Capitolo 2

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DIECI ANNI PRIMA

-Buon compleanno Hadassah!-
-Una palla di pietra!-

La piccola Hadassah prese dalla mani del padre una piccola palla di un colore fra il grigio e l'avorio.

-Ricorda hadassah! è la gloria di Dio a nascondere la sostanza, l'onore dei re è saperlo trovare- le disse il padre, mentre lei tastava i vari punti della sfera fino a capire il meccanismo per aprirla, trovandovi dentro una piccola collana con appeso una pietra trasparente finemente intagliata.

-È della Terra promessa. La tua bisnonna l'ha portata con sè- le spiegò dolcemente la madre

-E come te, la sua ricchezza è incisa all'interno- continuò il padre, facendo avvicinare il ciondolo alla fievole luce di una candela. La fiamma mostrò la magia, nel muro ,infatti, erano apparse tante stelle a sei punte.

La bambina guardò meravigliata quel gioco di luci.

***

Dalla sua stanza quella notte, la giovane ragazza non riusciva a prendere sonno senza una vera ragione, o forse perchè preferiva origliare alla conversazione che avveniva al piano di sotto fra suo zio e uno dei sacerdoti arrivati a Susa con la carovana quella mattina.

-Riconsiderate la mia proposta, c'è un gran bisogno di una guida a Gerusalemme-

-Certo, mio signore, e suppongo che nella nostra carovana abbiate bisogno di un cuoco che sia bravo quanto la nostra Rebecca...-

-Voi solo un povero scrivano di palazzo, uno che è superiore ad un persiano in tutto, siete un ebreo o siete diventato un pagano?-

-Noi siamo un piccolo popolo , intrappolato in un violento e vasto impero. Abbiamo principi coraggiosi che sarebbero pronti a distruggerci con il cenno di un dito!-

-E la vostra presenza a palazzo potrebbe impedirlo?-

-Probabilmente no, ma ora parlatemi di ciò che voglio sapere, ditemi del tempio ...-

- Ah quale estasi essere alla presenza dell'onnipotenza, come l'infinito abbraccio fra marito e moglie e tuttavia più profondo di quanto sappia l'amore mortale.-

***

Or accadde che nei giorni di re Serse, che governò su tutto il regno dei Medi e dei Persiani dall'Etiopia all'India, che nel terzo anno del suo regno, egli decretò una stagione di festeggiamenti.

Voci di guerra erano nell'aria. Alcuni pensavano che fosse un modo per accantonare la decisione di marciare sulla Grecia, come rivalsa sulla morte di suo padre quattro anni prima.

***

Il re sedeva vicino lo scrittoio nelle sue stanze, pensando e ripensando alla guerra che sarebbe presto cominciata, sapeva bene che molti erano contrari all'idea, ma lui sentiva il bisogno di vendetta crescere sempre di più.

- Mio re, la regina Vashti.- la introdusse il capo degli eunuchi, Hegai, mentre Serse finiva di indossare gli abiti per l'ennesimo banchetto.

La donna si era mostrata a lui in tutto il suo splendore. Bellissima e raffinata. Con la corona sul capo e le migliori vesti che possedeva.

-Entrate- l'aveva accolta il marito.

Non appena furono rimasti soli, questa tolse il velo che copriva l'elaborata acconciatura.

-I festeggiamenti serali non vi interessano?- le chiese prima di baciarle la mano.

-Era molto che non mi convocavate. Le vostre mani non sono state oziose.-

-Non oziose, ma neppure abili- confessò lui.

-Voi sapete perchè i principi hanno prolungato il banchetto un'altra sera?-

-Siete in ritardo se volete che glielo neghi. Soprattutto ora, con tanto clamore sulla marcia sulla Grecia per vendicare mio padre.-

-Per quante avete sognato di modellare la Persia, come un pilastro di sapienza e cultura, una fiamma che renda la Grecia nient'altro che un'ombra, sapete bene quanto me che questo non si vince in battaglia- cercò di convincerlo, aggrappandosi ai bordi della fusciacca- ma nel cuore degli uomini.

-Vorreste che non facessi niente?- chiese stupito e disgustato lui.

-Voi non siete un guerriero- continuò lei cercando di afferrargli la mano, che lui prontamente continuava ad allontanare - siete un re. -

-Vorrei che voi rimaneste. Innalzate il vostro regno, servite il vostro trono.- lo pregò per l'ultima volta lei, lasciandolo solo.

***

-Dopo Hadassah, ne discuteremo dopo- cercò di rimandare lo zio, mentre finiva di prepararsi.

-Non c'è tempo per il dopo, la carovana parte domani- insisteva ancora la giovane- il sacerdote non ha detto che si sarebbe preso cura di me?-

-C'è così tanto di tuo padre e di tua madre in te!- si arrese alla fine l'uomo- forse mi comporto come un egoista. Tu vuoi davvero andare a Gerusalemme?-.

-Lo voglio- rispose annuendo contemporaneamente quella.

-Allora va, mia cara.-

Non ci vollero parole per manifestare la sua gratitudine, tanto strinse stretto il pover uomo.

-Ah, io rientrerò tardi questa sera. Hanno prolungato il banchetto. Tutta Susa è stata invitata- comunicò lo scrivano.

-Tutta Susa?- sospirò sognante la ragazza.

-Un covo di ubriachi, non è luogo per una giovane donna pura- si affrettò a spiegare.

-E perchè un bravo ebreo come voi ci va?- si insinuò nella conversazione Rebecca.

-Tutti gli scrivani ci vanno! C'è la guerra nell'aria!!!-

***

I giochi di fuoco all'interno della grande sala avrebbero reso l'aria irrespirabile se non fosse stato per grandi finestre dalle quali si vedeva la grande città.

Vi era più gente del solito, soprattutto perchè questa volta l'invito era stato promulgato a tutti senza esclusione alcuna. E, certo, il vino non mancava.

La musica arrivava fino alle mura.

A separare la popolazione dai principi erano solo pochi gradini.

-La regina ha disertato il banchetto per protesta. Tutto è pronto come avete chiesto.-

***

Intanto la giovane Hadassah aveva deciso che prima di partire avrebbe visto la reggia del grande re Serse e insieme all'amico Jessie era riuscita ad intrufolarsi senza farsi scoprire dallo scrivano.

Non sapendo che gli avvenimenti di quella notte avrebbero cambiato per sempre la sua vita.

One night with the King - EsterDove le storie prendono vita. Scoprilo ora