19 dicembre
Più di dieci giorni di vuoto assoluto. Non una parola, non un messaggio per dirmi che va tutto bene, che non mi odia. A mio parere le relazioni sono come una ragnatela su cui ci sono delle minuscole goccioline che rappresentano le persone che conosciamo. Quelle più piccole, i semplici conoscenti, vengono spazzate via con una semplice raffica di vento, sparendo dalle nostre vite. Ce n'è invece altre che crescono sempre di più, quelle persone che ci sono care e a cui teniamo particolarmente. In alcuni casi queste gocce riescono a tenersi alla ragnatela, ma ci sono anche le volte in cui il filo si spezza e cadono a terra.
E' così che mi sento in questo momento: come una ragnatela che diventa più debole perchè un filo si è spezzato, come un albero a cui è stato reciso uno dei rami più forti. Per dirlo senza giri di parole, come una nerd che ha perso il suo migliore amico. Certo, prima ero abituata ad essere da sola, ma ormai Gabriel era diventato uno dei miei punti fissi. Non è affatto facile perderlo così all'improvviso, senza neppure capirne il motivo.
Non immagini neppure quanto tempo io abbia passato questi giorni a rimuginare sul perchè è diventato così distante. Non mi sembra di avergli fatto alcun torto, anzi. L'unica volta in cui è stato più serio del solito è stato quando siamo andati a bere un thè caldo e lui mi ha fatto tutto quel discorso sul "ragazzo che mi merito". Sembrava così preoccupato... e poi la reazione che ha avuto in biblioteca mi ha lasciata di stucco. Se Gabriel non mi avesse detto che per lui rappresento un'amica preziosa e se non fossi cosciente di come sono fatta, potrei anche pensare che io gli piaccia. Ma è un'assurdità tale che nemmeno il trio ebete (del manga di Kaichou wa Maid-Sama!, uno dei più belli che io abbia mai letto) potrebbe dire una cosa simile.
Buffo, è successo come con il mio migliore amico d'infanzia, Andrew. Non abitava vicino a me e vedevo lui e suo fratello maggiore solo in estate, quando venivano in villeggiatura dalla loro nonna. Io mi sentivo quasi come la sorella di mezzo: mi divertivo un mondo ad inventare sempre giochi nuovi con Andrew e mi scatenavo quando tutti e tre giocavamo a pallone. Ad essere sincera, suo fratello Alexander ha rappresentato la mia prima cotta: era così simpatico, spontaneo, energico, e nonostante a volte preferisse starsene da solo perchè io e Andrew eravamo più piccoli io pendevo dalle sue labbra. Qualsiasi cosa dicesse per me era assolutamente vero, nemmeno fosse l'autorità suprema. Se ci ripenso adesso mi sento piuttosto stupida, ma allora non potevo farci nulla.
Anche con loro è finito tutto da una volta all'altra, senza un perchè. L'estate prima eravamo legati come sempre, e quella dopo non sono neppure venuti a salutarmi. Dimenticata. Rinchiusa in un cassetto la cui chiave è stata buttata via. Un foglio accartocciato e ormai inutilizzabile.
Anche adesso mi sento così, solo che essendo più "adulta" i sentimenti che provo sono molto più acuiti. Tradita. Abbandonata. Lo so che in fondo lo conosco da soli quattro mesi, ma ci sono alcune persone che entrano della tua vita come un tornado, sconvolgendo tutto ciò che eri prima rendendoti più viva. Gabriel è il mio tornado. Mi ha dimostrato che tra un ragazzo e una ragazza può formarsi un legame fortissimo che non ha nulla a che vedere con l'amore, e che tuttavia a volte ti fa stare perfino meglio.
Tranne quando ti lascia completamente svuotata nell'istante in cui questo legame si spezza.
Oggi avevo deciso che sarei andata da lui e avrei chiarito le cose, ma quando sono arrivata in biblioteca l'unica persona presente era Carl, l'altro bibliotecario, che stava seduto alla scrivania battendo a computer l'inventario con aria annoiata. Non ho mai avuto molta confidenza con lui, ma non era il momento di fare la timida.
-Ciao, potrei chiederti una cosa?- ho esordito, avvicinandomi alla scrivania.
Lui ha sollevato lo sguardo, e dopo avermi riconosciuta ha fatto un lieve sorriso invitandomi a continuare.
Ho preso un respiro, sperando che la mia voce non avesse un tono strano. -Oggi Gabriel ha un turno da fare?-
-No, mi dispiace.- mi ha risposto Carl scuotendo la testa. -E' più di una settimana che non viene, ha detto che ha avuto alcuni problemi e che quindi riprenderà più avanti.-
Inutile dire che la mia delusione stava facendo di tutto per far uscire le lacrime che stavo trattenendo già da un po'.
-Ah, capisco... se lo vedi potresti dirgli che l'ho cercato?-
Mi ha guardata incuriosita, chiedendosi probabilmente come mai non lo chiamavo io stessa, ma assecondandomi senza protestare. Tornata a casa mi sono buttata sul letto a peso morto. Non ho il coraggio di telefonargli o scrivergli, e non posso certo avvicinarlo a scuola visto che è sempre in compagnia di qualcuno.
Forse è rimasta un'unica, drastica soluzione: lasciar perdere e dimenticare tutto.Dunque, risalve a tutti! Lo so, non scrivo molti "angoli dell'autrice", ma non so mai che dire xD Innanzitutto: che ne pensate della storia/diario? Questo sarà probabilmente l'ultimo capitolo "riflessivo", perchè nei prossimi si concentreranno parecchi avvenimenti e colpi di scena, quindi continuate a seguirmi!
Come sempre per qualsiasi osservazione/consiglio/complimento (eh già, anche quello è gradito xD) commentate senza problemi :3
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Lonely - Diario di una nerd
Novela JuvenilMi chiamo Chloe. Ho diciassette anni. Non so neppure per quale motivo io stia facendo qualcosa di così stupido come scrivere un diario. Forse perché mia madre mi ripete in continuazione "tenere un diario giornaliero aiuta ad esprimere le emozioni r...