Capitolo 11

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UNDICESIMO CAPITOLO
Ero all'interno del grande cimitero.
Era ancora sera, per cui il cielo era buio ma tutt'intorno era illuminato dai lampioni delle strade e le luci delle case vicine.
Quando ero ancora viva ero una ragazza molto impressionabile. A quel tempo non ci avrei messo piede neanche per scherzo in un cimitero, di notte.
Ma ora non avevo nessun timore, d'altra parte non avevo più niente da perdere.
Sapevo di non essere l'unica in quel luogo oscuro. Ero certa di avvertire certe presenze.
Mi sedetti sotto il salice dove mi ero svegliata la prima volta.
Avevo voglia di dormire anche se non ne avevo alcun bisogno.
Mi guardai attorno. Niente di speciale, un classico cimitero di notte. Le tombe erano illuminate leggermente dalla luce dei lampioni al di fuori del cimitero.
Lessi qualche nome, qualche data.
C'era la tomba di una anziana signora di nome Azura, morta da qualche anno. Un paio di metri più in là si alzava la tomba di una donna sulla cinquantina morta nel 2002. Alla sua sinistra c'era la tomba di un bambino, suo figlio di appena 5 anni.
Ad un certo punto scorsi un ombra, dietro al punto in cui stavo guardando qualche secondo prima.
Mi alzai da terra e mi avviai verso l'ombra, che ormai era scomparsa.
Mi fermai esattamente dove l'avevo scorta. Mi guardai intorno. Non c'era altro che silenzio.
Guardai in basso. Ai miei piedi si alzava una piccola lapide coperta da muschi che erano cresciuti durante gli anni. Mi sedetti sull'erba fresca e scostai le piante con la mano.
La scritta era chiara ma poco illuminata: "Grace Brooks 1969-1999".
Il mio sussurro fu l'unico rumore in quella notte buia: -"Mamma..."

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