Capitolo 8 parte 2 - Verità

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Erano passati tre giorni da quando Babo aveva insinuato la mia vera natura, ma se non l'avessi sentito con le mie orecchie non avrei mai detto che avesse dei sospetti su di me

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Erano passati tre giorni da quando Babo aveva insinuato la mia vera natura, ma se non l'avessi sentito con le mie orecchie non avrei mai detto che avesse dei sospetti su di me. Ogni tanto ci scontravamo, ma mai mi guardava con troppo attenzione, quasi non volesse mettermi in allarme dopo la prima volta che mi aveva spaventato in coperta.

Quella sera Dorian mi aveva tenuto più del solito in cambusa, per pulire le scodelle e il disastro che avevo combinato pasticciando il tavolo.

Quando finii di pulire, da sola in cambusa, mi ritirai nella mia cabina, distrutta.

Kyle era già andato a dormire, quindi quella sera mi sarei addormentata subito.

Mi slacciai i capelli e mi levai il cappello. M'infilai sotto il lenzuolo, ma cominciai a sudare per il caldo insopportabile.

Quel giorno la temperatura si era alzata di molto e io non riuscivo a dormire tutta vestita. Alla fine, dopo un ora di gira e rigira nel letto, decisi di levarmi almeno i pantaloni, e così feci.

Mi sentii subito meglio.

La camicia mi copriva fino a metà coscia, facendomi sentire più protetta.

Mi rannicchiai sotto le coperte, sospirando di beatitudine, quando il sonno mi prese con sé.

Non mi accorsi dei passi fuori la mia stanza, né della luce gialla che proveniva dalla lanterna che la figura portava in mano.

Mi sentii scoprire di colpo, il lenzuolo non era più la mia protezione contro quegli occhi gialli indiscreti.

Mi svegliai in quel momento, mi rannicchiai, non sentendo più la coperta, e aprii gli occhi infastiditi dalla luce.

Sentii un ginocchio contro il mio sterno, mentre una mano mi tappava la bocca.

Annaspai, ma le mie mani furono rudemente afferrate e bloccate con una corda.

In quel momento mi fu concesso di gridare, poi però mi ficcarono un grosso bozzolo di stoffa in bocca, che a malapena mi permetteva di respirare, e fui alzata di peso.

Mi dibattei, violentemente, mentre grugnivo ed emettevo suoni soffocati.

"Sta buona!" mi disse una voce conosciuta.

Babo!

"B...o!" articolai, ma le parole uscirono strane.

Lui mi prese in spalla e mi trascinò fuori, dove il vento mi sferzò le gambe nude e mi ricoprii di pelle d'oca.

Sapevo dove si stava dirigendo. Lo capii non appena prese a salire le scalette di quella cabina.

"Apri!" grugnì contro il battente.

Sentii uno scalpiccio, poi la porta si aprì e ci ritrovammo davanti un James arrabbiato e assonnato.

"Ma che dia..."

Babo lo spostò ed entrò, posandomi sul letto.

Mi misi sulle ginocchia e imprecai contro di lui.

James mi guardò perplesso, poi un'ombra minacciosa gli passò per gli occhi.

Si avvicinò a Babo a grandi passi.

"Non avrai osato toccarla!" inveì.

Babo era stupito quanto me. Spalancò la bocca sconvolto.

"Tu lo sapevi!" disse stupito. La sua espressione si fece furente. "E non me l'hai detto!"

"Non potevo!" disse lui. "L'ho promesso" disse piano.

Mi si avvicinò e si sedette sul bordo del letto e mi passò un braccio attorno alle spalle, scostandomi i capelli dal viso. Mi levò la stoffa dalla bocca.

"Stai bene?" mi chiese.

Annuii.

Sospiro e guardò di nuovo Babo.

"Cos'è? La tua amante?" chiese con stizza.

Lui fece un mezzo sorriso. "Quasi" disse, mentre io dicevo di no.

Lui rise e mi stampò un bacio sulla fronte.

"Bene, adesso lo sai. Sei tenuto a mantenere il segreto" disse serio.

"Non ti capisco!" disse nervoso. "Sapevi che non le avrei fatto del male, ma non me l'hai detto. Perché?"

"Sono un uomo di parola!" disse James.

Babo gli piantò un pugno sulla guancia.

Rimasi impietrita, mentre James rialzava la testa e si massaggiava la guancia.

"Me lo sono meritato" disse scoppiando a ridere insieme a Babo.

Io ero interdetta. L'aveva appena picchiato!

James mi strinse a sé, proteggendomi nel suo abbraccio.

"Bene, adesso devi spiegarmi un po' di cose" disse rivolto a James. Si girò poi verso di me. "E anche tu..."

"Marianne" dissi io.

"Marianne" ripeté lui.

James prese un lembo della coperta e mi coprì le gambe, mentre cominciava a spiegare a Babo la verità. Non passò inosservato alla mia mente il fatto che non fece minimamente cenno al motivo dell'accordo, né al prezzo, ma alla fine del riassunto Babo aveva un'aria soddisfatta.

"Interessante. Sei davvero in gamba ragazzina" disse ridendo.


Al prossimo capitolo.



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