My granddad Bob

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Ero riuscita a superare il primo giorno di scuola senza andare fuori di matto, cosa che mi ha stupita parecchio visto che avevo programmato un tale inizio disastroso che l'uragano Katrina sarebbe stato nulla a confronto.

Fortunatamente non avevo ricevuto nessun tipo di punizione per il mio comportamento, quindi non avevo dovuto trascorrere il pomeriggio a scuola e non mi erano stati affidati compiti extra. Papà lavorava fino a tardi ed io avevo tutto il pomeriggio per me e, avendo poca voglia di cucinare, lanciai lo zaino sul letto e mi fiondai da John per una pizza.

Entrai nel locale ed ordinai una margherita che avrei poi riempito di prosciutto cotto appena arrivata a casa. Dopo cinque minuti mi stavo già avviando verso casa quando qualcuno mi chiamò. Mi girai ed era Dylan.

"Cosa ci fai tu qui?" mi chiese.

"Abito qui, in quella villetta color panna di quella schiera" ed indicai verso le case che davano sulla strada.

" Non pensavo abitassi qui, ricordo di averti vista qualche volta da queste parti ma credevo fosse per tuo nonno"

" Mio nonno? Come fai a sapere chi è mio nonno?" chiesi incuriosita.

"All'inizio non avevo idea di chi tu fossi, ma quando oggi Miss Marc ti ha chiamata 'signorina Prayson' ho capito che eri la nipote di Bob, ovvero figlia di Robert, giusto?" disse con aria da saputello ma in modo carino.

" Giusto anzi giustissimo" feci una faccia stupita.

Ridemmo insieme per un motivo non ben definito poi poggiò lo sguardo sulla mia pizza fumante. Senza essercene resi conto avevamo camminato abbastanza da raggiungere casa mia.

"Emh io sono arrivata, ti va di entrare cosi ti offro qualcosa?"

Stava per rispondere quando una voce squillante lo chiamò. Era la sua ragazza. Corse faticosamente a causa dei tacchi vertiginosi, ma ci raggiunse dopo qualche secondo.

"Amore dai andiamo che facciamo tardi"- rivolse lo sguardo su di me- " E lei chi è amore?"

" Lei è Skylie. Si è appena trasferita." disse in modo tranquillo.

"Ah, be io sono Nancy Santos, anzi Nancy Sprayberry volevo dire, piacere"

"Skylie"- e ci stringemmo la mano.

Nancy non si staccava un secondo da Dylan, cosi sentendomi di troppo, salutai ed entrai in casa ad abbuffarmi con la mia pizza. Ancora una volta mi ero scordata della realtà.


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