Bruno, questo è il mio nome.
Per anni ho governato i potenti cancelli del più grande campo di concentramento al mondo. Auschwitz.
Iniziò tutto 10 anni fa. Nacqui a Cracovia, in Polonia, in un cassonetto della spazzatura.
Un giorno un signore sulla quarantina mi trovò e mi prese.
Mi portò a casa sua e mi accudì.
Forse avete capito chi sono, oppure no.
Sono un gatto. Più precisamente una gatta. Non so perché i visitatori di questo posto mi hanno dato questo nome da maschio, forse per ricordare il bambino protagonista nel film "Il bambino con il pigiama a righe".
Però alla gente non è bastato chiamarmi solo Bruno e così mi hanno aggiunto anche il nome Rudolf. Bruno-Rudolf. Anche questo nome è da maschio e mi ricorda un po' una delle renne di Babbo Natale.Mi ritrovai, in un giorno di gennaio, in una piccola casetta di legno, probabilmente messa dal mio padrone e saltai giù per affacciarmi alla finestra. Era pieno di neve. Trovai la porticina socchiusa e così uscii a vedere se c'era qualcuno che poteva darmi del cibo perché era da qualche minuto che mi brontolava la pancia.
Trovai tanta gente, troppa. Guardai il cielo, la neve cadeva sempre più lentamente. Girai lievemente la testa verso sinistra e vidi una maestosa scritta sopra un cancello: "Arbeit Macht Frei" il lavoro rende liberi.
Non mi piaceva quella scritta perché era tutta arrugginita, e in più era stata attaccata al cancello tutta storta.Davanti a me vidi una lunga fila di persone, tutte pronte per acquistare il biglietto per entrare. Alcuni bambini mi corsero in contro e mi stropicciarono tutta. Però poi, per fortuna, mi lasciarono un pezzetto di prosciutto e finalmente il brontolio alla pancia sparì.
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Il Guardiano di Auschwitz
Historical FictionIl Guardiano di Auschwitz è frutto della mia fantasia- 'Bruno-Rudolf e il luogo in cui si svolge la vicenda, Auschwitz, sono esistiti realmente.'