Capitolo 14

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Mangiamo le caramelle ed intanto ridiamo e conversiamo
«quindi sul serio hai quasi trovato un lavoro?» mi chiede entusiasta
«Si Christian» dico, mentre la voglia di fare l'amore con lui sale di smisura, sempre di più, lo desidero, ma vorrei che me lo chiedesse lui, no, devo farlo io
«sono felicissimo per te» dice abbracciandomi, ed é qui che non riesco più a sopportare la voglia di lui
«Cristian» dico mettendogli una mano sul membro e gattonando verso di lui
«Anastasia» sbotta lui un po sorpreso
Io inizio a slacciargli la cintura
«no piccola» mi ferma lui, io rimango pietrificata e imbarazzata «ho giurato a me stesso che faró sesso solo nella stanza dei giochi, mi dispiace, e finche non prendi una decisione, non potró toccarti, perdonami» abbassa gli occhi
"Merda, merda, merda" mi viene improvvisamente un idea
«Christian, possiamo provare? Prima di prendere una decisione, devo vedere se mi piacerà» alzo le spalle come se avessi detto una stupidaggine
Lui mi fissa, é rimasto colpito sicuramente
«Mi prendi in giro Anastasia?» dice piegando la testa di lato
«No Christian» gli dico accarezzandogli la guancia
«Oh Miss Steele, mi sorprendi sempre» e mi bacia lentamente
"Bene Ana, ora che ti sei cacciata in questo pasticcio cosa farai? E se non ti piacerà essere picchiata? Perderai sicuramente Christian" mi incolpa la mia voce interiore
«Andiamo» dice felice, prendendomi in braccio «Piccola, mangia altre caramelle sei una piuma, quanto pesi 40 chili?» dice spezzando la magia che si era creata in quel momento
«in realtà peso 43» dico precisando
«Dovrei essere sollevato?» mi guarda fisso
«probabilmente si» dico «Andiamo?» lo trascino fuori la porta
«Si» sbotta chiudendo dietro di se la porta a chiave
Passeggiamo per i giardini del college e ci sono almeno un centinaio di studenti, Christian mi prende la mano e camminiamo, mentre vengo sommersa da sguardi invidiosi, occhiatacce, e probabilemnte smorfie dietro di me, la cosa non mi tocca minimamente, Perche vedo che Christian non se ne fotte nemmeno un po
«Sono sicuro che guardano tutti te Bellissima Ana» mi guarda e mi sorride, io sorrido a mia volta
«Oh no, sono te che guardano queste troiette» insulto le ragazze che si mangiano con gli occhi il mio ragazzo
«Sei gelosa Miss Steele?» dice facendo una faccia un po perversa
«Neanche un po» sbotto chiudendomi in me stessa
«odio che tutta questa gente ti guarda piccola, sei solo mia» dice stringendomi il braccio intorno alla vita, quasi toccandomi il sedere
"Si guardateci" dice vantandosi la mia piccola dea
«ed io odio che guardano te» scherzo
«Io sono il tuo primo ragazzo vero piccola?» mi chiede preoccupato
«Emh, il secondo» dico precisando
«COSA?» urla Christian
«Cos'hai?» chiedo confusa
«Chi era questo?» domanda cercando di calmarsi
«Un mio compagno di classe» dico
«Quanto tempo fa?» dice sbarrando gli occhi
«Christian, si tratta di anni fa» chiarisco
«2-3-4?» domanda innervosendosi
«3»
«Come si chiama questo tu ex?»
«Ricordo solo il nome» mi invento
«Vale a dire?»
«Phill» dico la verità
«Ah capito» si finge rilassato  «siamo arrivati piccola»
«Ah, non me ne ero accorta» sorrido sdrammatizzando un po
«già» sorride anche lui
Chiamiamo l'ascensore, siamo arrivati nel suo splendido attico costosissimo
«Qualcosa da bere piccola?» chiede gentilmente da padrone di casa
«Si grazie»
Lui va in cucina e torna con due bicchieri di cristallo vuoti e una bottiglia di vino bianco, li appoggia sul tavolo del soggiorno e li riempie poco meno della metà, mi porge il bicchiere, io lo afferro e lui lo fa tintinnare con il suo
«a noi piccola» dice con occhi dolci
«A noi due» dico ricambiando lo sguardo
Beviamo il vino
«Ancora?» mi chiede
«Per favore» rispondo
Ne versa anche per lui e iniziamo a parlare dell stanza rossa
«Tu ne sei proprio sicura di provare?» si rassicura
«Si Christian, sicurissima» rispondo fermamente
«Bene, visto che non conosci le regole non ti puniró, ma le più importanti sono
- non toccarmi
- non guardarmi negli occhi
- chiamarmi signore o Mr Grey»
«ricevuto» dico con un mezzo sorriso
«ah Ana, se il tuo piacere é al limite di sopportazione usa una safeword, scegline una» chiede
«Emh stop va bene?» gli chiedo
«Potrebbe andare» dice bevendo l'ultimo sorso di vino nel bicchiere «Vieni piccola» dice allungandomi la mano verso di me, io la afferro e lo seguo per le scale
«Sei pronta?» mi chiede
«Sempre» dico determinata
Affonda la mano nella tasca dei pantaloni neri e tira fuori la chiave argentata, apre cautamente la porta e accende le luci, appena entro si sente un profumo di agrumi, legno, e cera
«Ana qual'é la safeword?» chiede assicurandsi che me la ricordi
«Stop» dico
«brava» quando entra in questa stanza cambia espressione ed umore «levati le scarpe» mi chiede con tono dominante
Io eseguo e cerco di non guardarlo negli occhi, scalcio via le scarpe
«Alza le braccia» io eseguo, e lui mi sfila la maglia da sopra la testa, e mi toglie anche i pantaloni
Mi circonda con le braccia, e mi slaccia il reggiseno
«ti stai mordendo le labbra, Voltati» ordina bruscamente
«Si» dico
«Si cosa?»
«Si signore»
«Brava» mi dice, come se mi stesse ricompensando
Mi raccoglie i capelli e mi fa una treccia
«Hai un elastico?» chiede
Controllo il polso, lo prendo e glie lo do, lui mi allaccia la treccia e mi volta
«Inginocchiati verso la porta» io lo faccio e lui esce dal retro
Quando torna io sono ancora girata
«Anastasia» mi chiama
«Signore» dico facendo una piccola smorfia sapendo che lui non mi puó vedere
«Tendi la mano» mi ordina
Io lo faccio e mi sento accarezzare da qualcosa, qualcosa di morbido e liscio, subito dopo mi sento colpire alla mano, io la ritiro per istinto ma poi realizzo che non mi ha fatto nulla
«Ti ho fatta male?» chiede
«No» sbotto
«Piccola, la maggior parte della paura si trova nella tua mente, cerca di non riflettere troppo e sottomettiti a me» chiede con voce dolce
«Ok» dico
«Ora alzati» prendo la mano che lui mi ha teso e mi alzo
«Ti ho colpita con questo» mi mostra il frustino e ha un aria innoqua, io annuisco osservandolo
Raggiunge il fondo della stanza e prende delle manette regolabili
Me le fa indossare, stringendole il più possibile e mi lega agganciando le manette ad uno strano aggeggio che ricopre tutto il soffitto
Sono appesa ad una parete e Christian il dominatore é davanti a me
«Non vergognarti della tua nudità» mi sussurra
«Si signore» abbasso gli occhi
Inizia a stuzzicarmi i seni e con entrambe le mani mi accarezza il centro della pancia, arriva alle mutandine, me le fa scorrere sulle gambe, le toglie e le tira sul pavimento lontano da noi
Mi bacia il collo, afferra il frustino e inizia a toccarmi e mi accarezza lentamente la schiena fino ad arrivare al sedere e quando meno me lo aspetto mi colpisce, é piacevole ed erotico, gemo dal piacere
«che effetto fa?» chiede con voce sensuale
«Bello signore » schiudo gli occhi, ed inizia a farlo scorrere lungo il seno, disegna piccoli cerchi intorno al capezzolo indurito, mi colpisce, e fa la stessa cosa sull'altro seno, gemo
«Zitta» mi ordina
Mi colpisce al centro del ventre, e da dietro mi mordicchia il lobo dell'orecchio, mi passa il frustino in mezzo alle cosce e colpisce sul clitoride, per 3 volte a distanza di 5 secondi
La mia vagina é bagnata e vogliosa, mi passa il frustino sulle labbra che mi stavo mordendo precedentemente e mi fa assaggiare il sapore della mia eccitazione
Si posiziona davanti a me si slaccia i pantaloni e si infila un preservativo
«aggancia le gambe intorno alla mia vita» ordina, io lo faccio e con impazienza mi affonda dentro, io urlo, inizia a muoversi, sempre più veloce, ad un ritmo sfiancante, gemo ad ogni sua spinta, e non si ferma
«Si piccola» dice facendo aumentare il tono dei miei gemiti
«Christian» urlo «aah»
«Vieni per me Anastasia, per me piccola» grida
Vengo urlando il suo nome, e lui subito dopo di me.

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