Mi voltai e mi ritrovai davanti al viso un ragazzo che non avevo mai visto fino ad ora.
"Skylie, stai bene?" disse con aria preoccupata.
Gli risposi con uno sguardo spento.
"Okay adesso devi venire con me" disse.
"Scordatelo" dissi con quel poco di fiato che mi uscii dalla bocca.
"Eiei puoi fidarti di me, so esattamente quello che ti è successo, e voglio aiutarti, ma devi venire con me"
Ci pensai su qualche secondo, poi decisi di accettare la mano da lui gentilmente offerta, e mi alzai tenendo stretta l'altra mano sul fianco.
Poi il ragazzo prese il cellulare e disse semplicemente "L'ho trovata, tranquillizzati adesso" e poi riattaccò.
Camminammo per una decina di metri fino a che non mi ritrovai davanti Dylan e un altro ragazzo che non conoscevo.
"Skylie! stai bene? dimmi di si ti prego!" urlò Dylan prendendomi il viso tra le sue mani.
Feci un semplice si con la testa.
"Dobbiamo portarla a casa, dobbiamo spiegarle e controllare che stia seriamente bene" disse uno dei tre.
"Si ma dove? Da me non si può ci sono i miei a casa e presumo che nemmeno da Dylan si possa, sua nonna ha un udito assurdo e suo nonno è perennemente sveglio"
Dylan fece una smorfia.
"Possiamo andare a casa mia" dissi con un filo di voce.
"Ma ce tua mamma Skylie e..."
"Non c'è nessuna mamma, andiamo" dissi non lasciando finire la frase a Dylan.
Entrammo in casa e mi sdraiai sul divano, il dolore al fianco era sempre più forte.
Dylan si sedette per terra di fianco a me mentre gli altri due andarono dritti verso la cucina per discutere di ciò che era successo. Ne sentivo le urla.
"Come mai tua mamma non è a casa a quest'ora?" mi chiese curioso e un po preoccupato.
"E' che.. veramente io ti ho mentito, su mia madre. Lei è.." respirai profondamente "E' morta anni fa, vivo sola con mio padre. Ma non ne voglio parlare scusa."
Abbassai lo sguardo.
Dylan non disse nulla, mi mise una mano tra i capelli e mi diede un bacio in fronte. Sorrisi.
"Senti, è un problema se vado a farmi una doccia? Vorrei rilassarmi un attimo dopo.. Ecco.."
"Vai pure, mi assicurerò che quei due non combinino disastri" mi disse con aria dolce.
Salii le scale ma una fitta mi colpì proprio il fianco. Urlai a squarciagola dal dolore e caddi a terra.
Dylan in un battibaleno si fiondò su per le scale insieme agli altri.
"Skylie? Skylieeee? Che cos'hai? Skylie rispondi!"
"Dylan, guarda lì.." disse uno dei due come impaurito indicando la mia maglia.
Sollevò il pezzo di maglia e vide la mia pelle squarciata.
"Oh cazzo"
Inizii ad avere come delle convulsioni per qualche secondo, poi mi bloccai e i miei occhi si chiusero.
"Skylie"urlò Dylan "Non respira! Non respira! NON RESPIRAAA!"
"Calmati Dylan, sento il suo battito" disse uno dei due.
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The sky in our eyes
FanfictionSkylie, 16 anni, a distanza di due anni dalla morte della madre, si trasferisce al sud con il padre per curare il nonno malato. L'inizio non è per niente semplice per la già etichettata "ragazza nuova". Ma quando Dylan Sprayberry, ragazzo dagli occh...