Ma non band Rock.-
-Io adoro i Green Day. E gli ACDC. Questa è vera musica.-
-Se lo dici tu.-
-Non posso credere che non ti piaccia il Rock. Mi hai deluso Bionda.- Intanto accende la radio con la canzone dei Green Day "Know your enemy". Ovviamente inizia anche a cantarla lasciandomi a disagio come un pesce fuor d'acqua.
Canzone per canzone mi accorgo che non sono così male. Anzi riconosco anche la canzone "Stray Heart", e inizio anche io a canticchiarla.
-Bionda abbassa i finestrini.- Alza la musica a tutto volume.
-Ci stó.-
Cantiamo fino a farci saltare le corde vocali e la gente ci suona il clacson.
Ma a noi non importa. Stiamo vivendo l'attimo insieme.

Il Sole inizia ad abbassarsi e sbadiglio stirandomi.

La sera arriviamo in un motel a Salt Lake City.
Prendiamo due stanze separate. Non ci sembra proprio il caso di dormire insieme. Anche se mi piacerebbe.

La camera è molto cupa con le tende tirate e verdi scuro. La moquette è marrone e la stanza non è un gran che. Il letto matrimoniale ha il copriletto che si abbina alle tende.
Vado a farmi la doccia pensando a Nathan. Chi sa che sta facendo adesso.
Appena ho finito mi metto a leggere un libro di Stephen King seduta sul letto con la schiena al muro. Sento Nathan, sempre con la sua delicatezza appoggiarsi contro la mia schiena sulla parete opposta. C'è solo una parete che ci separa ora.

Never let you goDove le storie prendono vita. Scoprilo ora