Capitolo 9

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Aveva i capelli biondi tutti arruffati,  le mani premute sul viso e i gomiti appoggiati alle ginocchia. Sembrava proprio disperato. Mi avvicinai piano piano, cercando di non farmi notare, nonostante sapessi che nessuno mi avrebbe vista. A pochi metri da lui cominciai a scorgere i lineamenti marcati di Lars.
I suoi occhi azzurro ghiaccio, quasi grigi, erano lucidi e riuscivo a vederli anche se fuori era sera. Le gambe erano scosse da piccoli fremiti.
Mi fermai ad un paio di metri dal mio ex.
Aveva i suoi soliti jeans strappati e un banale maglione di cotone blu.
Probabilmente aveva preso i primi vestiti che gli erano capitati a tiro. 
Il suo petto era scosso da singhiozzi regolari. Il suo respiro era affannato e le mani tremavano leggermente.
Intuii che stava piangendo.
Il perché credo che sia abbastanza scontato...
Non sapevo come comportarmi, ero lì ferma davanti a lui, impotente. Non potevo consolarlo, dirgli che c'ero ancora. E non potevo nemmeno gridarli contro che era colpa sua se ero così, che era stato lui a farmi perdere tutto ciò che avevo.
Ero così frustrata, avrei voluto avere la mia vita indietro, potermi incazzare, poter perdonare, poter abbracciare chi amavo. E invece no. Ero intrappolata in questa specie di limbo da cui non potevo scappare.
Alla fine decisi di andarmene, di lasciare Lars da solo, in mezzo ai suoi rimpianti e le sue lacrime.
Forse non si meritava tutto questo.
Ma in fondo neanche io.

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