Forse a qualcuno sarebbe potuto sembrare strano, ma letteralmente odiavo il caldo e il Sole battermi sulla nuca mentre svoltavo tra le vie della città per arrivare a scuola. Non capivo come, da una giornata talmente "pessima" come quella del giorno precedente, il clima avesse potuto cambiare così radicalmente. Odiavo quel calore sulla pelle perché era come se fosse un motivo in più per essere felice ed io non avrei potuto esserlo per nulla al mondo.
Affiancato da altri ragazzi, varcai il cancello d'ingresso dell'istituto. Lo vedevo come un carcere. Molti altri lo vedevano in quel modo solo perché pensavano che non sarebbero riusciti in nessun modo a sopportare le numerose ore di lezione. Ma per me, quel luogo era ormai diventato quasi una tortura. Lenta e dolorosa. Intersecandomi nel dedalo di ragazzi, ragazze e professori sparsi senza un criterio logico tra i vari corridoi, sentivo sempre più un senso di soffocamento. Sperai con tutto me stesso che per almeno un altro singolo giorno, Rick e Chip non si fossero fatti vivi.
Raggiunsi ancora una volta il mio armadietto. Non lo riconoscevo più, con quelle poche lettere ancora lì, ferme, a macchiarne l'anta e a ridicolizzarmi agli occhi di chi sapeva fosse il mio. Ma provai a mostrarmi spavaldamente noncurante di quello "scherzo". Tentando di sembrare sicuro e forte, afferrai semplicemente i pochi libri che mi sarebbero serviti per le lezioni di quel giorno e lo richiusi con un sonoro clangore. Non mi fu dato neanche il tempo di voltarmi. In pochi istanti tutto ciò che riuscii ad avvertire distintamente fu un dolore lancinante e improvviso alla testa e il tonfo dei libri cadere pesantemente al suolo. Rick era arrivato alle mie spalle e, facendo forza sui prominenti muscoli che gli ricoprivano i bicipiti, mi aveva alzato di peso per i capelli. Sentivo che non sarei riuscito a resistere ancora a lungo, che mi si sarebbe staccato il cuoio capelluto dal resto del cranio. Non volevo urlare, o mostrarmi particolarmente debole, non riuscendo a resistere a quel dolore terribilmente acuto. Sarei stato additato ancora più frequentemente come "femmina" di quanto già non fossi. Non potei comunque trattenermi dal divincolarmi. Ma non feci altro, se non aumentare ancora di più il dolore. Cominciarono ad uscire copiose lacrime dai miei occhi e iniziai a singhiozzare, pregando Rick, con la voce rotta dal dolore e dal pianto, di lasciarmi andare.
Si avvicinò al mio orecchio, con il respiro leggermente affannato. Mi raggiunse l'odore nauseante del suo fiato, che avevo imparato a riconoscere fin troppo bene.
"Ti è piaciuto il nostro regalino di ieri, vero?" Mi sussurrò divertito.
Continuai a piangere sempre più forte, al contrario di Chip, che aveva cominciato a sghignazzare di gusto, per ciò che il suo amico mi stava facendo subire.
"No? Non ti è piaciuto?" Mi chiese conferma Chip. Anche se non avevo proferito assolutamente neanche una parola per rispondergli.
Rick allora rise compiaciuto e mi lasciò andare. La forza di gravità e la potenza con cui Rick aveva staccato la sua mano appiccicosa dai miei capelli, mi fecero cadere in direzione degli armadietti. Per un momento sentii un piccolo sollievo alla nuca, ma poi, non essendomelo aspettato, non potei fare a meno di cozzare violentemente la faccia contro il metallo freddo degli armadietti.
Mi accasciai stremato a terra, tra le risa dei due, e non riuscii più a vedere nulla. Tutto attorno a me divenne confuso e le immagini e i pensieri cominciarono a mescolarsi nel mio cervello. Ripresi i sensi quando avvertii qualcuno aiutarmi a mettermi a sedere contro una parete del corridoio. Mi porgeva un fazzoletto di carta. Non riuscivo a mettere a fuoco il suo volto e non avevo ancora capito di preciso cosa mi fosse accaduto.
"Chi sei?" Riuscii a chiedere, balbettando e trascinando lentamente le sillabe.
"Luke" disse con un sospiro preoccupato.
"Chi?" Chiesi ancora, non riuscendo davvero a capire chi fosse.
"Lascia stare" disse e cominciò a tamponarmi il naso con il fazzoletto che un attimo prima mi voleva offrire.
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Remembrance - Tematica gay
Teen FictionNella memoria di ognuno di noi è insito sempre almeno un ricordo che ci rattrista e che ci fa ritornare indietro ad un momento infelice della nostra vita. Potremmo anche non essere d'accordo, ma per avere ricordi felici, bisogna averne anche di infe...