Capitolo 3

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- Non avrai intenzione di portarti dietro tutti qui libri!- disse mia madre.
Ero balzata giù dal letto molto presto, con la speranza di riuscire a mettere via tutti i miei libri, per poi nascondergli nel portabagagli dell'auto. Speravo che mettendo sopra una coperta , mamma non se ne sarebbe accorta. Sapevo che avevamo bisogno di tutto lo spazio disponibile in macchina , ma ci sono delle cose a cui necessario dare la priorità.
- Sto cercando di fare più spazio nell'armadio a muro- mentii- per i Gretel e i loro tre figli. - Calca la voce su 'tre" , immaginando che lei avrebbe potuto ripensarci. In casa tre bambini potrebbero fare una quantità di danni...
- È un pensiero molto gentile da parte tua.- approvo mia madre sorridendo. - Mettili in ordine più che puoi e puoi scendi ad aiutarmi in cucina e in soggiorno. Non mi ero mai resa conto che tu avessi tanti libri.
Era una buona cosa che lei non sapesse che la maggior parte l'avevo già nascosta nell'armadio di Kim.

- Bisogna dare una spolverata al tapetto, e passare lo straccio in cucina.- mia madre continuo a darmi ordini.
- Quei signori dovrebbero arrivare a mezzogiorno, noi ce ne andremo appena loro si saranno sistemati.-
Scesi la scala a passi furtivi, ringraziando lo spesso tapetto bruno che smorzzava il rumore dei miei passi. Poi sveltamente, posa la scatola nella macchina.
In un lampo fui di nuovo nel soggiorno, e passai l'aspirapolvere. Avevo già finito quando mia madre arrivò di nuovo, stavolta con una borsa per gli abiti.
- Grazie ,Mariah- disse. - Accertati di non aver lasciato in giro nessuno dei tuoi vestiti. Staremo fuori fino a quando ricominceranno le scuole, prendi tutti i vestiti.
Ero appena a metà delle scale quando sentii nuovamente la voce della mamma.
- Mariah. - Aveva trovato i libri! Riferì le scale di corsa e andai alla macchina. Lei non disse una parola, ma se una occhiata bastasse a uccidere una persona, io sarei morta la su due piedi. Salendo poi le scale lo scatolone era più pesante di quanto mi fosse sembrato portandolo giù.
Con riluttanza ficcai lo scatolone di libri nell'armadio a muro. Mi sedette sul letto nel baratro della disperazione. Potevo udire le onde che, sotto la finestra , si frangevano contro gli scogli. Imbronciata mi concentra sui tonfi ritmici. Il rumore di un automobile che veniva verso casa mi fece saltare giù dal letto.
Erano in anticipo! Sapevo che mia madre ne sarebbe starà irritata perché avrebbe voluto avere più tempo per prepararsi. Guardando fuori dalla finestra della mia camera da letto, osservai i Gretel che scendevano da una macchina color argento, nuova e lucente. La macchina era sovracarica di borse e pacchi, e sul porta pacchi c'era legata una tavola da surf rossa.
Non avrei mai pensato che avessero bisogno di tanta roba per passare l'estate a casa nostra. Osservai mia madre stringere la mano ai Gretel dopo di che vidi due ragazzini più o meno di sei e otto anni, e una ragazza che dimostrava la mia età forse un anno in più. Era abbastanza alta e magra come me, ma quando si giro potei vedere che la sua figura era molto meglio. La sua carnagione era simile a quella di mia madre, color crema con appena un'ombra di rosso sulle guance. Si volto verso l'oceano e una ciocca di capelli biondi le si infiló in bocca.a lei rapidamente la scostó via. I suoi occhi erano di un blu deciso, e quando mi sorrise i suoi denti scintilarono. Era molto bella.
Mi ritira dalla finestra sapendo che loro si aspettavano che io andassi a dare una mano, Kim che mi aveva preceduto, era eccitatissima e mi gridò: - Sono già qui!-
- Lo so- risposi, sentendomi triste. In qualche modo avevo sperato che loro avessero potuto cambiare idea sull'intera facendo. Adesso erano qui, era definitivo che dovevamo andarcene. Elaine Gretel sorrideva con disinvoltura e parlava piacevolmente con i sui genitori. I suoi fratelli più piccoli, invece, si prendevano a spintoni e corevano da ogni parte.
- Tony! Mark!- la madre li chiamava cento volte al minuto. - Se non la smettete vi manderesti dritti nella vostra camera!- lei già chiamava una delle stanze la loro camera.
Aiutaci Elaine a portare su le borse e aspettammo mia madre nell'atrio.
- Elaine , tu prenderai la camera di Mariah. - ci disse - I ragazzi staranno in quella di Kim. -
"Bene" pensai. Ero certa che nessuna ragazza come Elaine non avrebbe mai potuto rovinare qualcuna delle mie cose. Avevo lavorato per due settimane per dare alla mia camera l'aspetto di quelle che si vedevano nelle riviste e non volevo che un estraneo vi facesse danni per tutta l'estate. A Elaine la mia camera piacque molto. Lei indossava dei vecchi jeans consumati e una maglieria rosso bilance, con una felpa. Rimasi ad osservarla mentre andava in bagno ad osservare i tre specchi.
- È ottimo per pettinarsi.- le spiegai- puoi vedere anche ogni angolo che resterebbe nascosto.
- Lo so- disse lei semplicemente.
- Mariah non abbiamo tutto il giorno a nostra disposizione- mi averti mia madre dal atrio. - Non voglio trovarmi lungo la strada mentre il deserto manda il caldo più forte.
Passai gli ultimi minuti con la mia nuova amica, correndo intorno a controllare di non aver dimenticato nulla. Guardai nei cassetti e nell'armadio, cedeti alla tentazione è presi attentamente quanto libri. Che li nascosti nella borsa. Se non avessi avuto abbastanza tempo per scrivere un romanzo, almeno avrei potuto studiare quelli che avevo scelto.
- Addio- saluti Elaine- passa una buona vacanza in casa mia ! - Ma proprio quando stavo per andarmene mi viene un ripensamento. Le feci cenno di seguirmi alla finestra e le indicai un gruppo di scogli neri su cui stavano dei gabbiani.
- Quello è un buon posto per star sedute a pensare, e per stare veramente sole. Io vado a sedermici abbastanza spesso.-
- Credo di essere un po come te- Elaine sorrise e mi tocco la spalla - Qualche volta anch'io ho bisogno di star sola. Grazie per avermi mostrato il tuo scoglio.-
Non avrei mai immaginato che un giorno avrei diviso il mio scoglio con qualcun altro.! La saluti uscì dalla camera. Dopo di che partiamo.

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