Capitolo 8 ~ Nuovo compagno di viaggio

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"Gerard!"
Urlai con tutta la voce che avevo e mi gettai velocemente vicino al corpo steso a terra di Gerard.
Perdeva del sangue, tanto sangue non so da dove ma continuava a respirare. Era un respiro lento e affaticato.
Buon segno, era ancora vivo.
"Gerard mi senti?"
"Hmmm"
Rispose egli con un volto pieno di dolore.
"Riesci parlare? Che ti è successo?"
Riuscii a sistemarlo e a metterlo seduto scoprendo fortunatamente che aveva solo un taglio poco profondo sulla fronte. "Jack e i suoi amici..."
Io lo ammazzo. Lui e i suoi amici del cazzo.
"Credevo fossi tu e ho aperto... sono entrati... mi hanno picchiato e buttato da una parte e l'altra..."
Tossì schiarendosi la voce mentre io gli coprivo la ferita con un pezzo di stoffa di una maglia buttata là.
"Mi ha colpito con una bottiglia...credo..."
"Ce la fai a metterti in piedi?"
Domandai sperando che non avesse nulla di rotto alle gambe.
"Sì"
"Dai, tieniti a me che ti porto in macchina e andiamo all'ospedale".
Lo afferrai, mise un braccio sopra la mia spalla e ci avviammo.
Adesso la stanchezza non poteva condizionarmi e resistere era l'unica parola che mi ronzava per la testa.

"Ho deciso di scappare"
"Cosa?"
Disse Gerard disorientato dall' improvvisa decisione di Frank e continuò a guardarlo esterrefatto dritto negli occhi. Era la prima volta che lo rivedeva dopo una lunga settimana che aveva passato a casa dei suoi genitori eppure sembrava diverso dall'ultimo incontro che lo aveva visto.
"Non voglio più vivere in quella casa. Mio padre mi evita in continuazione e mia padre tenta in tutti modi di farmi sentire ancora accettato, ma si vede da più di un miglio che non è così, e poi... volevo chiederti se ti andava di venire con me"
Gerard rimase fermo senza dire una parola. Era stupito dal comportamento così affettivo nei suoi confronti da parte di Frank, il ragazzo vuoto ,come si definiva lui stesso, era radicalmente cambiato dal giorno del loro primo incontro.
Inizialmente lo aveva trovato privo di ogni capacità di apprezzare la vita e adesso si trovava davanti una nuova persona che aveva deciso di riprendere in mano la propria vita, ricominciare tutto da capo e voleva fare tutto questo con Gerard.
"Io...io non so che dire..."
"Credo che ti basti pronunciare un sì o un no"
Frank non aveva mai avuto così tanta paura in vita sua. Perché se Gerard avesse risposto con un no avrebbe dovuto cavarsela da solo e si sarebbe sentito vuoto come una volta e l'incubo sarebbe riniziato.
Gerard, dal canto suo, sapeva di provare qualcosa per Frank, ma non voleva aiutarlo a fare una vera pazzia. Lui era abituato a viaggiare e a abitare in case diverse e in posti diversi, ma Frank ... non aveva intenzione di metterlo in difficoltà, ma sapeva che se non lo avesse seguito egli sarebbe partito comunque da solo e sicuramente si sarebbe schiantato contro una realtà che lo avrebbe aggredito e ucciso lentamente.
Doveva prendere una decisione.
Gerard lo fissò e prese un bel respiro.
"Dove siamo diretti? "
Quel giorno, per la prima volta Frank mostrò un sorriso così naturale che Gerard non ebbe alcun dubbio di aver fatto felice il suo nuovo compagno di viaggio.

"Ecco, appoggiati qui"
Dissi, dopo aver attraversato la strada e essere arrivati al lato opposto dove vi erano i parcheggi, e lo feci accostare lentamente alla portiera della macchina lasciandolo un attimo solo. Non avevo mai visto Gerard in quelle condizioni:era debole e a stento si reggeva in piedi. Tutto questo mi faceva un grande male dentro.
Vedere la propria ancora di salvezza sprofondare giù negli abissi non era la cosa più bella da vedere. Ora toccava a me ricambiare tutto il suo aiuto e quindi saldare il mio debito con lui.
D'improvviso cominciò a tirare un forte vento segno che la vera tempesta stava per abbattersi sul paese e anche su di noi quindi dovevo sbrigarmi a trovare le chiavi della macchina prima che una forte pioggia mi impedisca di guidare e di arrivare all'ospedale in tempo prima che perda altro sangue dalla ferita.
Purtroppo mi accorsi che la chiave dell'auto era rimasta sul comodino in camera e che per la fretta non l'avevo presa.
Frank sei un idiota, pensai.
"Gerard aspettami...un attimo...vado a prendere le chiavi...torno subito"
Egli annuì alle mie parole interrotte dal vento e mi diede un bacio sulla guancia e disse:
"Perdonami per quello che ti ho detto"
Rimasi fermo un istante esitante a causa del forte vento che se non avessi avuto un paio di scarponi pesanti mi avrebbe portato via con sé.
"Non devi scusarti...è stata colpa mia, solo mia e ora mi basta vederti tornare in forma!"
Sorrisi e presi un respiro e mi avviai verso casa. Camminavo lentamente per colpa di quel maledettissimo vento e ogni passo mi costava dolorosa fatica. Se avessi mangiato un pasto in più al giorno non avrei avuto tutti questi problemi.
Ad un tratto però un urlo mi disconcentrò da quello che stavo facendo.
Sembrava la voce di Gerard, ma non ne ero sicuro così mi girai ,ma una forte luce si impadronì della mia vista, poi un botto.
Ero a terra dolorante.
Non potevo muovermi.
Avevo qualcosa di spezzato che mi faceva un male cane e non riuscivo a capire niente.
Mi sentivo ancora più leggero di quello che ero e tutta quella stanchezza che mi portavo dietro da sempre era sparita.
Il tempo per la prima volta si era definitivamente fermato, ma solo la pioggia della tempesta non rispettava le regole. Pioveva e le gocce d'acqua mi bagnavano l'intero viso pulendolo dalle righe di lacrime della mia insopportabile sofferenza.
L'ultimo pensiero lo rivolsi a Gerard.

"Sta piovendo!"
Pensò la mente ormai incosciente di Frank disteso senza forze a terra osservando il cielo coprirsi da nuvole nere piene di pioggia. Piene delle sue lacrime, di quel dolore amaro che solo chi ha vissuto veramente ha provato.
Era circondato da medici e dall'ambulanza, ma lui non li vedeva. Restava perso nei suoi pensieri prima di chiudere gli occhi e di sprofondare nel suo atteso sogno.
Ricordò per un ultimo istante le dolci parole di Gerard :
"Quando, un giorno, pioverà nel deserto tutti i problemi e le paure spariranno nel nulla senza lasciare traccia..."
Stava piovendo.

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