Capitolo 13 - Piccola mia

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James era ancora sulla soglia della camera, gli occhi spalancati in un'espressione sorpresa

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James era ancora sulla soglia della camera, gli occhi spalancati in un'espressione sorpresa.

Avrei tanto voluto prenderlo a schiaffi, ma mi trattenni. Scosse la testa, come se si fosse svegliato da un pensiero, e chiuse la porta alle sue spalle, girando la chiave nella toppa. Mi si attanagliò lo stomaco.

"Che cosa volete? Che significa?" chiesi allargando le braccia per attirare l'attenzione sul vestito. Il risultato fu una sua rapida e spudorata occhiata al mio seno stretto nel corpetto.

"Non mi guardate" dissi girandomi di spalle.

"Sei stupenda" disse di nuovo. Lo sentii avvicinarsi e rabbrividii.

"Non vi avvicinate" disse quasi ringhiando. "Bastardo che non siete altro". Mi girai di scatto e gli andai incontro come una furia. "Siete un manigoldo, un mascalzone e screanzato! È questo che volevate fin dall'inizio, vero? Darmi in pasto ai vostri uomini come una qualunque puttana di terza categoria!"

Feci un passo indietro quando lui cerò di prendermi la mano.

"E non mi toccate, porco!" dissi dandogli le spalle e stringendo i pugni. Di certo adesso mi avrebbe picchiata. Mi preparai al peggio e strinsi i pugni.

Lui mi fu dietro e mi circondò le spalle con le sue possenti braccia.

Cercai di liberarmi ribellandomi, ma non ci riuscii perché lui strinse la presa, tanto da farmi quasi male.

"Non capisco per quale motivo tu stia reagendo così?"

Mi girai di scatto, ritrovandomi contro il suo petto coperto dalla giubba di pelle.

"Perché? E mi chiedete anche perché? Voi, meschino che non siete altro!"

Gli diedi un pugno sul petto, poi un altro più forte, ma lui non si mosse, né slacciò il suo abbraccio. Gli diedi molti pugni, ma mano a mano divennero meno forti, lenti, finché poggiai la fronte contro il torace e scoppiai a piangere.

"Marianne, ti prego. Lasciami spiegare!"

"No!"

Mi odiai per quello. Perché stavo piangendo? Per fargli compassione? Maledetto a lui.

"Cosa volete farne di me?" chiesi prendendo coraggio, con la voce ancora rotta dal pianto. "Volete lasciarmi qui, non è così? E perché mi avete fatto conciare così? Mi state vendendo a questo bordello?" stavo ancora urlando.

A quel punto lui mi prese per le spalle e mi allontanò, fissando poi i suoi occhi nei miei.

"Ma di che stai parlando?"

"Voi volete lasciarmi qui" dissi di nuovo, passandomi una mano sugli occhi e rovinando tutto il lavoro delle donne.

"Lasciarti qui? E perché mai?" chiese sconvolto.

"Smettetela di raggirare la cosa. Vi conosco ormai!"

"Marianne... no, ascoltami".

"Perché così avevate detto e..."

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