Emma

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Dopo esserci fissati per un momento che a me sembra interminabile, io mi rivolgo di nuovo a lui dicendo: "Aspetta aspetta, non mi hai ancora detto il tuo nome!"

"Nè tu il tuo". Ha sempre stampato in faccia quel sorrisino...lo detesto. 

"Dimmi il tuo e io ti dirò il mio" sono abbastanza scocciata, mai che si riesca a parlarsi velocemente e normalmente con questo!

"Uhm ok..Io sono Edward."

"Che brutto nome!" dico con la lingua fuori.  che sei, una poppante?? 

"Grazie mille!" dice ironico. Strano, non sembra essere arrabbiato. "Comunque, ora tocca a te..."

"Sì, io mi chiamo Emma. Piacere di conosc..no non è un piacere." dico soddisfatta. Povero ragazzo...

"Beh, gentile ragazza del bosco, io direi di andarcene da qui!" esclama. Veramente strano, non è minimamente offeso o accigliato...

"Un momento. Prima devo trovarti un soprannome..."

"Magari lo trovi mentre camminiamo, dai..!" mi incita lui. 

"Eddie! è un soprannome ridicolo, proprio adatto a te." ridacchio.

"Si può sapere che ti ho fatto??" dice lui esausto.

"Mi hai spaventata!" rido mentre ci mettiamo a camminare per il sentiero davanti a noi. 

Lui ora sta zitto e questo non può che farmi piacere. Si sente solo il rumore dei nostri passi, che fanno scricchiolare le foglie che calpestano. Noto che comincia a scendere la sera...Mi accorgo che dal mio occhi sta scendendo una piccola lacrima. Mi mancano molto i miei genitori. E soprattutto mi manca Anna. Che anche lei si sia persa in questo posto venendomi a cercare?? 

In ogni caso è tutta colpa mia. Il ricordo di Elisa è ancora troppo vivo in me, non dovevamo farne parola, così tutto questo non sarebbe mai accaduto. 

"Che hai?" mi chiede. Cacchio, deve aver notato la lacrima. 

"Niente niente...solo..boh, mi è scesa senza che io potessi farci nulla" rispondo frettolosamente. 

"Non devi vergognartene, succede spesso anche a me. Beh, ora di meno ma...prima moltissimo. Mi mancava la mia famiglia e non riuscivo a capacitarmi ancora di essere rinchiuso qui."

"Veramente non c'è modo di uscire?"

"Pensi che se ci fosse io, dopo mesi che sono qui non lo avrei trovato? è come se il bosco abbia volontà propria... Si estende e si restringe a suo piacimento. In tutto questo tempo non ho mai trovato un sentiero più di una volta. Cambia sempre, in modo da mettere fuori uso quel minimo di orientamento che ti è rimasto."

"Mi sento come in un incubo..."

"Già...ti capisc...aspetta, cos'è questo rumore??" I suoi occhi si spalancano. Anche io guardo in quella direzione. Un urlo mi si spezza in gola. 

C'è, a circa 20 metri di distanza, una donna. è nuda, i capelli sono sciolti e le coprono gran parte della faccia, che è rivolta verso il basso. Ha la pelle sporca. Improvvisamente alza lo sguardo, io vedo solo gli occhi, completamente bianchi. è terrificante!

Poi, come se non bastasse, la sua bocca si apre in un urlo che fa addirittura muovere il vento e tutte le fronde. La luce è assente, come se fosse scappata tutto a un tratto.

Spontaneamente nascondo la testa sul petto di Edward, e sento che lui mi stringe. Sono terrorizzata. Chiudo gli occhi e spero con tutta me stessa di  svegliarmi e di scoprire che è stato tutto un sogno, magari con un bel cappuccino ad aspettarmi in cucina. Ma lo so già...non sarà così.

Infine, il grido straziante cessa. 

"è tutto finito..." mi sussurra Edward. Velocemente mi allontano da lui. Cosa mi è saltato in mente? La paura mi ha spinto a così tanta follia?? Chiamala solo paura..!! 

Guardo cautamente nella direzione in cui c'era quel mostro e vedo con grande gioia e allo stesso tempo orrore che è sparita.

"Cosa cazzo era quella cosa??" dico, ancora scioccata.

"Ci dovrai fare l'abitudine temo. Sono spiriti. Spesso li incontro. E di solito non ho qualcuno da abbracciare.." Ha di nuovo quel sorrisetto..uff.

"Togliti quell'espressione dalla faccia, mi dà i nervi... ". Lui si limita a ridere di gusto, devo essere molto comica. 

"Spiegami piuttosto perchè questo stramaledetto bosco ha anche degli spiriti che vanno in giro a spaventare le persone...!"

"Secondo te posso saperlo?? Non sono onnisciente, sono anche io una di quelle persone. Solo che ora ci ho fatto l'abitudine. Tanto quelle creature -qualunque cosa esse siano- non possono neanche sfiorarti."

"Sì, però a lanciare urla vedo che riescono benissimo."

"Già, è proprio una cosa che gli piace" ridacchia. 

A me invece non va per niente di ridere. Dopo qualche minuto mi riprendo e le mie mani smettono di tremare.

"Beh, Eddie, cosa facciamo ora? Ovviamente volevo solo usare il tuo soprannome" 

"Non lo so, EMY". No. Non può averlo fatto.

Nel giro di un secondo miei occhi azzurri si tingono di nero. Lo guardo fisso negli occhi e dalla mia bocca esce una sola, semplice frase: "Non chiamarmi mai più così.".

Lui adesso è diventato serio come mai prima. Non dice niente, si limita a ricambiare lo sguardo, fino a che i miei occhi non ritornano a essere azzurri. Poi, come se niente fosse ci rimettiamo a camminare. 

Elisa mi ha sempre chiamato Emy e solo lei potrà farlo. Per sempre.

into the woodsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora