"Dovresti andare anche tu, sto bene adesso" dissi rivolta verso Dylan che era seduto sul divano a gambe incrociate.
"Scordatelo, non ti lascio da sola, non oggi" replicò.
"Se papà quando torna ti vede sono morto lo sai?"
Scoppiò a ridere, si alzò e si avviò verso le scale.
"Tu non hai idea del guaio in cui ti stai cacciando" dissi in tono divertito.
Dylan salì in camera mia mentre io chiusi la porta, girando ben quattro volte la chiave nella serratura, giusto per essere sicura ch nessuno entrasse.
Quando arrivai in camera, vidi Dylan che teneva in mano un piccolo quadernetto nero. Era il mio diario!
"Che fai? E' mio quello" glielo strappai dalle mani e lo strinsi al petto.
" Scusa scusa, non l'ho letto, non lo farei mai, so che è una cosa personale" rispose in tono calmo
" Grazie" -sorrisi- " Emh ti serve qualcosa per dormire? Voglio dire, vuoi dei pantaloni e una maglia?" dissi imbarazzata.
"Non credo che le tue cose mi entrino Sky ahah"
"Prendo le cose di papà scemo ahah"
Aprii il cassettone dei vestiti di papà, presi una maglia larga e dei pantaloncini neri tipo quelli da calcio.
Mi cambiai in bagno mentre lui lo fece in camera mia.
Uscii dal bagno, e mi ritrovai davanti una specie di statua greca a torso nudo.
Rimasi immobile, il cuore mi batteva a mille e mi sentivo il respiro più affannato.
Si mise la maglia ed io ripresi a respirare.
Ci sedemmo sul letto insieme "Io dormo a destra e tu a sinistra, niente contatti, nemmeno per sbaglio okay?" dissi in modo chiaro.
"Tranquilla tranquilla, non ti stupro, anche se effettivamente.." non gli feci finire la frase.
"DYLAN!" urlai. Poi ci guardammo e scoppiammo a ridere.
" Be tanto, non sarebbe mica la prima volta no?" mi disse con un tono di voce particolare.
"Non sono affari tuoi" lo guardai in modo superiore.
"Dai dai, l'hai fatto o no?" mi chiese curioso, ma io feci il gesto con la mano che voleva dire bocca chiusa.
" Ti sfido. se ti batto me lo dici, ci stai?" mi porse la mano.
Feci una smorfia e gli strinsi la mano " ci sto".
Ci alzammo in piedi ed io sferrai il primo pugno,ma Dylan mi bloccò subito. Ci sferrammo calci e pugni. Feci per tirare un pugno dritto in faccia a Dylan, quando lui mi prese entrambe le braccia, me le incrociò dietro alla schiena e mi sbattè al muro. Sentivo il contatto con il suo corpo che era quasi interamente appoggiato al mio.
Mi voltai e i nostri visi erano a pochi centimetri di distanza
"Quindi?" mi disse Dylan avvicinandosi.
Non risposi, riuscivo solo a sentire la nostra vicinanza. Volevo farlo,oh si quanto avrei voluto farlo. Gli avrei preso il viso e l' avrei incollato al mio, se solo avessi potuto. Ma non potevo.
"Forse dovremmo andare a dormire, si sta facendo tardi e domani c'è scuola" dissi a malincuore e ci mettemmo sotto le coperte.
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The sky in our eyes
FanfictionSkylie, 16 anni, a distanza di due anni dalla morte della madre, si trasferisce al sud con il padre per curare il nonno malato. L'inizio non è per niente semplice per la già etichettata "ragazza nuova". Ma quando Dylan Sprayberry, ragazzo dagli occh...