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Era tutto così... strano.
Trovarmi davanti a quella scuola, camminare dove Aiden era morto.
Stavo quasi per avere un attacco di panico quando sentii una mano gelida sulla mia spalla.
Mi voltai di scatto e vidi Malia sorridermi.
Guardandola meglio notai che era davvero carina, con i capelli corti e mossi stava meglio.
La ammiravo molto come persona, era stata capace di riprendersi e di affrontare la vita a testa alta. A dirla tutta viveva nella "società moderna" da soli tre anni più o meno.
"Bentornata" sorrise lei amorevolmente.
Nonostante il fatto che il suo primo istinto fosse uccidere, sapeva essere la migliore amica dei sogni.
"Grazie" sussurrai a testa bassa iniziando a camminare verso l'entrata.
A New York era tutto più caotico ovviamente, ma niente e nessuno avrebbe battuto il traffico nel corridoio della Beacon Hills High School alle otto di mattina.
Nella tasca dei jeans avevo un foglietto che mi aveva dato mia madre quella mattina dove c'era scritto il numero del mio armadietto e le classi che avrei dovuto frequentare.
Ah e mia madre non si innervosì neanche tanto per il ritardo della sera precedente, semplicemente disse che avrei potuto avvertirla.
Ad ogni modo, il mio armadietto era il 305.
Mi ci avvicinai e notai che quello di fianco a me era aperto.
Dietro c'era qualcuno, molto basso, ma non volli farmi notare così aprii il mio e tirai nuovamente il foglietto dalla tasca dei jeans.
Biologia L.A.
L.A. stava per livello avanzato, Lydia mi aveva convinta a studiarla dal primo anno.
Io e lei avevamo abbastanza crediti per diplomarci con un anno d'anticipo, ma, nonostante io fossi a New York e lei qui, decidemmo di diplomarci a diciotto anni, così avremmo potuto organizzarci meglio per il college.
Lydia era l'unica persona con cui fui in contatto per due anni.
Le avevo pregato di non dire a nessuno che parlavamo, preferivo che tutti si dimenticassero di me dato che avevo in programma di restare a New York per sempre.
Entrai in classe e mi posizionai di fianco a Lydia al primo banco.
Mi mancava tutto ciò.
Notai anche Kira al primo banco e di fianco a lei c'era ... Scott?
Io e Lydia ci scambiammo uno sguardo perplesso e poi guardammo Kira con una faccia del tipo cosacifaluiqui?
"Scott" sussurrò Kira dandogli una gomitata "sei sicuro di essere nella classe giusta?"
Scott non ebbe il tempo di rispondere che la professoressa entrò in classe e posò rumorosamente sulla cattedra una pila di fogli.
"Questa è la domanda giusta!" la professoressa puntò il dito contro Kira "chi pensa di essere nella classe giusta?".
Mi voltai per guardare la classe e nessuno alzò la mano, tranne qualcuno seduto infondo: Theo.
Quando tutti lo notarono iniziarono ad alzare la mano.
"Lascerò questi fogli qui. Se volete abbandonare il corso vi basterà firmare a piè di pagina" sorrise guardando Scott intensamente "Iniziamo ragazzi".

"Aiuto Lydia!" urlai una volta fuori dall'aula e appoggiando la testa ad un armadietto "Due ore di Biologia avanzata sono da suicidio"
Lei ridacchiò appoggiando la schiena al ferro freddo degli armadietti "Dopo abbiamo Storia e poi la nostra giornata può concludersi con un caffè"
Ecco il bello di avere dei crediti, poter seguire due o tre corsi e diplomarsi lo stesso con il massimo dei voti.
Il mio cellulare vibrò e nello stesso momento anche quello di Lydia.
Fissai lo schermo del mio iPhone e lessi il nome del mittente: Stiles.

Da Stiles:
Biblioteca, ora.

Dalla faccia di Lydia capii che le aveva scritto la stessa cosa.

Stiles continuò ad ossessionarci tutta la giornata dicendo che Theo non era lo stesso, che aveva qualcosa in mente, ripetendo che la firma del padre di otto anni prima su una multa per eccesso di velocità era diversa da quella firmata poco tempo fa per l'iscrizione al liceo di Theo.
Non sapevo perchè diamine era così ossessionato da lui.
Certo, fidarsi è bene, non fidarsi è meglio, ma lui esagerava.
Erano circa le sette di sera e stavo passeggiando per la strada adiacente al bosco fumando una sigaretta.
Si fumare era sbagliato, faceva male e tutto, ma mi rilassava.

Non ci posso crede.

La voce di Stiles risuonò nelle mie orecchie, nonostante fosse lontano da dove mi trovavo.

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