4.L'incidente

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Il giorno dopo ci dammo appuntamento davanti alla palestra. Ero dall'altra parte della strada e mi misi a guardare il telefono. Il semaforo diventò verde e come una stupida mi misi a rispondere al messaggio mentre attraversavo, quando sentì il clapson di una macchina che si ripeteva insistentemente. Rimasi ferma lì a fissare la macchina che si avvicinava sempre di più al mio corpo immobile in mezzo alla strada. All'improvviso qualcuno mi tirò per il braccio, lasciai cadere la borsa che venne subito schiacciata dalle ruote della macchina, e sbattei fortemente la testa contro un pilastro in cemento. Persi i sensi ma riuscì a percepire la voce di Dimitri.

<<Angela stai bene? Ti prego tesoro apri gli occhi!>>

Volevo rassicurarlo dicendogli che stavo bene, che era tutto a posto ma non ci riuscì. Mi portò subito in ospedale spiegando tutto quello che era successo. Quando ripresi i sensi, sentii delle voci che rispondevano alle continue domande di Dimitri. Lo rassicurarono dicendogli che non c'era nulla di cui preoccuparsi e che potevo tornare a casa anche il giorno stesso, meglio, così i miei non avrebbero saputo niente. Mentre stavamo tornando a casa lo guardai negli occhi ma non riuscivo a capire se era preoccupato, deluso o arrabbiato. Durante il tragitto provai a parlarci. Ma niente non mi rispondeva e quando cercai di baciarlo si girò verso il finestrino.

Arrivammo alla strada che portava davanti al portone di casa.

<<Se non mi vuoi dire cosa hai ciao>>

Feci per andarmene quando mi abbracciò e mi baciò sulla testa.

<<Ti accompagnano fino a casa>>

<<Guarda che non è molto lontano non saranno neanche cento metri!>>

<<Voglio accompagnarti fino a casa, fammi stare tranquillo. Non voglio che ti accada qualcosa>>

<<Okey ma spiegami perché non mi hai parlato per tutto il tragitto>>

<<Davvero non sei un po' scossa? Cosa hai pensato quando hai perso i sensi?>>

<<Sentivo la tua voce e stavo cercando di dirti che stavo bene ma non riuscivo né a parlare né ad aprire gli occhi>>

<<Perché hai voluto rispondere al messaggio?>>

<<Non lo so>>

<<Potevi aspettare che scattava il verde e questo non sarebbe successo!>>

<<Scusami>>

<<Proprio non lo vuoi capire che sei quasi morta?!>>

Fino a quel momento non ci avevo pensato. Non sapevo cosa e come rispondere.

<<Scusami>>

<<Non voglio perderti perché pensi sempre a me sei troppo importante. Penso che...>>

<<No ti prego non dirlo neanche per scherzo. É ovvio che ti pensi sempre! Non posso stare senza di te. Ti prego non lasciarmi>>

<<Stai tranquilla non ti lascerò, ma non voglio farti del male.>>

<<Non ne saresti capace. Non dire mai più una cosa del genere. Ti amo>>

<<Anche io>>

Da quel momento non ne parlammo più e quel episodio ci unì ancora di più.

Storia di una ragazza innamorataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora