Prologo/Dark

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Buio.

Newt si sentiva come in un vortice d'oscurità. Non vedeva niente, non provava niente, sapeva solo che nulla poteva tirarlo fuori da quella situazione.

Dolore.

Era l'unica cosa che sentiva: un dolore lancinante alla mandibola. Sembrava che gli stessero ricongiungendo le ossa solo per poi spaccargliele di nuovo.

Ma ormai si era abituato.

Era la routine di tutti i giorni: si svegliava, andava a scuola, veniva picchiato dai bulli dell'ultimo anno, e poi il suo migliore amico Minho lo salvava.

Ma questa volta Minho non c'era per lui e i bulli avrebbero continuato a picchiarlo fino a farlo morire. Perchè era questo che volevano fargli, ucciderlo, ne era sicuro.

Ora gli tiravano calci allo stomaco, ora gli saltavano sulla schiena, ora lo colpinavo nelle parti basse, ora lo colpivano per l'ennesima volta al viso. Lo stavano distruggendo, eppure lui non sentiva niente. Non voleva sentire niente perchè, se iniziava a provare emozioni, sarebbe morto.

Non osò aprire gli occhi,troppo spaventato all'idea di un pubblico di adolescenti che gli rideva in faccia.

"Frocio!" poteva sentirli urlare, forte e sempre più forte. E quella parola faceva più male di tutti i pugni che gli stavano tirando. Più delle sue ossa che venivano frantumate. Più delle sue lacrime che pizzicavano le innumerevoli ferite. Così fece come aveva sempre fatto: ascoltava gli urli, piangeva in silenzio, e continuava a farsi picchiare.

Ma all'improvviso i colpi si fermarono e sentì una voce in lontananza. "Ora basta." disse la voce, un ragazzo anche se Newt non capì di chi si trattasse.

"Guardate, l'amico del frocetto è arrivato! Vuoi essere conciato per le feste anche tu?" a parlare fu Janson, il capo dei bulli. Conosciuto per la sua "permanenza" a scuola.

Nonostante avesse superato la soglia dei vent'anni, frequentava ancora il liceo a causa del suo brutto carattere. Molti genitori si erano lamentati di lui mostrando i loro figli con il viso ricoperto di lividi, eppure la nostra scuola lo ha amorevolmente bocciato ogni anno aumentando così le crisi per le vittime innocenti, e le vittorie per il grande Uomo Ratto. Chiamato così non di certo per la sua stazza, ma per la sua orrenda faccia da topo.

"Senti, perchè non te ne vai e lo lasci stare. Ti sei divertito abbastanza." continuò il suo "salvatore" ignaro del fatto che si stesse suicidando. "Senti tu, se credi di fare una cazzo di bella figura salvando questo frocio di merda qui, ti sbagli di grosso amico." Newt poteva sentire lo sguardo omicida sulla faccia di Janson mentre aveva pronunciato queste parole e già immaginava la morte del povero ragazzo.

"Frocio di merda? Davvero? Ti credi figo a insultare qualcuno con questa parola? Perchè non lo sei, sei solo un coglione." A queste parole Newt aprì gli occhi e lo vide: era un ragazzo più o meno della sua età, alto, muscoloso e con dei bellissimi capelli bruni. A parere di Newt era davvero un bel ragazzo. Si sorprese di quanto fosse sbagliato quel momento per pensare alla bellezza dello sconosciuto.

Peccato che il suo bel ragazzo finì letteralmente a terra e Janson sopra di lui che gli spiaccicava la faccia sull'asfalto. Una, due, sei volte e così via, e nessuno mosse un dito per aiutarlo.

Newt provò a urlare ma niente uscì dalle sue labbra. "Bas-" fu poco più di un sospiro.

E Janson continuava e continuava, come se non aspettasse altro che vedere sangue. Il ragazzo ormai era diventato insensibile a forza dei troppi colpi ricevuti e Newt si chiese più volte perchè uno sconosciuto avrebbe sacrificato la sua faccia, e anche una bella faccia per giunta, per una nullità come lui.

Nessuno aveva mai fatto niente per lui. I suoi genitori lo avevano abbandonato quando aveva poco più di 1 anno. Nessuno all'orfanotrofio aveva mai scelto di adottarlo. Ovviamente. Era sempre stato troppo basso, troppo magro, troppo solo. Non andava mai bene. Poi a scuola, fin dalle elementari, lo avevano sempre preso in giro chiamandolo femminuccia. A nessuno poteva mai piacere un bambino gay. E mai a nessuno era piaciuto.

Eppure adesso un totale sconosciuto stava lì con la faccia sanguinante sul'asfalto, a farsi picchiare per evitare che lo facessero a lui. Se Newt ci pensava, non aveva senso, e da una parte era felice che a qualcuno importasse della sua incolumità, dall'altra voleva solo che quest'incubo avesse fine.

"BASTA." in quell'esatto momento la professoressa Paige si avvicinò alla calca di studenti e dopo aver visto quello che stava succedendo prese Janson e lo portò fuori dalla rissa. Pian piano anche tutti gli altri studenti si allontanarono, lasciando Newt e l'altro ragazzo lì per terra, come se non valessero niente.

Newt avrebbe davvero voluto alzarsi per andare dal ragazzo e ringraziarlo, abbracciarlo, non lo sapeva neanche lui.

Ma poi i suoi occhi si chiusero e cadde nuovamente nell' oscurità.


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