Indossai un paio di pantaloncini e una maglietta e uscii dalla mia camera.
Lasciai un bigliettino sulla ripiano della cucina, anche se mia madre avrebbe trovato sospetto il fatto che io andassi a correre alla sei di mattina.
Prima di uscire di casa notai il casco di Theo all'ingresso, mia madre lo aveva messo da parte.
Uscii di casa correndo e avviandomi verso casa di Liam.
L'unica cosa positiva di questa città era che era un buco dimenticato da Dio e tutto era vicino.
Mi incuriosiva molto il motivo per il quale Liam voleva vedermi, era un ragazzo così dolce.
Mentre camminavo notai che per strada non c'era nessuno, erano le sei di mattina si, ma di solito si vedeva qualche auto circolare.
Sentivo anche una fastidiosa sensazione, un vuoto allo stomaco insopportabile.
Continuai a camminare imperterrita, nonostante la sensazione opprimente, convinta fosse solo una delle mie ossessioni.
Quando arrivai a casa di Liam vidi che mi aspettava seduto sulle scale del suo portico, si guardava intorno in modo frenetico.
Lo salutai con un cenno e si alzò come un fulmine.
"Andiamo" mi fece cenno di seguirlo ed iniziò a correre come solo un lupo sa fare.
Cercai di mantenere il suo passo senza trasformarmi interamente, ma risultava difficile come cosa.
"Liam cosa devi dirmi?" urlai mentre lui continuava a correre senza neanche voltarsi a guardarmi.
Scosse la testa e mi incitò a continuare.
Arrivammo al parco e finalmente rallentò il passo.
"Cosa pensi di fare con Theo?" sputò dal nulla, fermandosi improvvisamente.
"Cosa?" ridacchiai.
Mi aveva fatto correre due chilometri per chiedermi di Theo?
Era geloso?
"Lo sai, io non lo conosco, ma ho controllato ..."
Capii subito dove voleva arrivare, aveva parlato con Stiles sicuramente.
"Senti Liam, ricordi quando tu e Stiles avete avuto la geniale idea di seguirlo nel bosco? Ecco, penso che quello possa bastare. Tu e Stiles dovete smetterla!" puntai il dito contro il suo petto furiosa "Non potete controllare la mia vita, lasciatelo stare. Chiaro?".
Feci per voltarmi e andarmene, ma Liam mi afferrò per il braccio, stringendolo troppo forte.
"Non essere arrabbiata" mugolò come se non volesse che io andassi via.
Mi accigliai e cercai di decifrare i suoi sentimenti.
Era triste, nervoso, ma allo stesso tempo felice di essere lì in quel momento.
"Mi hai fatto venire qui solo per dirmi questo?" cercai di liberarmi dalla sua presa, riuscendoci e allontanandomi leggermente.
"No..." sussurrò "in realtà volevo che tu mi aiutassi a mantenere il controllo".
Nel suo tono notai anche un pizzico di imbarazzo.
"Sei un licantropo da quando lo sono io, ma tu hai un controllo pazzesco su te stessa, mentre io ancora non riesco a..." si morse il labbro inferiore non riuscendo a continuare la frase.
Sorrisi notando quanto assomigliasse a un cucciolo nonostante la massa di muscoli non adatta a un sedicenne.
"Avresti potuto dirmelo prima" alzai le sopracciglia e lo trascinai nella boscaglia.
"Allora..." quando arrivammo nei pressi di un alto pino e mi accertai che non ci fosse nessuno nei dintorni, gli lasciai la mano e afferrai il suo collo sbattendolo contro la corteccia dell'albero.
"Mai abbassare la guardia" sussurrai facendo brillare i miei occhi.
"Vediamo fin dove puoi arrivare" lo sfidai lanciandolo contro un altro albero.
Incassò il colpo e si rialzò di scatto ruggendo contro di me e tirando fuori i suoi artigli.
Corse verso di me e cercò di colpirmi sul ventre, ma mi spostai leggermente in modo da farlo cadere sul terreno.
"Liam sii meno prevedibile" lo stuzzicai.
Volevo vedere fino a che punto la sua rabbia poteva arrivare.
Non avevo mai visto un Beta forte come Liam, ma nessuno aveva mai visto un Beta combattere come me.
Io possedevo la tecnica.
Si rialzò e stavolta balzò su di me graffiandomi il viso, ma afferrai entrambi i suoi polsi e incrociai le sue braccia al suo petto.
Iniziò a ruggire e a cercare di liberarsi dalla presa, ma lo trattenni il più a lungo possibile.
"Liam calmati ora".
Era quello ciò a cui volevo arrivare.
Spingerlo al limite per poi farlo calmare.
"Non ce la faccio" strinse i denti e infilzò gli artigli nei miei polsi.
"Liam!" urlai.
Cercai di non mollare la presa, ma quando trapassò l'intero polso cedetti e crollai per terra.
Sulle mie braccia c'erano solchi senza fondo e il sangue scorreva senza freni, ma ero già sulla via di guarigione.
Liam afferrò il mio collo e mi trascinò lungo il tronco dell'albero.
"Basta" sussurrai sentendo che l'aria non arrivava più ai miei polmoni.
Lo guardai dritto negli occhi e vidi il vuoto, come quando Stiles era posseduto, come Scott durante la sua prima luna piena.
"Liam ti prego" una lacrima solcò il mio volto mentre appoggiavo il palmo della mano sulla sua guancia.
Proprio quando pensavo che non mi avrebbe più lasciato, Liam mollò la presa, senza però allontanarsi da me.
Presi un respiro profondo e appoggiai la fronte alla sua continuando a respirare pesantemente.
Non era colpa sua, certo, ma era strano che dopo due anni ancora non riusciva a controllarsi.
Appoggiai le mani sul suo collo, dovendomi ancora riprendere dallo shock.
"Scusa" sussurrò lui poggiando le sue mani sui miei fianchi, quasi appoggiandosi a me senza forze.
"Imparerai" alzai con i due pollici il suo mento e lo guardai negli occhi.
I suoi occhi azzurri erano tristi e delusi, lo capivo.
Stava per ammazzarmi, ma non era completamente colpa sua.
Rimanemmo così per un po': Liam accasciato leggermente su di me e io che respiravo pesantemente sul suo collo.
"Mi dispiace tanto" continuava a dire, mentre io annuivo solamente.
Era un sedicenne con la forza di Hulk, si sentiva un disastro, c'ero passata anche io.
"Ci riproveremo" gli sorrisi alzandomi a stendendomi sulle foglie.
"Devi focalizzarti su qualcosa che ti calmi" iniziai a giocare con le foglie secche.
"Non ci riesco, ho già provato con Alpha, Beta, Omega e The sun, The moon, The truth, ma niente" appoggiò la schiena contro l'albero e stese le gambe sulle mie.
"Intendo una persona, magari la famiglia, gli amici, una ragazza. La mia ancora è il mio branco, quella di Scott era Allison... devi trovarla tu" sorrisi lanciandogli una foglia.
Rimase in silenzio a rigirarsi le foglie tra le mani, ma non pensava a niente.
Essendo un vero e proprio scherzo del sovrannaturale riuscivo a leggere i pensieri delle persone a cui ero molto legata.
Lui faceva parte del mio branco quindi automaticamente era come un fratello minore.
Non riuscivo a decifrare neanche i suoi sentimenti, era vuoto.
"A che pensi?" mi alzai velocemente pulendomi le mani sui pantaloncini.
"Nulla".
"Dai dimmelo" mi accovacciai di fianco a lui scuotendogli le spalle "hai cercato di uccidermi, me lo devi".
Ridacchiò "Okay" si alzò anche lui e si arrampicò sul tronco dell'albero.
"Pensavo solo al fatto che... è strano che non abbia nulla per cui combattere. Scott aveva Allison, tu avevi Stiles, e ora entrambi avete il branco, ma io non lo capisco..." mormorò le ultime parole sentendosi in evidente imbarazzo, come se fosse sbagliato quello che sentiva.
"Liam hai sedici anni, è normale anc-" non riuscii a finire la frase poiché Liam mi interruppe brutalmente.
"No! Tu a sedici anni amavi Stiles, avresti dato la vita per lui, e ora daresti la vita per tutti noi, ma io... non so se riuscirei a morire per Scott".
Aveva ragione, io in quel momento sarei potuta morire per Lydia, Malia, Stiles o Scott, ma forse due anni fa no.
Due anni fa sarei morta per salvare la vita di Stiles?
Probabilmente si, ma per la vita di Scott? Lydia?
Non lo sapevo.
Non sapevo se Liam si riferisse a Scott in particolare o a Scott come branco, ma fatto stava che Liam si sentiva egoista.
"Non devi sentirti egoista Liam, va bene così. Terrai a qualcuno no? Nel momento del bisogno vedremo quanto sei dentro questa cosa. Ciò non significa sacrificarsi per la salvezza di qualcuno, ma fare tutto il possibile per salvarlo".
Queste furono le stesse parole di Derek quando Isaac gli chiese di spiegargli il concetto di branco.
Derek mi mancava molto, aveva insegnato tanto a tutti noi.
Liam non rispose, si limitò ad annuire e a far brillare i suoi occhi di giallo puntandoli verso di me.
"Ora dovrei andare, mia madre si insospettirà" ridacchiò scendendo dall'albero per poi darmi un veloce bacio sulla guancia "potremmo riprovare quella cosa del controllo?" chiese fermandosi improvvisamente.
Annuii sorridendo, mi faceva molta tenerezza.
Dato che era domenica, decisi di dedicarmi per almeno un paio d'ore allo studio.
Non volevo che questa vita trascinasse me in un mondo tutto mio, fatto solo da Dread Doctors, licantropi e assassini.
Al di la di tutto ciò c'ero io, la mia vita, la scuola, la mia famiglia...
Non volevo dimenticarlo, non volevo commettere di nuovo quell'errore.
Prima di tutto ciò venivo io.Ragazze perdonate la mia assenza, ma stando al liceo classico questo ritorno a scuola è stato traumatico.
Questo capitolo non è inutile ragazze, ve lo anticipo io, è l'inizio di una grande amicizia o di un grande amore chi sa.
Voi che ne dite? Secondo voi Helen dovrebbe abbandonare Theo per provarci con Liam, magari più avanti.
Lasciate qualche voto e qualche commento per farmi sapere.
Byee 💕

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Run
FanfictionHelen Argent, banshee e cugina di Allison, decide di tornare dopo due anni nella sua città natale: Beacon Hills. Dopo la morte di Allison aveva deciso di abbandonare tutto: i suoi amici, il suo ragazzo Stiles e il suo branco, per trasferirsi a New Y...