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-Si va a mangiare qualcosa?- Chiede Penelope.
-Scusate ragazze, ma non me la sento proprio.-
-Ok, capiamo, tranquillo.-

Lasciamo Nathan un po' da solo ed io e Penelope andiamo nel bar difronte alla chiesa.
-Cosa prendi Emily?-
-Prendo un succo di frutta. Tu?-
-Mh... Penso una torta  grondante di cioccolato e trasudante di crema. Ne ho bisogno.-
-Penelope, datti una calmata.-
-Quella che si deve calmare sei tu! Solo quando parli di Nathan di vengono gli ormoni in fiamme!-
-Ah si, ha parlato quella che vuole sapere tutto su me e lui.- Mi mancavano questi tipi di conversazione.
Proprio mentre stiamo parlando, mi chiama un numero privato. Non rispondo, non penso sia importante, preferisco stare con la mia migliore amica che non vedo da tempo e sparare tre o quattro cazzate.

-Emily parlami un po' di Nathan. Di com'è, come ti fa sentire, cosa provi.-
Come previsto avvampo appena sento il nome "Nathan".
-Beh... A dire il vero c'è molto da dire. Quando sono con lui diventa tutto diverso da come è la realtà. La dimensione intorno a noi sparisce ed è come se fossimo in un universo parallelo; e io davanti a me, vedo solo lui. Mi piace questa sensazione.
E sinceramente adesso sto davvero male per quello che gli è successo. Si era appena convinto di andare a trovare suo padre,  e non ce l'ha fatta.-
-Quando parli così sei davvero tenera, sai?-
-E tu, Penelope? Con i ragazzi intendo.-
-Ah no, nulla d'interessante. Preferisco stare nel mio piccolo mondo, fatto di castelli mentali sul mio ragazzo ideale.-
-Che sarebbe?-
-Beh lo sai.- A Penelope piace un ragazzo della scuola, che ha un anno in meno di noi, ed è stato bocciato. La situazione è grave perchè le piace da più di un anno. È orribile, secondo me non è ancora sessualmente sviluppato: non ha nemmeno ancora la barba in terza liceo.

Improvvisamente mi squilla nuovamente il telefono; il numero è sempre privato.
-Perchè non rispondi Emily?-
Mi sono stufata.
-Pronto?-
Le parole dall'altra parte del telefono mi paralizzano. Non riesco perfettamente a realizzare ed elaborare quelle parole. Ma so che non sono notizie belle. Prima di rispondere ci metto un po', perchè non ce la faccio.
-Devo andarmene.-
-Emily! Che e successo?-
-Nathan.- Non riesco a dire altro.
Penelope mi insegue, allarmata, ma io non le faccio caso, non ho tempo.
Hanno portato Nathan all'ospedale e sua madre mi ha chiamata per dirmelo. Avrei dovuto rispondere alla prima telefonata, merda.

All'ospedale:
-Che succede?- Chiedo alla madre del mio ragazzo. Sono nel panico.
-L'hanno trovato svenuto a terra vicino alla mia macchina, per via di...-
-Per via di cosa?-
-All'inizio dell'estate scorsa gli hanno diagnosticato un tumore al cervello. Hanno detto che avrebbe potuto manifestarsi in qualsiasi momento, senza sintomi.- Sta singhiozzando.
-Ma dov'è adesso?-
-In sala operatoria. Lo aspettiamo qui.-
Prima che possa dire le ultime parole io corro già per il corridoio a chiedere dove si trova la sala in cui è Nathan; ma vengo subito fermata da un infermiere.
-Mi lasci giù! Sto cercando Nathan Ross! Nathan Ross!-
Scandisco bene il nome per farmi capire meglio.
-Lei deve aspettare in sala d'aspetto signorina.-
-Lei non capisce, lui sta male.-
-Lo sappiamo, ma ora non puó ricevere visite, è sotto i ferri.-
Mi afferra con una mano per il braccio e mi trascina verso la sala.
Mi siedo su una poltroncina, quando vedo arrivare Penelope di corsa, su per le scale.
Si siede di fianco a me e si fa spiegare quello che è successo dalla madre di Nathan.
Poi appoggio la mia testa sulla spalla della mia migliore amica, in attesa che Nathan esca.

Never let you goDove le storie prendono vita. Scoprilo ora