Harry Styles sa che il signor Tomlinson ha molti soldi e di conseguenza una bella casa ma a tutto avrebbe pensato meno che a quella villa. Casa Tomlinson è uno spettacolo senza precedenti, appena fuori New York, avvolta da una riserva e da un silenzio pacifico. Un silenzio che copre il rumore che peró nasce nelle menti racchiuse in quelle mura.
Quando Harry bussa alla porta è una cameriera che gli apre e lo guarda sorridendo prima di "Harry Styles?" chiedere cortesemente.
Harry si sistema meglio gli occhiali grossi sul naso e "Si, buonasera" risponde educato.
"Venga, il signor Tomlinson lo aspetta nel suo studio al piano superiore" lo informa la donna facendo strada al ragazzo. Harry si guarda intorno e pensa a Louis, non riesce ad immaginarlo in quella casa mentre sale le scale.
Intravede le foto di famiglia sul muro e lo intercetta in mezzo ad una manciata di teste bionde. Osserva la foto e quasi sorride alla vista di quegli occhi azzurri che di tormento sembravano non aver visto niente, la pelle ancora sgombra di tatuaggi, i capelli a caschetto e senza tracce di rosso: un'altra persona.
"Styles!" lo richiama la voce del suo capo, si è appena alzato dalla sua scrivania e "Scusa se ti ho fatto venire qui ma è il compleanno di mia figlia e a quanto pare mi è stato vietato l'ufficio, siamo tutti qui oggi" quindi anche Louis dovrebbe essere lì, dopo quel bacio Harry non riesce a smettere di pensarci.
"Ben fatto ragazzo, il tuo tirocinio è finito e il lavoro è tuo" gli batte una mano sulla spalla e il mondo crolla sulle spalle del ragazzo in un attimo: l'incubo è appena diventato realtà e quasi fatica a respirare quando "Tuo padre sarà orgoglioso" sorride l'uomo.
Harry farfuglia un grazie prima di lasciarlo lì nel suo ufficio.
Gli manca l'aria, ha bisogno di uscire da quella prigione d'oro, ha bisogno di stare da solo, a casa sua, perché ha appena realizzato di essersi rovinato la vita.
Ma qualcosa lo attrae, la musica che arriva da una stanza con la porta socchiusa, non puó essere che un pianoforte quello. E quella musica per un attimo lo immobilizza, lo fa sentire meglio, capito, accettato.
Scosta la porta e ció che vede non lo stupisce, avrebbe dovuto immaginare che fosse lui, perchè il tormento di quella musica é cosí simile al suo che se ne spaventa.
Entra senza far rumore ma Louis l'ha sentito.
L'ha sentito come sente il cuore battere più forte e le mani danzare su quei tasti più sicure.
Harry è ammaliato, così si siede e si lascia incantare da quelle mani agili fino a quando la musica non finisce, e le loro spalle si sfiorano, come i loro battiti cardiaci.
Louis sa come si sente Harry, riesce a leggerlo nel verde ghiacciato.
Quando la musica finisce il castano si gira lentamente e "Voglio portarti fuori" gli dice incrociando gli sguardi "Voglio ascoltare la storia delle rondini, Harry" continua con una nota di emozione sul nome del ragazzo.
Gli occhi dello stagista sono liquidi e pieni di panico ma la sua bocca sorride, sorride a ció che sembra un piccolo nuovo inizio, l'inizio di qualcosa che difenderà con i denti e che nessuno gli porterà via, non stavolta.
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To be yourself is all that you can do
FanfictionEntra senza bussare nella stanza del padre e immediatamente viene fulminato da un paio di occhi che sono la fotocopia dei suoi, perfino quello sguardo di fuoco che lì intimorisce tutti non tocca minimamente il castano. "Louis, aspetta fuori" dice ca...