CHAPTER 9.

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Memory - Barbra Streisand

'Non si ricordano i giorni, si ricordano gli attimi.' questa era la frase che ripeteva mia madre più frequentemente. Non prestai mai attenzione a queste parole, forse perchè non si presentò mai l'occasione per farlo. Ma se tutto ciò era vero, avrei dovuto dimenticare, e sarei mai riuscita a scordarmi di quei miei diciannove anni, passati nelle mura di quella città?

Un sentiero si estese davanti a noi due, il suolo era tappezzato da ghiaia e terra, ai lati della strada notai delle erbacce disposte quasi in ordine, alcune intente a crescere, altre rimaste secche e ormai ferme solo per aspettare l'arrivo del vento, che poi le farà scomparire. Il rumore dei nostri passi diventò l'unico suono che impediva al silenzio di urlare nelle nostre orecchie. Louis ieri mi accennò di un camioncino ancora in buona forma, disse che era di suo padre e che lo usava di tanto in tanto per spostarsi fuori città. Avremmo dovuto essere i più silenziosi possibile, il rischio che qualche guardia avrebbe potuto vederci avrebbe compromesso tutto il nostro viaggio e di conseguenza, anche il nostro futuro. Si beh, di questo non ne ero molto sicura. In fondo, chi avrebbe mai detto che una volta andati via da Varsavia, Louis sarebbe rimasto con me? Nessuno. Probabilmente sarò già andata a chiedere ospitalità in qualche casa, o in qualche ostello, mentre Louis una vita se la sarebbe rifatta, di questo ne ero sicura.

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LOUIS' POV
Inserii più volte le chiavi nel cruscotto, cercando di far accendere il motore, finalmente dopo un paio di volte ci riuscii. Il furgone non lo trovammo in condizioni pessime, non toccavo quel manubrio da molto tempo e per un attimo dubitai che non riuscisse a mettere in moto. Presi il mio posto da guidatore e impugnai il volante stringendolo forte coi palmi delle mani, potei notare la secchezza e il rossore delle mie nocche, causati dal clima gelido. Hazel ripose il bagaglio sul retro e prese posto accanto a me. La guardai e non riuscii a trattenere una lieve risata, indossava un maglione bianco di lana, le stava molto largo, quindi supposi che non appartenesse a lei, bensì a qualche zia o forse alla sorella. Lei si girò verso di me e mi guardò con aria offesa. Dopodichè iniziò il vero viaggio verso una nuova vita, che spero avrebbe preservato per noi, un futuro più decente di quanto avevamo immaginato.

HAZEL'S POV

Il viaggio piano piano diventò così noioso che sprofondai tra le braccia di Morfeo, con le testa che traballava un po' perché appoggiata al finestrino. Al mio risveglio ritrovai Louis ancora concentrato sulla strada, con la mascella contratta e i pugni stretti al volante. Mi vide con la coda dell'occhio ma non si girò né disse nulla, semplicemente continuò a star composto nella sua uniforme tutta verde. Così mi rannicchiai e continuai a guardare i miei polsi, come se fossero l'unica cosa per la quale io stessi fuggendo da questa città. D'improvviso dimenticai la politica, il pericolo di vita e le mia famiglia, e mi ricordai di me stessa. Io stavo fuggendo per me stessa, per una dannata volta ho cercato di preoccuparmi di me, e di qualcun altro, forse...

"Si aggiusterà tutto." continuai a ripetermi.

Ma non sapevo nulla, mi affidai al destino.

SPAZIO ME!!

Eh nulla, non so che dire per l'aggiornamento improvviso.

Green {Louis Tomlinson}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora