Capitolo 12

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Suonai al campanello e mi venne ad aprire Liam.
"Elen! Entra" mi disse
"Grazie" dissi entrando nel giardino che separava la casa dal cancello principale.
Entrai in casa e salii in camera di Lucy.
Prima di entrare bussai.
Mi venne ad aprire una Lucy a testa bassa ma quando mi vide sorrise e mi abbracciò.
La strinsi più forte a me.
"Scusa" le sussurrai.
"No scusami tu"
Ci staccammo e iniziammo a ridere.
"Non ce la faccio ad essere arrabbiata con te" dissi sedendomi insieme a lei sul letto.
"Neanche io...dimmi un po, come è andata la risonanza magnetica?" mi chiese.
Questa domanda mi rese ancora più felice: era davvero bello che qualcuno si ricordava di me.
"Benissimo! La malattia non si è espansa!" esclamai.
"Quale malattia?" disse una voce roca dietro le nostre spalle.
Il mio cuore si fermò e iniziai a sudare.
Io guardavo Lucy e Lucy guardava me.
Deglutii e mi girai verso di lui. Harry.
"Harry, stavi origliando?" disse Lucy.
"No, ma passavo di qua e ho sentito di questa malattia" disse.
"Non sono cose che ti riguardano" continuò Lucy.
"Ma qualcuno non sta bene?" disse con aria preoccupata.
A quel punto provai disgusto verso me stessa. Facevo davvero schifo. Si preoccupava se qualcuno non stesse bene. E io? Io non gli dissi niente. Come una sciocca, non gli rivelai della mia malattia perché ero convinta che mi avrebbe abbandonata, ma col passare del tempo mi resi conto che io lo stavo abbandonando, lo stavo allontanando da me, anche senza volerlo.
"Non ti preoccupare Harry" disse ancora Lucy.
Io non avevo il coraggio di parlare.
"Ma io voglio sapere chi sta male!" replicò.
Era davvero ficcanaso questo ragazzo.
Lucy sbuffò.
"Mia nonna" intervenni io.
"Oh mi dispiace tanto" disse Harry venendomi incontro.
Lucy mi guardò confusa e preoccupata allo stesso tempo.
"Fa niente, si riprenderà presto" dissi fingendo un sorriso.
"Per qualsiasi cosa puoi contare su di me" disse guardandomi negli occhi e sorridendomi.
Annuii sorridendo.
"Beh ora vado. Ciao ragazze" se ne andò.
"Terza bugia" dissi con la testa fra le mani.
Lucy mi accarezzò la spalla.
"Non c'era bisogno di dirlo" disse.
"Lo so, ma quel ragazzo è un ficcanaso!"
Lucy scoppiò a ridere.
"Lo so" rispose ancora ridendo.
"È strano vero?" le chiesi.
"Cosa?" disse ritornando seria.
"Mi ha parlato come se niente fosse, dopo quello che gli ho fatto, che gli ho detto, mi parla ancora, mi dice di contare su di lui...ti rendi conto?"
"Mi rendo conto che ci tiene a te più di quanto lo puoi immaginare" disse.
La guardai.
"Io dico che è innamorato stracotto di te, Elen Smith" continuò.
"Smettila di fare la psicologa dei cuori infranti" dissi ridendo.
"Ma non faccio la psicologa dei cuori infranti, come dici tu! Io ti ho solo detto la verità!" replicò.
Io scossi il capo.
"Non è la verità" affermai.
"Elen, togliti quelle bende dagli occhi e guarda la realtà così com'è"
"Lucy, la realtà è che io ho una malattia e che da un giorno all'altro potrei morire! E non lo negare! Perché il cancro porta alla morte e questo si sa!" dissi con le lacrime agli occhi.
"Perché sei così pessimista? Se, come dici tu, il cancro porta alla morte, devi goderti la vita! Vivi! E fregatene di questa malattia! Tu sei abbastanza forte per combatterla!" mi disse.
"Non sono forte. Non sono mai stata forte."
"Ma lo puoi diventare. Una guerriera. Una guerriera che combatte contro il nemico" disse.
"Ma quanti cartoni ti vedi la mattina?" dissi ridendo.
"Un paio...ma devi credermi, sii come una guerriera, combatti per vincere e sconfiggere il cancro" mi rispose.
Le sorrisi e l'abbracciai.
"Grazie" le sussurrai.
"Un'amica serve a questo no?" rispose.
Mi squillò il cellulare. Lo presi e risposi.
"Pronto?"
"Tesoro, sono io, torni per cena, vero?" era mia madre.
"Si mamma tranquilla" risposi.
"Va bene, a dopo" attaccò.
"Devo tornare per cena" dissi a Lucy.
"D'accordo...e non dimenticare che fra tre giorni ci sarà la mia festa di compleanno!" mi disse.
"Certo! E come posso dimenticarlo?"
Sorrise.
"Ora vado, ci vediamo" dissi dandole un bacio sulla guancia e andando via.
Quando tornai a casa, papà era già tornato dal lavoro.
"Papà!" esclamai abbracciandolo.
"Tesoro!" disse stringendomi a lui.
"Mamma mi ha detto della risonanza magnetica...sono felicissimo!" continuò.
"Anche io! Tanto!" risposi.
"La cena è pronta!" disse mia mamma mettendo i piatti in tavola.
Ci sedemmo e cenammo.
Dopo aver aiutato mamma a sparecchiare e a lavare i piatti, andai in camera e mi stesi sul letto.
Visto che fra tre giorni sarebbe stato il compleanno di Lucy, avrei dovuto comprarle un regalo ma dato che da domani mamma avrebbe ripreso a lavorare, non poteva accompagnarmi nessuno.
Andarci a piedi? Era un sacco di strada dato che mi trovavo in periferia.
Non conoscevo nessuno che sarebbe stato disponibile ad accompagnarmi. Conoscevo solo due persone oltre a Lucy: Liam ed Harry.
Non sarebbe stato il caso per chiederlo a Liam...anche perché non avevo il suo numero.
Harry? Ehm...no.
Dì la verità, vorresti fare di tutto purché Harry ti accompagnasse.
Zitta vocina del cavolo!
È la verità.
Ok parlo da sola.
Decisi che avrei provato a chiedere la sua disponibilità.
Presi il cellulare e composi un messaggio per Harry.
"Ehi :)"
"Smith :)" mi rispose subito.
"Posso chiederti un favore?" scrissi.
"Certo. Tutto quello che vuoi."
Sorrisi a quella risposta.
"Dato che fra tre giorni è il compleanno di Lucy, vorrei andare a comprarle un regalo, ma non c'è nessuno che può accompagnarmi...tu per caso potresti?"
"Certo! Anche io le devo comprare un regalo. Lo compreremo insieme ;)" rispose.
"Grazie :)"
"Di nulla ;) Ti passo a prendere domani alle 10:00"
"D'accordo, a domani :)" risposi.
"A domani :)"
Spensi il cellulare e lo posai sul comodino.
Sorrisi istintivamente. Mi sentivo bene quando parlavo con lui.
Innamorata? Nah...forse.

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