Capitolo 3

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Sono nel corridoio della mia nuova scuola, sto camminando affianco a Kate e arrossisco a tutti gli sguardi che mi rivolgono i miei nuovi compagni mi scrutano dall'alto al basso, mi sento troppo osservata mi volto e vedo Kate che sorride allegramente a tutti i cenni di saluti che le rivolgono, lei sembra a casa, con i suoi stivaletti col tacco e quei jeans che le foderano le gambe come se fossero una seconda pelle e con quella camicetta bianca dove si intravede il reggiseno e i primi tre bottoni sono sbottonati, mentre io sono sempre più rossa e guardo il basso, sono vestita con dei pantaloni attillatissimi beige, le converse nere, un top nero e una giacca molto formale ma assolutamete sexy, finalmente finiamo di percorrere il lungo tragitto dall'entrata all'ufficio del preside.
Ci fanno accomodare in una piccola sala d'attesa con 6 sedie intorno ad un tavolino con dei giornali locali, siamo qui ad aspettare da più di 45 minuti e dall'ufficio si sentono delle urla e minaccie dal preside
«Signorino Grey all' ennesima bravata che farà la sospendo dall'università» lo minaccia nuovamente
«preside i miei genitori finanziano questa università, non puó espellermi»Dice con aria del tutto sicura e del tutto padrone di se
«Sicuramente posso parlarne con i tuoi genitori, credo che saranno d'accordo» lo sfida «e adesso fuori di qui» lo caccia.
Esce sbattendo la porta un ragazzo furioso e quando alzo gli occhi per vedere la sua faccia tosta, mi immobilizzo vedendo che é Christian, ci guardiamo per secondi che sembravano minuti, d'un tratto esce il preside dal suo ufficio
«Katherine Kavanag, Anastasia Steele » prosegue «Bevenute nella nostra università» Spalanca la bocca in un sorriso a 36 denti.
Christian rimane a bocca  spalancata
«Queste ragazze sono delle nuove alunne?» chiede sfacciatamente Christian
«Si, qualcosa che non va signorino Grey?» gli risponde irritato
«oh, assolutamente no, vado nella mia stanza» si affretta a scappare
«Ragazze se vi volete accomodare» ci dice spalancandoci la porta per farci entrare.
Parliamo per mezz'ora degli orari delle regole e vari dettagli, avremo una camera tutta per noi menomale.
Attraversiamo nuovamente quel corridoio mentre le voci si fanno sempre più basse, é evidente che stanno parlando di noi..
Entramo nella stanza é stupenda, ha due letti singoli due armadi con 7 cassetti e un comodino vicino al letto con sopra un abat jour bianco e le pareti sono di un lilla non troppo scuro e il parquet é di un colore chiaro abbinato all'armadio e al comodino, c'é anche una libreria dove metteró i miei libri di Hardy e una scrivania/tavolo affianco, c'é un piccolo fornello, un forno a microonde e un frigorifero, non manca nulla, mi giro alla mia destra e scosto dei tendoni beige che nascondono le luci della meravigliosa Seattle, di sera incanta ancora di più, la fisso per un bel po di tempo e inizio a disfare valigie e pacchi, la libreria Kate me l'ha completamente regalata ho messo tutti i miei romanzi inglesi e danno alla stanza decisamente un tocco soft e formale, mi piace
Inizio a mettere vestiti e camicie sulle grucce, e top, t-shirt e pantaloni nei cassetti, ci va tutto a pennello e chiedo a Kate di uscire un attimo per riempire il frigorifero, usciamo e in un ora abbiamo svaligiato il super market, cucino un omelette veloce sul fornello e riscaldo le baguette nel forno a microonde, dopo aver mangiato Kate proprone di andare a farci un giro e visitare l'università prima che il coprifuoco inizi.
Camminando per i corridoi noto due ragazzi che si picchiano, non sapendo cosa fare mi avvicino a loro e mi presento
«Ciao» sorrido ai due
«Io sono Anastasia Steele, sono appena arrivata» mormoro tenendo il sorriso stampato sulle labbra
«Io sono José » si presenta il più muscoloso, ha una pelle deliziosamente abbronzata dal sole argentino, é alto con degli occhi neri e capelli scuri é molto carino, ma non fa per me...
Gli stringo la mano e lui mi da un caloroso benvenuto, mi sta subito simpatico e mi chiede com'é andato il trasloco e mi tranquillizza che qui mi troveró a mio agio strizzandomi l'occhio nero profondo
«Io sono Elliot» si presenta subito dopo il meno muscoloso ma sicuramente molto sportivo, fa alcune battute e mi fa subito ridere é davvero simpatico e ha la fissazione di ravvivarsi i capelli biondi, ha gli occhi marroni chiari, é alto e si veste molto bene, mi inizia a parlare come se mi conoscesse da anni.
«Emh, si, ma perche vi picchiavate?» domando subito
I due si guardano e alzano le spalle come se non ci fosse un motivo
«É una vecchia storia » mi risponde José
«Capisco» gli dico,non vogliono dirmelo
«Anaaa»mi grida Kate con voce un po corrucciata
«Si Kate?» sbotto con aria di scuse, lei ci raggiunge e rimane paralizzata fissando Elliot
«Kate ti presento José ed Elliot»glie li presento indicandoli
Lei rimane in silenzio, la guardo e decido di presentarla io
«José, Elliot lei é Katherine Kavanagh» che imbarazzo rido dentro di me
«Piacere dice » facendo uscire le parole con forza
«Finiamo il giro della scuola?»le chiedo, lei annuisce e saluta Elliot
La fisso «non ti avevo mai vista cosí, mh, taciturna» mormoro
«Eh?» scuote la testa e ignora la domanda e mi indica con l'indice di andare a destra, appena svoltiamo vedo Christian che cammina convinto e appena vede che mi mordo il labbro e alzo gli occhi al cielo lui abbassa lo sguardo, "ok é passato" mi asciugo la fronte come se avessi fatto fatica ad ignorarlo
Visitiamo parecchie aule e quando usciamo me lo trovo davanti, ma faccio finta di nulla e passo tranquillamente, finiamo di visitare le aule che si trovano sul corridoio A e proseguiamo sul corridoio B "questa é davvero una delle scuole più attrezzate e munite" penso.
Torniamo indietro e lui é di nuovo qui
«Merda» sbotto improvvisamente senza rendermi conto.
Mi ritrovo ad ignorarlo per la terza volta in un ora e lui cerca di non guardarmi e farmi sentire a mio agio più possibile.
«Cos'é successo Ana?» mi chiede Kate
«Emh io mi sono dimenticata di emh controllare i messaggi sul cellulare» proseguo «mia madre ha detto che appena arrivata dovevo avvisarla» sbuffo un po.
Torniamo in camera mi faccio una doccia, subito dopo chiamo Ray, il mio patrigno, come sempre la conversazione dura poco
«Hei Annie»
«Papà sono a Seattle» mia affretto a dire
«Ah dimmi com'é la scuola?e i compagni?»
«é molto grande, bella, i compagni sono tutti molto amichevoli» gli dico
«Ah, mi fa piacere Annie»
«Già, ti voglio bene papà» dico
«Ti voglio bene anche io Annie» mi dice con affetto e stacco
Mando un messaggio a mia mamma perche in Georgia c'é il fuso orario

Mamma sono arrivata a Seattle la scuola é molto bella e i compagni sono tutti simpatici.
Ti voglio bene a presto

Sono le 4:00 del mattino, non riesco a dormire in nessun modo.
Esco dalla camera e vado a prendere una boccata d'aria fresca, fuori c'é un ragazzo, é Christian cazzo, sto per tornare dentro
«Anastasia» mi urla finendo la canna che stava fumando
«Christian» gli dico non sapendo cosa dire
«Dunque sei una nuova alunna» mi dice iniziando la conversazione imbarazzante
«Si, prima abitavo a Portland» dico tremolante
«Ah, e hai cambiato scuola..» continua la frase
«Esatto» dico
«cosa fai sveglia a quest'ora?» Mi chiede curioso
«emh non riuscivo a chiudere occhio» abbasso lo sguardo
«Io vengo sempre qui quando non riesco a dormire» mi spiega
«Capisco» non vedo l'ora di anarmene
Indietreggio e quando sto per anarmene
«Cerchi di evitarmi vero?»mi chiede con faccia sfacciata
«cosa? No » mento
«allora ti va di andarci a fare un giro?» mi chiede subito
«Volentieri» faccio un sorriso sforzato e bugiardo
«Dove vuoi andare?» mi chiede
«Dove vuoi tu» mi affretto a dire non sapendo cosa fare.

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