Appena arrivato al luogo di ritrovo, comunemente chiamata palestra, vedo i ragazzi che siedono sugli spalti.
Sono parecchi, davvero."Ragazzi, vorrei richiamare la vostra attenzione su di me."annuncio a gran voce, dopo qualche secondo di silenzio ricomincio a parlare:"Bene, ribadisco. Benvenuti in questo college. Non starò qui ad annoiarvi con un lungo discorso e le regole, che tanto non rispetterete, anche perché sono stato ragazzo anche io e so come funzionano certe cose. Insomma, tra due giorni ci sarà un ballo qui, per fare conoscenza. Siete tutti invitati, ovviamente. I vestiti dovranno rispecchiare il vostro elemento. Mi farebbe piacere che tra di voi si creassero rapporti di fiducia e di intesa. Voglio che vi comportiate come una famiglia."Una famiglia piuttosto allargata, aggiungerei.
Certo, nelle menti dei ragazzi staranno passando pensieri poco positivi.
Sono sicuro che fra di loro ci saranno quelle piccole divergenze adolescenziali che non renderanno un viaggio facile, in questo college.
Sono il primo a non avere un viaggio facile.
Penso che dovrei andare da uno psicologo, a volte. Altre volte penso che sia meglio così, che le mie abitudini rimangano abitudini.
Sempre ripeto gli stessi sbagli, e a me dispiace, ma sono fatto così. È facile entrarne, molto facile, ma è altrettanto difficile uscirne.
Una cosa tipo:-Hey, e adesso che sono dentro che faccio? Continuo il gioco o termino la partita?-
E naturalmente cedi, continuando il gioco, perché terminare la partita sembra molto inutile.
A differenza che qui, non stiamo parlando di giochi, bensì di vite.
Dopo aver rivolto i miei saluti vado verso il mio ufficio.
Ho tanti documenti da revisionare.
Qualche minuto dopo sento bussare."Avanti."dico scocciato.
Una ragazza dal viso familiare si affaccia, è Sophie."Scusi, la sto disturbando?"dice con un tono estremamente dolce. Sembra quasi un cupcake, quando entra vestita con colori pastello che le calzano quasi alla perfezione. Quasi.
"No, figurati."sorrido senza accorgermene, alzandomi e andando alla porta, per farla entrare.
"Grazie."sussurra timidamente entrando, andando verso la cattedra, poggiandosi ad essa con la schiena.
"Qual buon vento ti porta qui, Hollis?"mi avvicino a lei, quasi fino a sfiorare i nostri corpi, ma non lo faccio. Solo che beh, la mia mano si è poggiata sul suo viso e lo sta accarezzando.
Non vorrei sbagliarmi, ma sembra quasi se lei si spingesse verso le mie mani."Il ballo, insomma..."dice mentre l'accarezzo"bisogna avere un'accompagnatore?"
"La cosa è sottintesa, hai problemi a trovare uno?"dico un po' sfacciato, ridendole quasi in faccia.
"No, si...si figuri. Se solo volessi lo troverei anche ora."afferma, diventando rossa come un pomodoro.
"Vuoi venire al ballo con me?"le propongo, come a voler confermare la sua affermazione.
"Decisamente..."sussurra, fissandomi. Quasi pende dalle mie labbra. Come le precedenti, del resto.
"Certo che sei strana, sai ballare?"chiedo di nuovo, ridacchiando.
"Veramente, non molto..."sussurra, riabbassando lo sguardo.
"Non c'è nessun problema."Le alzo il mento con due dita"Ti insegno io, okay? Basta che non mi pesti i piedi. È una cosa che odio."
Lei annuisce, quindi io mi dirigo ad accendere la radio e metto qualche lento, prima di andare da lei e prenderla per i fianchi.
"Segui i miei movimenti, chiaro?"
Stesso movimento del capo da parte sua.
Inizio a muovermi piano, facendo muovere i miei piedi al ritmo con i suoi.
Se la cava abbastanza devo dire, almeno prima che qualcuno ci interrompesse bussando, lei si spaventa e mi pesta un piede.
La osservo scocciato."Avanti."dico dopo essermi staccato da lei e aver assunto un espressione quasi normale, e non da adolescente pervertito il quale mi sentivo.
Bastavano pochi suoi movimenti a farmi venire idee poco caste."Gideon, che bello rivederti! Proprio una bellezza il fatto che tu non mi abbia assunto qui. Oh, ma che bella compagnia, non sarà una di quelle tante, eh, Gideon?"
Jack. Dovevo immaginarlo.Jack è un mio ex collega, in una delle scuole precedenti nelle quali ho lavorato.
È stato sollevato dal suo ruolo poiché non è del tutto sano di mente.
È totalmente andato fuori di testa, ma a volte è molto saggio."Jack, come mai qui?"chiedo, dopo aver bruscamente congedato Sophie, spento la musica e chiuso la porta.
"Beh, hai aperto un college. Volevo venire a vedere il capolavoro di cui tutti parlano."sospira, annoiato."Anche se a me non sembra."
"Fai poco il maestrino, Jack."dico sedendomi.
"Stai tornando a fare il suo gioco, Gideon? Devi smetterla."se ne esce di scatto.
"Non sto facendo nessun gioco, questa è la realtà."
"Lo fa per incrementare il numero di abitanti del suo regno, tuo padre. Devi smetterla. È un vizio che finirà per distruggere le persone che hai intorno, solo per il soddisfacimento dei tuoi desideri."
"Ade lo fa per farmi trovar..."mi blocco, dopo averlo visto muovere il dito per farmi segno di no.
"Sono tutte scuse, caro. Ora devo andare, abbiamo spettatori."accenna verso la finestra, mi giro anche io.
Sophie."Ma che..."e Jack già è sparito.
Il quasi terrore è ormai evidente sul viso della ragazza, così che mi alzo e vado ad aprirle la finestra."Non riesci a starmi lontano eh?"la prendo di peso, tirandola dentro e mettendola sul divano."Mettiti qua, io e te dobbiamo parlare."dico serio.

STAI LEGGENDO
Troublemaker.
Fantasía''America, 1989. Lilith e Ade iniziano a frequentarsi. Sì, sì, proprio loro due. A quanto pare si attraggono ed anche tanto. E' il primo settembre quando dal grembo della mostruosa Lilith escono due creature, con sembianze umane, ovviamente morte. E...