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-Gideon. Gideon!- sussultai dallo spavento. -Svegliati, è arrivato tuo padre.- aprii gli occhi.
-Ma sei tu mio padre, pà.-sussurrai stropicciandomi gli occhi, molto assonnato.
-Non scherzare, Gideon, quel tuo padre.-balzai a sedere.
-A..Ade è qui?-balbettai insicuro. Lui annuì, era un uomo sui cinquantatre anni, aveva i capelli brizzolati, leggermente mossi. Era un po' corpulento, si poteva dire che fosse bene in carne, ma non che fosse obeso. Era dolce, o almeno con me. Con il mio fratellastro, James, non era molto cordiale.
Balzai in piedi, mentre lui raggiungeva la porta sussurrando:-Fai piano, che Jemmy dorme.- e se ne andò sorridendo.
Infilai i miei pantaloni velocemente e presi una maglia nera dall'armadio, mi specchiai, come di routine. Mi passai una mano nei capelli e scesi di corsa le scale, avevo già una gran fame, ma non ci badai molto. Mio padre era lì. Vedendolo, un brivido mi percosse il corpo. Era davvero terrificante. Aveva una maglia nera, ma sul suo corpo sembrava molto più nera della mia. La sua pelle pallida metteva in risalto il suo naso grande e gli occhi scuri. Le labbra erano una striscia rossa sottile, piegata in un sorriso che sicuramente non era uno dei migliori che io avessi mai visto.
Era la prima volta che lo vedevo, ecco perchè rimasi sorpreso dal fatto che non aveva piercing o strani tatuaggi, o che non avesse nessun pitbull con collari borchiati intorno.
Quando finalmente parlò, dopo alcuni secondi di silenzio imbarazzante, la sua voce risultò terribilmente pacata:-Ciao, Gideon.-
Non sapevo che cosa dire in risposta e mi tremavano leggermente le gambe.
-P..Padre.-dissi in un sussurro flebile.
-Sono qui per dirti che dovrai cambiare liceo. Andrai in un liceo per tipi, umh, speciali. Il tuo destino è già scritto, Gideon.-
Ero allibito, il primo incontro con mio padre parlava di scuola. Non andavo tanto male nelle materie(ad eccezione di matematica, ovviamente) e avevo un comportamento rispettoso con i compagni e con i professori. Avevo appena iniziato a socializzare con alcune ragazze e invece...
-Okay, affermativo, emh, ai suoi ordini capo.-dissi impacciato.
-Affermativo? Ai suoi ordini, capo?-rise lievemente e un altro brivido mi attraversò la schiena.-Non sono una specie di dittatore, figlio mio.-
Bene, le mie figuracce erano sempre all'ordine del giorno, a quei tempi.
-Mi scu..scusa, ho ricevuto ordini precisi su quello che sarebbe successo e quello che avrei dovuto fare, ossia accettare, ma pensavo fosse una missione speciale, tipo agente segreto o detective privato.-e al pronunciare quelle parole mi venne in mente una delle poche avventure fra me e mio fratello, Edward.

{Inizio flashback}
-Eddie, secondo te cosa ci chiederà nostro padre?-chiesi emozionato.
-Non ti preoccupare, Gideon. Non è affar tuo.-e rise-Sceglierà me, e mi dirà di fare una missione speciale, una di quelle da film.-
-Edward! Papà ci ha vietato di vedere film di spionaggio, perché li hai visti?-esclamai arrabbiato, mentre James mi tirava per un braccio.-Ora arrivo, Jem.-sorrisi guardandolo.
-Sì, ora arriva, Jemmy, stiamo parlando di cose speciali. Tu non sei fra queste.-ghignò Edward malvagiamente, guardando il piccolo James, di appena quattro anni più piccolo di noi, andare via.
-Sei cattivo, Ed.-sussurrai.
-Un giorno capirai, Gideon, ora hai solo sei anni.-rise.
-Hey scemo, guarda che siamo gemelli.-risi a mia volta.
{Fine flashback}

Fu solamente un caso che poche settimane dopo morì, forse era davvero lui il prediletto da nostro padre.
-Gideon, ma mi stai ascoltando?-chiese Ade irritato, con una ciocca di capelli che prendeva fuoco.
-Sì, certo. Hai detto di questa..emh..Elsa..che mi seguirà nel mio corso di studi.-dissi impacciato.
-È Helga, H-E-L-G-A.-
-Oh, okay, Helga.-ripetei automaticamente.
-Bene.-si alzò sorridendo.-Ci sentiremo più spesso, d'ora in poi, ciao, figliolo. Ah, e ricorda di far amicizia con Gail.-disse volatilizzandosi nell'aria.
-Gail?! HEY, ASPETTA, CHI CAVOLO È GAIL?-esclamai confuso.

Troublemaker.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora