CHAPTER 5.

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Le gambe tremarono e il respiro si bloccò, tutti i ricordi, i momenti, gli attimi, ritornarono a galla, prendendo a pugni il mio cuore ormai ridotto in frantumi.

Flashback.
9 Marzo 1938
La suola dei miei amati anfibi si scontrò con l'acqua sull'asfalto. Abbassai il mento sul grande maglione che mi rivestiva, facendo provare al mio corpo una bellissima sensazione di tepore. Le mie guance erano diventate rosa ed erano tagliuzzate dal freddo di Varsavia. La mamma mi teneva la mano, e si lamentava sempre di quanto fosse fredda.
"Mammaaa, dove stiamo andandooo?" domandai impaziente.
"Hai mai visto la Vistola sotto la luce della luna?"

3 Settembre 1939
Izabela non la smetteva di ridere e si dimenava a terra dalle risate. Papà non si accorse di aver detto una frase molto stupida, la sua faccia era strana, confusa.
"Avanti Bella, cosa ho detto di tanto divertente?"
"Tu, ah, AHAHAHAHAH, non-n, HAHAHAHAHA..."
"Oh, e va bene."
Papà le saltò addosso facendole il solletico, il che la fece ridere ancora di più.
"Okay, okay, ragazzi, penso sia il momento di fermarsi." Intervenne la mamma tra una risata e l'altra.

15 Novembre 1942
"Ugh, Haz, pensi che a Shaoul piacerà?" mia sorella si posizionò davanti allo specchio, lisciando il vestito di raso adagiato delicatamente sul suo corpo.
"Uh, certo Bella, sei bellissima." la rassicurai, massagiandole le spalle tese per la tensione.
"Sono così confusa." sospirò.
"Fidati, andrà tutto bene, alla fine è solo un ballo."

23 Febbraio 1943
"Ragazzi, sono tornata." Tutti ci precipitammo in cucina dove la mamma aveva appoggiato le buste colme di cibo sul grande tavolo di legno.
"Mmh, hai preso la crostata ai mirtilli." Papà si leccò le labbra dall'acquolina in bocca, poi lasciò un lieve bacio sulle labbra della mamma.

16 Dicembre 1944
La mamma e il papà erano usciti a fare la spesa, mentre io e Izabela ne abbiamo approfittato per passare del tempo insieme, da brave sorelle.
Forse ci siamo date troppo alla pazza gioia, era la prima volta che io e lei stavamo in casa da sole. Abbiamo cucinato delle torte, la mia è venuta molto buona, la sua si è bruciacchiata, ma niente di eccessivo. Abbiamo fatto esplodere il frullatore e adesso c'è la mela anche sui muri. Speriamo non si arrabbino.

1 Aprile 1945
Papà oggi piange, Izabela è chiusa in camera da più di due ore e io non capisco perchè.

2 Aprile 1945
La mamma è morta.

18 Maggio 1945
Il cielo trema dai forti spari, non possiamo più fare la spesa e nemmeno uscire di casa. La casa è vuota.

19 Maggio 1945
Siamo in guerra.

Fine Flashback.

Papà era steso a terra e la sua maglia era bagnata di sangue secco. Izabela gli sedeva accanto e la sua fronte era appoggiata allo stipite della porta, gocciolante del liquido rosso. Con la vista offuscata dalle lacrime mi avvicinai a loro, toccai i polsi di mia sorella, erano pallidi e freddi, come se in quel momento nelle sue vene stesse scorrendo ghiaccio. Nessuna pulsazione, nessun segno di vita.
Mi accostai a papà, mettendo una mano sulla sua fronte, come se avessi toccato un iceberg, lì, lasciai un bacio bagnato di lacrime salate.
Mi accasciai al suolo, sfregando i pugni contro il legno del pavimento, preparai la mia gola ad un urlo pieno di dolore, di odio e tristezza.
Perchè mi resi conto, che senza di loro, la mia vita sarebbe finita.

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Ricoprii i corpi con un altro po' di terra, spargendola in tutta la lunghezza di essi. Presi la rosa accanto a me e la poggiai sopra il cumolo di terra che creai poco prima. Adagiai la foto della famiglia sulla pietra dietro le pile e pensai che se Dio esisteva, doveva darmi delle spiegazioni. Rimasi a versare ancora altre lacrime sulla restante parte della mia famiglia, facendo mescolare esse con la terra grezza. Non me ne accorsi neanche, quando una scheggia appuntita di roccia, ritrovò rifugio tra la mia mano. La strinsi forte, a tal punto da sentir il sangue bucare la mia pelle e mettersi in mostra. Posso dire di non aver provato dolore, quando strisciai a fondo l'arma sul mio polso.
Buio.
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Louis's POV
Oggi il generale mi aveva parlato in modo fiero di altre due vittime stese sul colpo da due nostri colleghi. E con tutto il cuore, sperai che Hazel stesse bene, che non fosse stata lei il bersaglio questa volta.
E corsi, corsi fino a perdere il fiato, con lo stomaco in gola e gli occhi che bruciavano. Arrivai finalmente davanti alla porta di casa sua, non chiusa a chiave ma leggermente aperta. Sorpassai il gradino che mi separava dall'entrata. E per un momento, pensai che il mio cuore avesse veramente cessato di battere. Pavimento sporco di sangue, sangue, sangue. C'era sangue dappertutto. Ma nessuna traccia di corpi. Uscii dal luogo pieno di peccato e continuai a correre, non dando importanza ai piedi che urlavano dal dolore. Il mio cervello era in tilt e non sapevo nemmeno dove stessi andando, fin quando, non mi ritrovai davanti al vivaio. Il cancello era aperto, lei sarebbe stata lì dentro.
E infatti c'era.
Era lei, era lei, solo in una pozza di sangue.

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Questa parte è abbastanza triste, è una storia fatta di alti e bassi, quindi ci saranno momenti anche piuttosto allegri.

Beh, come sempre vi chiedo di lasciare una stellina e un commento se il capitolo vi è piaciuto.
Un abbraccio e tanti baci. -D ヽ(*≧ω≦)ノ

Green {Louis Tomlinson}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora