Capitolo 3/Never together

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L'aria era densa, fitta, fredda.

Il corpo di Newt stava man mano diventando sempre più freddo: non riusciva a sentire le dita delle mani e dei piedi.

Non si era mosso di un centimetro dal pomeriggio prima e quella notte aveva fatto un freddo glaciale, la sua t-shirt di cotone non aiutava di certo a fargli tornare un colorito normale.

Potè scorgere della luce e capì che era ormai mattina, non aveva chiuso occhio e iniziava a sentirsi debole.

Sentì il rumore delle foglie che si schiacciano, dei passi. Eppure nessuno entrava nel bosco a quell'ora di mattina.

A un certo punto una figura esile, che riconobbe come sua sorella, fece capolino dalla porta della casetta e lo guardò con uno sguardo sarcastico e preoccupato allo stesso tempo.

"Non ti ho detto che non si esce da soli nel bosco?" Sonya sorrise e tese una mano verso il fratello più piccolo che la prese volentieri, sentendo finalmente ritornare la vita nel suo corpo.

Si tennero stretti per tutto il percorso fino a casa della sorella, lei era l'unica persona che avesse mai mostrato interesse e amore per il ragazzo.

Newt adorava Sonya: nonostante non fosse proprio sua sorella, i due erano sempre stati molto uniti. Anche lei era rimasta all'orfanotrofio perchè i suoi genitori erano morti in un incidente d'auto, ma a differenza sua la madre di Sonya era sempre stata una donna gentile e amorevole verso la figlia. Abitavano a due isolati di distanza e ora Sonya aveva una casa tutta sua, dove a volte Newt restava per diversi giorni. Non che alla ragazza dispiacesse, quei due erano diventati davvero fratelli. Condividevano tutto, e per Newt lei era diventata l'unica persona di cui si potesse fidare.

Sonya riusciva a far tornare il ragazzo simpatico e vivace che si nascondeva in Newt, e non poteva che esserne felice.

Raggiunsero la casa della ragazza: si trattava di una piccola villetta a schiera, mattoni colorati e vasi di fiori la decoravano e sembrava che fosse sempre primavera.

Newt pensò che quella casa rifletteva perfettamente il carattere della sorella, colorato, perfetto.

L'interno della casa era come l'ultima volta, ordinato e vivace come il resto. Il biondino amava ogni parte di quella casa, lo faceva sentire in uno di quei libri che lui tanto amava, perchè era tutto tremendamente a posto. Nella sua vita niente era mai stato a posto.

La ragazza si sedette sul divano verde mela e fece segno al fratello di unirsi a lei.

Quando di sedette avvenne quello che Newt sperava che non avennisse: il momento delle spiegazioni.

"Newt, tu lo sai che ti voglio bene?" la voce di Sonya era dolce e intenta a ricevere risposte. Il ragazzo annuì leggermente lasciandola parlare.

"E lo sai che ci tengo a sapere come stai?" Newt annuì di nuovo e si preparò alla domanda che stava per ricevere.

"Cosa ci facevi nella casetta Newt? Dimmelo con calma." la ragazza si posizionò meglio sul divano e iniziò a mangiarsi le unghie, cosa che fa ogni volta che è nervosa.

Newt si grattò il naso e tirò un grande sospiro prima di iniziare a parlare.

"Mi hanno quasi picchiato a scuola, un ragazzo che non conosco li ha fermati. Lui mi piace ma non voglio che finisca come... come.. lo sai." la voce gli si spezzò in gola e una piccola lacrima fece per scendergli sulle guancie, ma la sorella la asciugò via.

"Newt, solo perchè sei stato coinvolto in un grave incidente questo non fa di te un assassino o un mostro. Se questo ragazzo ti piace devi stargli vicino senza aver paura di quello che gli altri ti diranno." la ragazza lo avvicinò sempre di più, pronta ad abbracciarlo.

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