CHAPTER 10.

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Cercai di pensare alle cose positive che aveva quella fuga da Varsavia, almeno per sfuggire ai ricordi della mia famiglia, del lutto che avevo affrontato pochi giorni prima. Ma non fu facile. Le lacrime continuavano a sgorgare dagli occhi e quelle ultime immagini di mio padre e della mia dolce sorellina scorrevano veloci nei miei pensieri. Almeno sarei sopravvissuta, ma come si può cancellare il passato? Non mi era rimasto più niente. Non avevo più una famiglia, una casa, o qualcosa in cui credere. Tutto era andato a pezzi e sembra che l'unica cosa rimasta in piedi ero io. Chissà perché non ero a casa quando le guardie hanno combinato la strage, per quale stupido motivo la vita aveva deciso di salvare solo me ed annientare tutto ciò che avevo in torno?

Mi lascio cullare dal ricordo del calore delle braccia di papà e caccio via le lacrime che avevano reso la vista appannata, poi sposto lo sguardo verso Louis e il mio respiro irregolare dovuto al pianto torna normale, mi concentro sul suo viso immaginando di percorrere con le dita i suoi contorni. La bocca socchiusa e la barba che accenna a spuntare da un momento all'altro dalla pelle liscia come la seta; gli zigomi sporgenti e gli occhi di diamante concentrati sulla strada. Quando si girò dal mio lato e vide che lo stavo squadrando da più di 10 minuti parlò, ed io sprofondai nell'imbarazzo.

"Che c'è?" la sua voce spezzò brutalmente il silenzio e sentii le mie gote accendersi quasi volessero far partire un incendio.

"Niente." e quel niente racchiudeva ogni brivido, ogni emozione ogni crampo alla pancia che mi provocava. Lo stesso niente che ci faceva battere forte il cuore.

Lui fece uno strano verso con la bocca, forse un "mmm" che io non volli comprendere e tornammo a guardare la strada senza dire una parola per circa due orette.

Mancavano circa 11 ore per arrivare a Zurigo e mi domandai cos'altro potessi fare per impiegare il tempo. Quando ad un certo punto decisi di mettere da parte l'imbarazzo e di rompere il ghiaccio, nel peggiore dei modi forse...

"Louis, mi parli di te?" e lo chiesi con una certa insicurezza mischiata ad una focosa curiosità, pensandoci, non mi aveva mai parlato della sua vita, quindi forse quella del viaggio poteva essere una buona scusa per conoscere il mio misterioso amante.

"Da dove vuoi che inizi?" furono le sue parole, velate di ironia.

"Da dove vuoi..." volevo mi dicesse tutto.

"sono nato il 24 Dicembre a Londra, ho 22 anni e ho frequentato il liceo classico. Mio padre è tedesco e ha conosciuto mia madre durante uno dei suoi viaggi di riposo a Londra. Fa parte dell'esercito tedesco da cinquant'anni e inevitabilmente anch'io ho dovuto seguirlo nel suo mestiere. Mi piace la cioccolata calda e mi piaci tu."
Disse tutto così velocemente che per un attimo non mi soffermai sull'ultima frase. Pronunciò quelle parole così bene, scandendo quel suo accento inglese, che le vedevo ancora accarezzargli le labbra.
mi piaci tu.

"Perché ti piaccio, Louis?"

"Hai questi capelli biondi, morbidi e profumati, poi sei dolce e quando ti bacio sai di zucchero
e poi hai questi grandi occhi azzurri e la cosa mi tocca parecchio."

Così, senza maschere, mi descrisse facendomi apparire come una creatura innocente, ingenua e fatata. Quasi come un cerbiatto mi acquattai a guardarlo dal collo del mio soffice maglione e sorrisi.

"Mi fai uno strano effetto tu..." dissi queste parole mentre il mio cuore si stringeva, avvolto da uno strano calore che stentavo a riconoscere.

"Quale effetto?"

"Mi fai smuovere lo stomaco e poi ti trovo tanto bello e questa cosa mi sconvolge." e lo guardai.
Lui ricambiò lo sguardo sempre restando attento alla guida e fu un continuo scambiarsi di occhiate e di sorrisi.

Pur conoscendolo da poco, lui aveva questa capacità di farmi seccare le labbra, scompigliarmi i capelli e avere un odore sgradevole, con un solo sguardo. Mi sentivo in disordine quando mi guardava, sentivo che avevo tutte cose fuori posto magicamente
e forse c'era una sola risposta a questa insicurezza...
volevo piacergli
e se mai io gli fossi piaciuta
sarei stata bene con me stessa
forse
dopo tanto tempo
avrei trovato un motivo più che valido per riempire quel cuore rotto che mi ritrovavo al posto di quello vero.

Forse sarà solo un cerotto su una crepa, ma non ho mai provato questa sensazione con nessun altro, questa voglia ardente di una persona, io, non c'è l'ho mai avuta.

Se avessi avuto il coraggio e uno sguardo più aggressivo, avrei voluto dirgli che mi sentivo bene con lui, che mi piaceva stare al suo fianco e vederlo impugnare quel manubrio strettamente, con quelle nocche bianche e le vene sporgenti dai polsi saldamente fermi, che sarei restata in quella posizione a guardarlo per ore.

Ma un po' per orgoglio, un po' per imbarazzo, restai immobile a sbattere le palpebre mentre con le braccia mi portavo le ginocchia al petto.

Il viaggio continuò a ritmo di canzoni classiche nella radiolina e il tempo ci fu d'aiuto perché non mostrò alcun segno di precipitazioni o altro. Il cielo era sereno e arrivate le 18:00 incominciò a tramontare, così chiesi a Louis di accostare l'auto per guardare il panorama. Tutto sopra di noi era tinto di rosa e arancio, è stato uno di quei tramonti che non si vedono solo ove il sole cala, ma anche da ogni lato in cui vuoi girarti. Per qualche minuto ebbi l'impressione che i miei cari mi stessero avvolgendo in un abbraccio, caldo e accogliente, che mi stessero dicendo "Va tutto bene, riuscirai ad andare avanti anche senza di noi".
Così sorrisi e mi dimenticai di tutto il resto: del nazismo, della mia famiglia, dei rami che aggiravano i miei polsi sotto le bende.
Tutto sembrava perfetto come non appariva da tanto
e mi chiesi se fosse il caso di ringraziare quel soldato che mi aveva tirata fuori da una morte certa.

E incominciai a chiedermi cosa fosse quel calore che mi avvolgeva il cuore.

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SPAZIO ME!

Buongiorno a tutti i miei lettori,
volevo chiedervi immensamente scusa per non aver continuato "Green" in precedenza.
Le cause sono state legate prettamente a questi fattori:
• Ho smesso di seguire gli One Direction da due anni per ragioni che non voglio spiegare in un questo capitolo.
• Durante questi due anni non ho avuto la volontà, né il tempo di continuare a scrivere.
• Smettendo di seguire il gruppo, ho automaticamente perso interesse nella mia infatuazione verso Louis Tomlinson.
Ci tengo a specificare che voglio continuare la scrittura di Green ma che sicuramente non pubblicherò i capitoli regolarmente.

Detto questo vi mando tanti baci e vi chiedo di lasciare un commento e una stellina se il capitolo vi è piaciuto.
( ˘ ³˘)❤

Green {Louis Tomlinson}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora