Capitolo 10

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DECIMO CAPITOLO
Mi lasciai Lars alle spalle e piano piano mi avviai verso il cimitero.
Ora il cielo si era fatto più buio e la luna si poteva vedere limpidamente.
Le strade non erano poi così tanto affollate, in fondo vivevo in una piccola cittadina in periferia.
Il parco e la zona abitate erano ormai lontani, per questo era tutto così silenzioso.
Attraversai il grande cancello di ferro. La sensazione di strana: un brivido lungo la schiena come quello che avevo visto su mio fratello minore quando lo avevo toccato. Anche quella mattina, al mio funerale, era stato terribile vedere quel faccino sempre così allegro, ritirarsi in un'espressione di dolore e confusione. Era sempre stato un bambino così felice e pieno di vita, qualsiasi ostacolo lui lo superava come ogni bambino sa fare, con determinazione e leggerezza. Va bene, le sue sfide quotidiane si limitavano a scoprire come arrivare alla credenza dove papà teneva i biscotti o cercare nuovi nascondigli per i giocattoli, però Martin riusciva a non arrendersi mai, finché non ci riusciva. Ho sempre pensato che i bambini siano davvero più forti degli adulti. I bambini sanno cosa vogliono e fanno di tutto pur di riuscirci.
Vedere un bambino così forte, come lo avevo sempre immaginato, affrontare una simile perdita senza neppure sapere e capire fino in fondo ciò che era successo, mi faceva sentire veramente inutile.
Io non ero solo una persona, ma una ragazza. Una ragazza giovane che aveva speranze e sogni. Una ragazza che aveva famiglia, che si occupava dei suoi fratelli e di suo padre.
La mia famiglia aveva già perso molto alla morte di mia madre, ed ora doveva rivivere tutto.
Ma ora chi avrebbe accompagnato Martin a scuola o a nuoto? Chi avrebbe aiutato Joshua a con i problemi di cuore? E chi avrebbe ricordato le chiavi di casa a papà?
Mi chiedevo continuamente il motivo di tutto ciò. Perché proprio io? Avevo davvero troppo da perdere...
Ora la mia famiglia e i miei amici non mi avevano più. Io non potevo fare nulla per loro e loro non potevano fare niente per me.
Ero completamente inutile.

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