Capitolo 10

252 9 2
                                    

Mi separo piano da quell'abbraccio, anche se di malavoglia. Stavo bene nelle sue braccia, mi sentivo al sicuro... una bellissima sensazione.

Lui però non era dello stesso avviso, si avvicinò a me e prese il volto tra le sue mani poggiando di nuovo le sue labbra sulle mie. Le schiuse delicatamente per poi infilarsi all'interno della mia bocca con la lingua, le nostre anime si reclamavano. Due giorni. Due fottutissimi giorni.

Le nostre labbra combaciano completamente e si fondevano.

"Sam? Hai visto il mio... computer...?"

Miriam apre la porta e noi ci stacchiamo velocemente. Ma ormai era tardi, ci aveva visti. Impallidisco ed alcuni brividi mi percorrono la schiena facendomi tremare. Avevo tenuto il fatto che mi piacessero i ragazzi solo per me. Non lo sapeva nessuno l'avevo detto solo a Monique al bar.

"M-Miriam non è come..."

Lei prende velocemente il cellulare dalla tasca

"Devo dirlo assolutamente a Jona!"

Io le tolgo il cellulare di mano e lo lancio sul letto. Altri brividi mi scuotono e Kristen accorgendosi di ciò mi abbraccia ed affondai il volto nel suo petto. Volevo sprofondare, ero imbarazzato e mi vergognavo parecchio.

"Sam... non preoccuparti. Sto scherzando. È tutto ok"

Mi spostai di pochissimi centimetri dal petto di Kris per guardare Miriam. Aveva un piccolo sorriso in volto.

Sembravo un bambino spaventato.

"Lo dirai a mamma e papà?"

Io guardai Kris è lui mi stringe di più a se.

", credo di si"

Alzai le spalle. Era successo tutto troppo velocemente. Due giorni che trasudavano confusione.

Kris mi fa sedere sul letto, fra le sue gambe ed io chiudo per un pò gli occhi e mi calmo

"Da quanto va avanti?"

Chiede Miriam visibilmente curiosa ed emozionata ma comunque cercando di mantenere tutto il suo autocontrollo.

"Da, all'incirca, quindici minuti"

Lei mi guardava con una faccia da tipo: 'mi stai prendendo per il culo?'

Lei riprese dal letto il suo cellulare e chiamò qualcuno e mise in vivavoce

"Hey, tesoro! Come mai questa improvvisa chiamata?"

La voce di nostra madre rimbombava attraverso l'apparecchio. Io le mimavo un: 'no' con la testa, ma lei prontamente lo ignora.

"Oggi Sam porta un amico a casa per cena. A te va bene?"

", certo. Alle nove siamo a casa. Ciao!"

Io la guardavo in uno stato di shock. Quando dicevo di volerlo dire ai miei genitori non intendevo mica oggi! Cosa farò ora!?

Guardo l'orologio in camera mia. Le tre e mezza.

"Sammy..."

La voce di Kris mi fece rilassare, lo guardai. Sorrideva e sembrava sereno in volto.

"Meglio che io torni a casa, non voglio fare tardi questa sera. Ed ho un paio di cose da sbrigare"

Mi diede un bacio sulle labbra e si alzò insieme a me.

"A dopo"

Salutò velocemente Miriam ed uscì fuori dalla porta.

******

Mancava solo mezz'ora alla fatidica cena con Kristen ed i miei genitori. Ed io ero agitato e non facevo altro che fare avanti e indietro per il salotto fin quando non suonarono al campanello. 

"Sam, vai ad aprire tu?"

Chiede mia madre dalla cucina. Io non le risposi neanche e andai ad aprire.

"Ciao, Kris"

Accennai un saluto con la mano e ci dirigemmo in cucina dove mia madre aveva già apparecchiato la tavola. Si sentiva l'odore dell'arrosto che era sul tavolo. Ci sediamo a tavola, un silenzio imbarazzante era presente. Per fortuna mio padre spezzò un pò il ghiaccio

"Mi ricordi qualcuno"

", papà. Ti ricordi le famose vacanze di dieci anni fa? Kristen Stewart?"

Lui mise una faccia pensierosa ma poi sorrise schioccando le dita.

"Ecco perché mi sembravi così familiare! Quando vi siete riincontrati?"

Entri un pò nel panico alla domanda di mio padre ma poi ci pensò Miriam a togliermi dei guai.

"Dai, pá! Non riempirli di domande!"

Il discorso si chiuse li, cominciammo a mangiare e tutto sembrava andare per il verso giusto... almeno fino alla fine della cena. Io timidamente attirai l'attenzione su di me

"Mamma... papà... vorrei dirvi una cosa..."

Loro mi guardavano curiosi invitandomi a continuare con lo sguardo. Kris mi afferra la mano da sotto il tavolo.

"Io... eccoa me... piacciono... piacciono i ragazzi! Ecco! L'ho detto!!!"

Avevo il respiro irregolare e tremavo. Uno dei miei soliti attacchi di panico. E se mi avessero odiato? Se non mi avrebbero più voluto bene?

Sentii una risatina da parte di mia madre. La guardai, sorrideva. Così come mio padre.

"Non siete arrabbiati con me?"

Chiesi io, innocentemente. Avevo così paura...

"Certo che no, Sam. Sei nostro figlio. Noi ti vorremo bene qualsiasi cosa tu faccia, qualsiasi persona tu ami. Ti ameremo sempre"

Disse mia madre. Lei si alzò e mi abbracciò, mio padre mi scompigliò i capelli.

"Dicci... chi è il fortunato"

Non mi sarei aspettato mai una risposta del genere da mio padre. Ma decisi di rispondere, anche se timidamente, alla domanda.

"Kris... il fortunato è Kris"







Like a butterflyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora