Capitolo 1

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"Sam... andiamo, oggi facciamo un escursione!"

Mia sorella Miriam mi sveglia dal mio sonno profondo scompigliandomi i capelli castani sedendosi su un lato del letto. Apro piano gli occhi verdi e mi limito ad annuire, parlavo raramente e ciò mi faceva probabilmente apparire strano. Mi alzo e mi cambio mettendo un costume a boxer giallo e una maglietta rossa. Notai che ero dimagrito parecchio, ero scheletrico

"Finalmente fratellino!"

Mi abbraccia ed io metto il broncio, sa che non mi piace essere chiamato così. Io ho otto anni e lei dieci. Ci leviamo solo due anni, non è poi così tanto.

Mi concentro sul suo aspetto, ha i capelli castani ricci e gli occhi marroni contornati da folte ciglia, ha delle lentiggini sulle guancie che la rendevano graziosa più di quanto già non fosse.

Indossava una salopette di jeans con sotto una maglietta bianca e degli stivaletti marroni sopra la caviglia

"Mamma, andiamo al lago?"

Chiede mia sorella entusiasta mentre mette lo zainetto in spalla sorridendo.

", avete portato il costume?"

Mia sorella annuisce velocemente ed io sospiro. Non sarei voluto venire qui, due settimane di vacanza in più per in infiltrazione d'acqua. Siamo andati fuori città per questo lasso di tempo affittando una villetta

"Se vi comportate bene staremo fino a pomeriggio"

Interviene nostro padre nella discussione. Saliamo in macchina ed in breve tempo siamo al lago, un bel posto. Ci sono altre famiglie oltre noi ed un un pò di bambini, ma credo che passerò la giornata sotto l'ombra di un grande albero. I miei genitori e Miriam stanno preparando il necessario per il picnic, sembrano felici. Dovrei esserlo anche io, in fondo non mi farà male stare lontano dai miei compagni e dall'insegnante di sostegno, mi era stata assegnata per il mio mutismo. Ovviamente non parlavo neanche con lei.

Mi guardai attorno, il lago era circondato da alberi ed uno attirò particolarmente la mia attenzione. Una grande quercia, feci un cenno a Miriam per farle capire che mi sarei diretto lì. Mi siedo all'ombra e porto le gambe al petto, ci sarebbe stato un silenzio da funerale se non fosse per i bambini che urlavano.

Io ero sempre stato abbastanza tranquillo, non gridavo e non facevo rumore; mi piaceva concentrarmi sugli uccellini che cinguettano o sul rumore del vento.

Chiudo gli occhi concentrandomi su quella piccola sensazione di calma ma i miei pensieri furono interrotti dalla voce di un bambino

"Ciao! Come ti chiami?"

Alzai lo sguardo aprendo leggermente le palpebre, aveva i capelli biondo cenere e gli occhi azurri che sembravano usciti dalle più misteriose profondità del mare.

"Sam, si chiama Sam"

Mia sorella era intervenuta nel discorso sapendo che non avrei mai risposto alla domanda

"Sono Miriam, comunque"

Lei sorride ed io osservo incuriosito le loro mosse, mi piace vedere gli altri discutere. Mi piace sentire ciò che hanno da dire

"Io sono Kristen, per gli amici Kris"

Ricambia il sorriso e si volta verso di me, io abbasso sguardo e mi fingo disinteressato.

"Mamma e papà dicono di venire a mangiare"

Dice poi Miriam interrompendo quel piccolo attimo di silenzio, mi prende per mano e saluta Kristen con un cenno della testa. Ci sediamo, i miei genitori chiacchierano e mia sorella mangia un panino. Io non mangio mi metto ad osservare il bambino che mi ha rivolto la parola, è con i suoi genitori: stanno parlando. Lui si gira verso di me ed io volto lo sguardo verso il basso lanciandogli qualche occhiata di sottecchi.

Dopo dieci minuti mi alzo e mi dirigo verso il sentiero per introdursi nella foresta

"Dove vai?"

Giro la testa verso Miriam: con le braccia al petto mentre sorrideva curiosa. Io indico la foresta e lei si rabbuia d'un tratto è si avvicina a me

"Mi prometti farai attenzione?"

Chiede mettendomi la mano sulla spalla sinistra. Lei ci tiene a me, era molto protettiva e responsabile per avere solo dieci anni.

Annuisco velocemente e lei ritorna da mamma e papà.

Camminare aiuta a pensare, lo diceva sempre la mia mamma quando d'estate mi portava al mare e facevamo tutti insieme delle lunghe passeggiate.

Mi fermo quando riesco a sentire solo il rumore del vento e nessun urlo di bambini esaltati. Mi siedi su un grande masso ricoperto di muschio e guardo il cielo, chiudo gli occhi ma il silenzio dura poco visto che dopo poco tempo sento due mani che mi si poggiano sulle spalle

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