Quando il gioco si fa duro

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La mia mente è sempre più confusa. Credevo che la nuova pozione sarebbe riuscita a risolvere tutti i problemi che nell'ultimo periodo si sono manifestati nella vita di Cloe, ma adesso non ne sono più molto convinto. Ho paura che potrebbe non bastare.

"Scusami, puoi spiegarmi cosa cavolo centra Arache Tomson con la nostra famiglia?"

Cloe sospira rumorosamente e si guarda intorno preoccupata, come se avesse paura che qualcuno possa ascoltarci.

"Se hai qualche minuto da dedicarmi, devo raccontarti una piccola storia."

Sono sempre più confuso e questo stato d'animo mi ha decisamente stufato. Con un gesto della mano le faccio segno di andare avanti e lei deglutendo lentamente trova la forza per parlare.

"Ok. Naturalmente sai che mamma e papà stanno concorrendo alle elezioni per il nuovo governo di Carma. Arache Tomnson, il presidente attuale, vedendo il successo che i nostri genitori hanno riscosso nei confronti della popolazione, ha mandato a casa nostra delle lettere sulle quali, stampate nero su bianco, c'erano delle minacce spaventose. L'unico modo che mamma e papà avevano per proteggersi era rinunciare alle elezioni, solo così il signor Tomnson non avrebbe distrutto la loro immagine e di conseguenza tutta la famiglia! I nostri genitori però non si sono lasciati intimorire dalle sue parole e hanno continuato la campagna elettorale, ma Arache probabilmente, turbato da questa perseveranza, ha mantenuto la sua promessa, rovinando il mio futuro. Facendomi diventare una Neminem ha per riflesso danneggiato anche loro, gettando una nuova lugubre luce sull'operato dei suoi concorrenti!"

Sono a dir poco sconvolto. Per qualche secondo rimango in silenzio sbigottito dalle ultime scoperte che aleggiano vividamente nella mia testa.

"Forse ti sembrerà una domanda un po' sciocca, ma mi spieghi come fai a sapere tutte queste cose?"

Cloe scoppia a ridere e io non comprendo.

Perché ha aspettato tanto per confidarmi questi opprimenti segreti?

Sono suo fratello, dovrebbe sentirsi libera di rivelarmi qualunque cosa, invece, forse, non è così.

"Un po' origliando naturalmente e poi scusa, in casa nostra chi ha il compito di ritirare la posta?"

"Vuoi dire che leggevi le lettere di mamma e papà?"

"Certo." Esclama lei per nulla risentita. "Dopo che ho scoperto che volevano presentarsi alle elezioni ero curiosa no? E anche un po' arrabbiata, visto che non hanno avuto la decenza di chiedere il nostro parere prima di candidarsi."

"Caspita, complimenti! Ma come mai io non mi sono mai accorto di nulla?"

"Lo sai." Mi risponde come se fosse la cosa più semplice del mondo. "Sei sempre stato quello più tonto tra i due. Voglio dire, in fondo sei nato tre minuti dopo di me!"

"Questa non te la faccio passare liscia!"

Senza pensarci un attimo mi butto sopra di lei e la immobilizzo bloccandole le mani dietro la schiena.

"Anche se sono nato dopo sono sempre io il più forte! Cosa vuoi fare adesso, ti arrendi come sempre?" Le chiedo ridendo.

"No, mai!"

"Allora mi obblighi a sfoderare l'arma segreta . Vuoi veramente costringermi a fare uso del potente solletico?"

"No ti prego, a questo punto non posso far altro che concederti la vittoria."

Alla fine la libero non riuscendo a trattenere le risate.

Era tanto tempo che non ci divertivamo così, in modo spensierato, come quando eravamo piccoli. Forse prima di decidere cosa fare della nuova pozione della rivelazione e delle informazioni segrete sul conto del nostro presidente, un po' di sana spensieratezza, non può farci altro che bene. Sono però tristemente consapevole del fatto che non potremo rimandare all'infinito, presto o tardi saremo costretti a compiere delle decisioni importanti che condizioneranno, inevitabilmente, tutta la nostra vita.

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