6 - Singing in the shower

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Quei pochi giorni che mancavano per completare quella settimana trascorsero in un soffio, ero troppo perso tra le serate sul divano con Luke e i pomeriggi con le macchinine, i cartoni animati, i disegni e i pennarelli con Teddy. Quel bambino era davvero uno spasso. Era da tempo immemore che non riuscivo ad eclissare il resto del mondo fuori dalla mia mente, e a pensare solo a vivere il presente, senza preoccupazioni, né freni o timori. Era tornato il sabato, quella volta con un'aria diversa, cambiando completamente le carte in tavola e stravolgendo la mia vita nell'arco di sette effimeri giorni. Quel sabato era come una ventata d'aria nuova, una di quelle piogge estive che calmano l'aria tersa, un'ampolla curativa piena di uno strano liquido magico. Mi aveva finalmente sfilato da dosso, senza neanche che me ne accorgessi, il mantello nero di paure e timori, tanto per il futuro quanto per il passato, che mi ero da solo imposto di indossare. Forse ne rimaneva qualche residuo dentro di me, ma, col tempo, speravo con tutto il cuore che sparissero anche quelli. Avrebbero di certo potuto anche ingrandirsi ed inviare metastasi fatali in tutto il mio corpo, ma tentavo con tutte le mie forze di non pormi neanche lontanamente quel problema e non considerare quella come una delle tante opzioni altamente probabili.

Mi concentrai nel preparare la cena per me, Luke e il piccolo Teddy. Era proprio lui che mi faceva passare ogni preoccupazione, da quando, come una benedizione, aveva messo il broncio con i suoi zii per non passare ancora una volta con loro il pomeriggio. Quando gli proposi di trascorrere con me un po' di tempo, prontamente protese le braccia verso di me e si stampò un largo sorriso sul volto che scacciò ogni traccia della tristezza. Si meritava un premio: il suo piatto preferito.

Raggiunsi Luke nel soggiorno per chiedergli quale fosse il piatto preferito di suo fratello, così da potergli fare una sorpresa. Ma, inaspettatamente, li trovai entrambi seduti a gambe incrociate sul legno del pavimento di fronte alla televisione, con due joystick nelle mani. Stavano giocando insieme a un gioco di ruolo, con maghi e guerrieri, molto tetro; sembrava ambientato in un mondo a metà tra il medioevo e il fantastico. Senza fare rumore, mi appoggiai al muro bianco e li guardai con un sorriso sul volto. Si divertivano, ed erano proprio uguali, in tutto e per tutto. Facevano le stesse facce buffe e corrucciavano le sopracciglia allo stesso modo, per l'eccesiva concentrazione che impiegavano. Ma anche i loro occhi, che in Luke adoravo, capaci di esprimere qualunque emozione provasse, anche da dietro le lenti dei suoi occhiali, insieme ai loro capelli scuri e riccioluti, si assomigliavano, come fossero fatti semplicemente in due scale di misure differenti. Luke alzò lo sguardo per un momento, risollevandosi gli occhiali scivolati sulla punta del naso, incrociò il mio sguardo fermo su loro due e mi sorrise.

"Hai perso!" Urlò improvvisamente Teddy, dando un colpetto al ginocchio destro di suo fratello, scoppiando a ridere per averlo battuto.

"Oh, ma dai, per un attimo che mi ero distratto" disse dispiaciuto Luke.

"Ma intanto ho vinto io!" Teddy gli fece una linguaccia.

Mi avvicinai a lui di soppiatto e gli feci il solletico sulla pancia, facendolo scoppiare in una risata ancora più fragorosa. Ero già certo dell'effetto che avrebbe sortito. Si arrampicò sulla mia spalla.

"E visto che hai vinto tu, cosa ti piacerebbe mangiare stasera? Puoi chiedere ciò che vuoi" gli chiesi a pochi centimetri dalla sua faccia adorabile.

Ci pensò un po' su e poi, quasi all'unisono con Luke, disse entusiasta: "Voglio la pizza!"

"Sul serio la pizza?" Dissi quasi con una faccia delusa.

"Sì, è buonissima. Non ti piace?" Mi chiese Teddy.

"No, solo che pensavo a qualcosa di più elaborato, ecco."

"Andiamo sul semplice che è meglio" mi rispose Luke, alzandosi dal pavimento.

Remembrance - Tematica gayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora